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Jack Folla, un dj nel braccio della morte Confessioni di un fumatore.

Jack Folla, un dj nel braccio della morte

Confessioni di un fumatore.

Hola albatros di tutte le generazioni con le ali profumate di vento o con le piume ingiallite dalla nicotina. In Italia, l'anno scorso, ci sono stati 800mila fumatori in più, dicono sia stato un danno collaterale del Covid. Barricati in casa con le mani in mano, fra un dito e l'altro ci hanno infilato la prima sigaretta. Oggi il 25% degli italiani, uno su quattro, fuma. Tredici anni fa, quando sono finito in questa cella, fumavo quattro pacchetti di sigarette al giorno, all'incirca una ogni quarto d'ora, avevo cominciato da bambino, a 12 anni. All'epoca i danni terrificanti del fumo non erano sbandierati come oggi, la prima sigaretta simboleggiava un rito d'iniziazione al mondo proibito degli adulti, sapeva di peccato e voluttà, anche se la prima cicca fa veramente schifo, il che vuol dire che fanno schifo e basta. Invece la nicotina ci mette lo zampino, perché è una droga e a ogni tiro diventi progressivamente dipendente, il suo schiavo a pagamento (paghi tu la padrona, per farti ammazzare). Immaginate di vedere una merda di cane per strada, e invece di evitarla disgustati, vi sembra un fiordaliso o la Venere del Botticelli; così è con il fumo. Mia madre, quando mi dava un bacio, diceva che le sembrava di abbracciare un posacenere; i miei amici che non fumavano, quando entravano nella mia cameretta, dicevano che era impossibile resistere senza le finestre spalancate, che vivevo nella nebbia fitta e nella puzza stagnante. Queste proteste mi facevano infuriare, perché non sentivo alcun cattivo odore e anche se i miei capelli e i miei polpastrelli diventavano gialli e i denti neri, non sapevo immaginarmi senza una sigaretta fra le dita. Certe volte, nel posacenere, mi accorgevo che ne avevo accese tre contemporaneamente, perché come tutte le droghe la nicotina non ti basta mai e temi sempre di rimanere a corto. Chi fuma lo sa.

25 Lug 2022