James Augustine Aloysius Joyce, noto semplicemente come James Joyce, è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo irlandese. Benché la sua produzione letteraria non sia molto vasta, è stato di fondamentale importanza per lo sviluppo della letteratura del XX secolo, in particolare della corrente modernista. Raccontato da Franco Buffoni
#4 | La sperimentazione di una musica linguisticamente e tecnologicamente aggiornata e il rapporto tra parola poetica e narrazione: una vera e propria avventura sonora. Tutte le azioni sonore aprirono le porte ad una grande innovazione nelle funzioni di comunicazione di massa in campo radiofonico. La voce di Cathy Berberian, come decimo oscillatore dello Studio di Fonologia, "la voce che suona", che si esprime nel racconto radiofonico ispirato a Joyce e in Thema Omaggio a Joyce. Lo spazio attorno alla parola poetica nella composizione "Visage" di Berio. La fine della sperimentazione a Fonologia e l'allontanamento di Maderna e Berio, il consolidarsi delle sperimentazioni di Luigi Nono, che continuerà a lavorare allo Studio fino al 1983, anno della chiusura, che coincise con il pensionamento del tecnico Marino Zuccheri. La ricostruzione dello Studio, ai tempi del periodo aureo al Castello Sforzesco di Milano.
Il Il 2 febbraio 1933 viene pubblicato "The Joyce Book", una raccolta di songs composti da 13 diversi compositori su poesie di James Joyce. Alessandro Macchia lo racconta a WikiMusic | Ascolti musicali: Albert Roussel, "A flower given to my daughter" | Herbert Hughes, "She weeps over Rahoon" | Edgardo Carducci, "Alone" | Charles Wilfred Orr, "Bahnhoffstrasse" | George Antheil, "Night piece" | Arthur Bliss, "Simples" | Eugene Goossens, "A memory of the players in a mirror at midnight"
"FLUIDOFIUME - Non si sa mai di chi si masticano i pensieri" Per quattro voci dispari, soprano, pianoforte e live elettronics, di Enrico Frattaroli da James Joyce. In occasione del centenario della pubblicazione dell'"Ulisse"
"Cuore mio" di James Joyce; "Avevo" di Umberto Saba; "Coro di deportati" di Franco Fortini; "19 gennaio 1944" e "Alle fronde dei salici" di Salvatore Quasimodo; "Io ti vedo con gioia e con paura" di Camillo Sbarbaro.