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Zarathustra Cara, carissima intelligenza artificiale...

Zarathustra

Cara, carissima intelligenza artificiale...

Adriano ha quindici anni e quando a scuola gli assegnano il compito di fare un riassunto, sa benissimo come fare per risparmiare fatica: si rivolge a Chat Gpt e poi a una serie di altre applicazioni che, una dopo l'altra, perfezionano il lessico dell'intelligenza artificiale fino a ottenere un testo in italiano perfetto. Certo, i passaggi sono tanti: tanti che, alla fin fine, forse sarebbe più veloce fare direttamente il riassunto. Federico, suo coetaneo, discute con la mamma che gli dice: dammi una buona ragione per lasciarti giocare con i videogiochi! Allora lui quella buona ragione la chiede all'intelligenza artificiale, che gliene fornisce una serie. Gli basta memorizzarne cinque o sei, e la mamma è costretta a dimostrarsi convinta. Costanza di anni ne ha 12 e l'intelligenza artificiale "non le fa né caldo né freddo". Beatrice non usa Chat Gpt per fare i compiti, perché teme il giorno in cui, a forza di far scrivere testi dalle intelligenze artificiali, non avremo più la voglia né il gusto di esprimerci. C'è poi chi si chiede se potrebbe mai far scrivere una lettera d'amore da Chat Gpt e conclude che probabilmente sarebbe un po' "da vigliacchi"... Insieme a un coro di voci di adolescenti, riflettiamo su uno dei temi più controversi del momento: il rapporto con le intelligenze artificiali e la zona grigia fra progresso e inquietudini che questo tema ci costringe a illuminare. Interrogandoci su nodi problematici e vantaggi, e soprattutto, sul vero rischio: non che le parole prodotte dalle macchine somiglino troppo alle nostre, ma che i nostri discorsi, e i nostri ragionamenti, si conformino a un modello meccanico, togliendoci il gusto del lògos.

30 Apr 2023