Vai al contenuto principale

Jack Folla, un dj nel braccio della morte Luciano, pane e cinema

Jack Folla, un dj nel braccio della morte

Luciano, pane e cinema

Oggi Luciano Vincenzoni avrebbe 97 anni, fratelli, e un mondo di cose da raccontare. Pausa sgomenta del 99% dei miei adorati albatros. I vostri becchi si volgono l'uno verso l'altro. Un albatro di Centocelle grida: "E mo' chi è sto Vincenzoni?" Se fosse un regista, fareste centro in coro. Un cantante o un attore, gridereste: "Lo so!" Ma quando si parla di uno sceneggiatore, perfino sul suo mestiere c'è polvere, ignoranza, confusione. Molti dicono "scenografo", che non ci azzecca nulla. Lo scenografo è chi progetta, disegna o realizza gli allestimenti scenici. Per esempio, in un western, chi ricostruisce un "saloon", i vecchi bar dei pistoleros. Lo sceneggiatore è Dio. Senza quel Dio onnisciente e onnipresente che anima tutti i personaggi, scrive tutte le scene e tutte le battute del copione, voi non vedreste mai quel film, non sapreste nulla di quella storia e il regista si aggirerebbe in un deserto fra attori immobili dalle bocche cucite, in un mondo prima del mondo. Un altro sceneggiatore, Flaiano, che inventò la Dolce Vita e 8 e 1/2 con Fellini, ma lo ricordiamo solo per i suoi aforismi. E quei film, per il solo Fellini. Perché quando guardate un film, all'inizio e alla fine c'è scritto UN FILM DI e segue il nome del regista, ma è un falso. Semmai dovrebbe esserci scritto REALIZZATO DA, perché un film sarà sempre e soltanto del suo autore. In America l'hanno capito, soprattutto con le grandi serie, restituendo il bastone del comando agli sceneggiatori, lasciando loro perfino la scelta del regista che ritengono il più adatto a dirigere la loro storia; ma in Italia no, gli sceneggiatori sono tenuti in poco conto e le storie, inevitabilmente, ne risentono. In Italia vige ancora l'aforisma di Flaiano: "Lo sceneggiatore è un tale che attacca il padrone dove vuole l'asino".

17 Nov 2021