La guerra di Gino -

La guerra di Gino racconta la formazione e le avventure di Gino Belluzzo, partigiano di città, e di sua moglie Irlanda Fabbris. La vicenda si ambienta a Torino nel periodo tra il 25 luglio '43 e il 25 aprile '45, con digressioni nel ventennio fascista precedente. Gino e Irlanda si conoscono da bambini nelle case popolari in cui abitano entrambi. La famiglia di Irlanda è immigrata dal Veneto, dove il padre Luigi ha perso il lavoro per la sua attività antifascista.

Episodi

1. Uno sfogo di libertà

25 luglio 1943: in Italia è festa, il fascismo è caduto, la fine della guerra sembra vicina. Gino e Irlanda in quel giorno d'estate sono a Torino e vivono insieme questa apparente liberazione. Hanno poco più di vent'anni, sono cresciuti in Barriera di Milano, un quartiere operaio e popolare. Un'infanzia poverissima in una Torino già fortemente industriale. Un'Italia all'alba del fascismo.

2. Ha cancellato il no ed è rimasto il sì

Come e perché il fascismo ha messo radici in Italia? Ce lo racconta lo storico Nicola Adduci. Il Nero vive in prima persona la strage fascista del 18 dicembre 1922. Gino e Irlanda, tredicenni, si dichiarano il loro amore!

3. Poi hanno chiuso le sale da ballo

Mussolini parla dal balcone il 10 giugno del '40: scoppia la guerra, e il giorno dopo avviene il primo bombardamento su Torino, nella zona popolare di Porta Palazzo. Guido Gozzano, molti anni prima, aveva descritto poeticamente questo straordinario mercato. Nascono in città i rifugi antiaerei. Luigi Fabbris cerca di sfamare la famiglia con la borsa nera, e rischia l'arresto. Gino parte militare: destinazione Casarsa del Friuli. Lui e Irlanda si scrivono.

4. Se mi sposi ti regalo la bicicletta!

Gino torna a casa in licenza e scoppia il patatrac! Si trasferisce anche lei in Friuli per stargli vicino. Si racconta la vita della sposa bambina e del soldato nella piccola casa a Casarsa. Nello stesso periodo il nonno di Christian, telegrafista, è a far la guerra d'Africa…scrive a casa…anche Ortensio, il fratello di Irlanda, è lì e cade in mano degli Alleati…ma non scrive!

5. Qua non ci posso stare

Nelle famiglie del Nord Italia l'8 settembre ha portato nuove preoccupazioni: che fare? Come comportarsi? Nicola Adduci ci racconta la nascita della Repubblica di Salò, mentre il Nero torna a sperare in un futuro fascista. Gino sbanda, si toglie la divisa, torna a Torino e poi nelle valli di Lanzo. Le forze antifasciste si riorganizzano: nascono i GAP, Gruppi di azione Patriottica. Inizia la Resistenza in città!

6. Ha girato l'angolo e non l'abbiamo più visto

Gino per Natale torna a Torino e Irlanda è di nuovo incinta! Nel marzo del '44 a Torino migliaia di operai scendono in sciopero: Luigi Fabbris, alla Snia Viscosa, è uno di loro. Esce il bando Graziani: Gino scappa in montagna.

7. Perché altrimenti io mai saputo niente

Gino è al Montoso, nel pinerolese. È la zona delle Valli Valdesi: una tradizione di libertà che dura da secoli. Gino incontra mondi che non conosceva e si forma una coscienza politica. Incontra il comandante Milan e sceglie il suo nome di battaglia: Irlanda!

8. Chiunque poteva dire è qua

Mentre Gino cresce e combatte in montagna, i GAP a Torino continuano le loro azioni. Giovanni Pesce, Ilio Barontini, Dante Di Nanni e i loro compagni infiammano la primavera.

9. Documenti falsi, ma buoni

I GAP si trasformano: nascono le Squadre di Azione Patriottica, SAP. Non è solo una questione di nomi: la Resistenza si apre ai lavoratori e ai cittadini, e Gino trova la sua collocazione naturale tra loro. La Torino di quel periodo riserva molte sorprese: il professor Valletta in qualche misura protegge i comunisti, che difendono la fabbrica dai tedeschi in ritirata.

10. Ci siamo preparati delle molotov, ne avevamo 2 a testa

Come vivono la Resistenza quelli che non vi partecipano? Una digressione famigliare: la vicenda dei fucilati di Caluso. A Torino è vietato circolare in bicicletta, ma il vento è cambiato in città, e il distintivo della Repubblica bisogna nasconderlo. Gino ci racconta l'arte di costruire uno Sten, il famoso mitra degli inglesi!

11. Era tutto un bagliore

Aldo dice ventisei per uno: è insurrezione. A Torino infuria la battaglia di stazione Dora, Gino è lì. Il Nero è diventato uno degli ultimi cecchini cha dai tetti della Città disperatamente si oppongono ai liberatori. Carlo Chevallard scrive all'amico Gualino una lettera amara.

12. Ho detto io faccio il meccanico, faccio il meccanico

Gino Belluzzo e Gianni Agnelli lasciano la Fiat nello stesso giorno: l'Avvocato ha deciso che si godrà la vita ancora qualche anno, e a Gino proprio non gli va di stare in fabbrica. Il pane del padrone ha sette croste…Gino vuole essere libero, come Libertino Faussone detto Tino, il protagonista de La chiave a stella di Primo Levi