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Maturadio 11. L'avvento del fascismo in Italia

Maturadio

11. L'avvento del fascismo in Italia

Nel dopoguerra l'Italia si trovò in una crisi profonda, lacerata da tensioni sociali, politiche ed economiche. Tra l'esasperazione dl nazionalismo provocata dal mito della vittoria mutilata e la crescita notevole dei partiti di massa, come il partito socialista e il partito popolare, nacque nel 1919 a Milano un nuovo movimento politico fondato da Benito Mussolini: i Fasci italiani di combattimento. Attraverso l'uso sistematico della violenza squadrista che colpiva i lavoratori - operai e contadini -, i Fasci – dal 1921 divenuti Partito nazionale fascista (PNF) - riuscirono a interpretare la reazione conservatrice delle classi dirigenti italiane preoccupate esclusivamente di arginare lo spettro della rivoluzione socialista. In nome dell'ordine sociale, nel 1921 Mussolini entrò in Parlamento con il PNF e nell'ottobre del 1922 diede vita alla Marcia su Roma, un vero e proprio colpo di Stato, legittimato dal Re Vittorio Emanuele III che affidò proprio a Mussolini l'incarico di formare un nuovo governo di coalizione a guida fascista. Tra il 1922 e 1924, Mussolini fece approvare una nuova legge elettorale maggioritaria che gli consentì nel 1924, in un clima crescente di violenze, intimidazioni e brogli, di vincere le elezioni. Il socialista Giacomo Matteotti denunciò pubblicamente i brogli elettorali e fu rapito e ucciso dai fascisti. Con il discorso alla Camera del 3 gennaio 1925 Mussolini si assunse la responsabilità morale dell'assassinio di Matteotti e con le leggi fascistissime che impose subito dopo, inaugurò la sua dittatura.

02 Giu 2020