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Jack Folla, un dj nel braccio della morte Un amore

Jack Folla, un dj nel braccio della morte

Un amore

Tutti abbiamo conosciuto ragazze o ragazzi straordinari. La mia si chiamava Vincenza, assomigliava alla Cardinale del "Gattopardo", era calabrese, 18 anni, viveva a Roma con i genitori, severissimi, doveva rientrare a casa alle nove di sera o erano guai. Però era fidanzata con un quarantenne dal nome altisonante, su questo non mi risulta dicessero niente. Mi ero imbucato a un diciottesimo, una festa dei quartieri alti, ero uno del Prenestino, fuoriposto, con un abito blu di mio padre, pure macchiato, e non conoscevo nessuno tranne il tipo che mi aveva imbucato. Vincenza era in abito lungo, ondulato, di un verde che sembrava il mare di Stintino. Riuscii a scambiarci due parole. Dall'emozione inciampai in uno scalino. Tutti risero. Sembravo una pelle d'orso sdraiata sul parquet. Tampinai chiunque la conoscesse. Tutte le volte che la intravedevo, restavo a bocca aperta come la prima volta che vidi il mare. Seppi poi che quel quarantenne l'aveva mollata, lei era annegata nel dolore, perché poco dopo era morta anche sua madre, il padre si era risposato, e adesso poteva tornare a casa pure all'alba, era libera, nessuno la controllava, la amava né la sgridava più. "Poverina è impazzita", dicevano i suoi amici. Quando chiedevo sue notizie rispondevano "Chi l'ha vista?" come se fosse stata un'ospite scomparsa della Sciarelli. È vomitevolmente straordinario come i gruppi che ti tenevano in palmo di mano, alla minima difficoltà, disagio economico o morale, ti abbandonano senza battere ciglio. La cercai ovunque, nessuno ne sapeva più niente. Dimenticai. Solo nei sogni Vincenza mi appariva in quell'abito lungo verde mare. Molti anni dopo, fermo a un semaforo rosso, in macchina, dalle parti di via Veneto, vedo una giovane creatura coi capelli alla Jimi Hendrix, magra come una virgola in una frase senza parole. Aveva un lungo bastone sulle spalle, come i vagabondi delle fiabe, con in cima un sacchetto di tela nera con i suoi effetti personali. Ai piedi sandali da francescano. Ma il volto era il suo, bello come allora, ma più adulto, sofferto, con un vago sorriso sbandato. Abbassai il finestrino, la chiamai "Vincenza!" Si girò, mi guardò, non mi riconobbe, o così mi parve.

30 Mar 2022