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Qui comincia Charles-Augustin de Saint-Beuve, "Ritratto di Leopardi" (De Piante)

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Charles-Augustin de Saint-Beuve, "Ritratto di Leopardi" (De Piante)

Con Anna Menichetti. Scelte musicali di Ennio Speranza. Regia di Francesco Mandica | Charles-Augustin de Saint-Beuve, "Ritratto di Leopardi", trad. di Luca Orlandini (De Piante) | Capace di auscultare le più remote risonanze dell'animo umano, Sainte-Beuve eccelle nel cammeo, nel sagace abbozzo biografico, nell'arte, delicatissima, del ritratto. I suoi Portraits sono, in effetti, il suo capolavoro; il profilo dedicato a Giacomo Leopardi, pubblicato nel 1844, testimonia una sintonia singolare, non priva di audacia. L'intervento di Sainte-Beuve, in effetti, "senza alcun dubbio il più autorevole e il più importante", che "contiene giudizi destinati a rimanere insuperati" (Mario Andrea Rigoni), tratteggia un Leopardi già leggendario e indomabile, installandolo tra i grandi poeti di ogni tempo. Di Leopardi si esalta il rigore erudito, la ribellione dai canoni stabiliti in un'era – già allora – di gregari, la tempra da "Petrarca incredulo e ateo", la gloria e la miseria. Poeta nato "per essere un Antico, un uomo della Grecia eroica o della libera Roma", fuori tempo e fuori classe, il Leopardi secondo Sainte-Beuve ci parla con sconcertante prossimità: sembra seduto nella stanza accanto, basta bussare la porta.

03 Mar 2023