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Jack Folla, un dj nel braccio della morte La vigliaccata

Jack Folla, un dj nel braccio della morte

La vigliaccata

Non vi parlo mai di politica, quella di tutti i giorni, a differenza di quel che facevo in radio tanti anni fa. È stata una scelta mia, in Italia non si parla d'altro, le opinioni si scontrano a mezzo metro da terra e il "tu di qua, io di là" non mi entusiasma, anzi, mi avvilisce. Oggi faccio un'eccezione, 40 giorni dopo e passa le elezioni amministrative e i ballottaggi che hanno premiato tanti sindaci di centrosinistra. Non sono mai stato di destra, né di centro destra. Fino a una ventina di anni fa mi consideravo uno di sinistra, anche se non sono mai stato comunista, tranne una volta che votai Berlinguer perché mi fidavo di lui, di quella faccia lì (non amo le chiese, bianche, rosse o nere) poi, nell'Italia che buttava a destra, chi era di sinistra è diventato rosé, impallidendo ogni anno di più, come uno che prende spavento, finché gli antichi valori si sono del tutto sbiaditi pur di avere "visibilità", di potere stare al potere. Ma è solo la mia opinione e conta come il 2 di picche. Vi interessa? Zero, giustamente. Ma la sera del 19 ottobre scorso, collegandomi da questa cella col pc (non il partito, il computer) alla tv italiana, per le uniche due ore della mia vita sono diventato di destra. La cosa mi ha scombussolato non poco, quindi me ne sono andato 40 giorni nel deserto, quello interiore, come fece il Nazareno tentato dal diavolo, che mi pare saggio, ritirarsi a pane e acqua per capire che diavolo, appunto, ti ha preso, se improvvisamente ti stanno simpatici il Salvini e la Meloni che, quel 19 ottobre sera, in tv manco c'erano. Ora vi spiego.

01 Dic 2021