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Jack Folla, un dj nel braccio della morte Il girone infernale dei vestiti

Jack Folla, un dj nel braccio della morte

Il girone infernale dei vestiti

Aisha è una giovane mamma indiana. Si sveglia alle 4 e mezza per fare il bucato, cucinare, accudire i suoi tre bambini, alle 7:30 inizia il turno in fabbrica. 12 ore a cui si aggiungono gli straordinari, non pagati. Aisha guadagna 85 euro al mese. Per arrivare puntuale a volte non riesce a mangiare nulla, un minuto di ritardo le costa un'ora di salario. È svenuta due volte, Aisha, la seconda hanno dovuto portarla all'ospedale. Nelle fabbriche, le operaie svengono spesso. Succede anche in Europa, in Bulgaria, per esempio, le storie di operaie mal pagate e sfruttate fino a perdere i sensi sono molte. Prima della pandemia, Siddharth Kara, un professore di Harvard e Berkeley esperto di schiavitù moderna, ha fatto uno studio sulle condizioni delle donne che lavorano da casa per l'industria dell'abbigliamento. Donne ma anche tante bambine, perché nel cucito le piccole dita lavorano con maggiore precisione. L'85% dei vestiti che cuciono è destinato al mercato occidentale. Decorazioni, ricami, frange e lustrini confezionati con tanta maestria su quel bel vestitino che avete adocchiato in vetrina, li hanno ricamati piccole schiave retribuite 20 centesimi l'ora.

20 Giu 2022