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Andai, dentro la notte illuminata  

Ad alta voce

Andai, dentro la notte illuminata

Di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Prima di Hunger Games. Molto prima, c'è stato Andai dentro la notte illuminata di Giancarlo Liviano D'Arcangelo. È una maratona televisiva dalla metà degli anni ottanta a ieri l'altro. L'idea del Golden Death era nell'aria, l'ultima frontiera della televisione, il parossismo dell'eliminazione mediatica del concorrente conduce all'eliminazione fisica dello stesso. Ipotesi tesi. Il Golden Death, il tuffo mezzo carpiato nell'eternità, è una scelta, non si viene costretti a partecipare, si sceglie di andare, di modificare e esternalizzare il concetto di roulette russa davanti a milioni di persone, di abbattere vieti valori d'onore o perdita al gioco per votarsi a quelli dello share, con un paio di scarpe sponsorizzate ai piedi e brand plausibilmente fin dentro le mutande, e in fondo ai visceri. Liviano D'Arcangelo suggerisce, con una lingua ben rodata, una struttura ondivaga di cronaca e rimembranza, qualche disgregazione di ritmo narrativo e eccessi entomologici su manipolazioni sessuali, o aspirazioni, che crescere può significare mitigare i toni, e, quasi copernicani, adattare sé stessi alle circostanze e non, le circostanze a sé stessi. Quindi secondo lei l'opinione pubblica non esiste?, Certo che esiste. Io sono la sua genetica. Esiste così tanto che è prestabilita. "Andai, dentro la notte illuminata" di Giancarlo Liviano D'Arcangelo letto da Alessandro Benvenuti.

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