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Radio3 Mondo -

Ogni giorno alle 6.50 la rassegna della stampa estera; dal lunedì al venerdì alle 11.00 personaggi, storie e eventi dall'attualità internazionale

Radio3 mondo offre quotidianamente una scelta ragionata degli articoli delle maggiori testate straniere nella rassegna stampa in onda alle 6.50. E continua a parlare di mondo con i suoi protagonisti alle ore 11.00 mettendo a fuoco eventi, luoghi e storie.

Lista episodi

01 Giu 2023

La commissione anti-russa della Polonia | Darfur, l'altra guerra del Sudan

Lunedì, il presidente polacco Andrzej Duda ha firmato una legge che istituisce una nuova potente commissione per indagare sull'influenza russa sui politici polacchi e rimuovere dalle cariche pubbliche chiunque sia ritenuto colpevole. La legge è stata pesantemente criticata dall'opposizione liberale e da esperti legali per aver apparentemente creato una commissione controllata dal partito Legge e giustizia (PiS) al governo che sarà in grado di escludere dalla vita politica quegli individui che si diranno essere stati influenzati dagli interessi russi. Secondo alcuni sarebbe proprio Donald Tusk, l'ex primo ministro del PO e leader dell'opposizione, l'obiettivo principale della nuova legge, tanto che l'opposizione persino soprannominato il provvedimento #LexTusk. Il PiS ha ripetutamente accusato Tusk di aver agito nell'interesse della Russia in passato. Ne parliamo con Fabio Turco, giornalista di Centrum Report, progetto giornalistico sui paesi dell'Europa Centrale in collegamento da Varsavia. La foresta di Białowieża al confine tra Polonia e Bielorussia continua a essere terra di quei richiedenti asilo che rimangono intrappolati nel rimbalzo tra le autorità polacche e bielorusse, con Varsavia che continua a effettuare respingimenti alla frontiera. Ne parliamo con Sabato Angieri, giornalista de il manifesto. Dalle testimonianze strazianti di rifugiati che attraversano il confine con il Chad per sfuggire ai feroci combattimenti nella regione sudanese del Darfur occidentale, emerge come il conflitto in Darfur sia "l'altra guerra" del Sudan. Ne parliamo con Virginia Pietromarchi, inviata di Al Jazeera English. Con Marina Lalovic ai microfoni.
29 min
31 Mag 2023

Droni su Mosca | La Spagna al voto anticipato

Il Presidente Vladimir Putin ha dichiarato martedì che il più grande attacco di droni mai effettuato dall'Ucraina su Mosca è stato un tentativo di spaventare e provocare la Russia, e che le difese aeree intorno alla capitale saranno rafforzate. La Russia ha dichiarato che otto droni hanno preso di mira aree civili di Mosca e della regione di Mosca - con una popolazione di oltre 21 milioni di abitanti - nelle prime ore di martedì, ma sono stati abbattuti o deviati con speciali disturbatori elettronici. Un assistente presidenziale ucraino ha negato che Kiev sia direttamente coinvolta nell'attacco di Mosca, ma ha affermato che l'Ucraina si sta divertendo ad osservare gli eventi e prevede che ne arriveranno altri: ne parliamo con Alberto Zanconato, corrispondente ANSA da Mosca. La notte elettorale del 28 maggio ha segnato un prima e un dopo nella storia recente della politica spagnola, consegnando alle destre una chiara vittoria alle elezioni locali in tutta la nazione. Il presidente del governo Pedro Sánchez – che guida un governo di coalizione di sinistra dal gennaio 2020, già premier dal 2018 – ha quindi annunciato che le elezioni generali 2023, che dovevano tenersi non prima dell'autunno, verranno anticipate al 23 luglio. "Ho comunicato al Capo dello Stato (il Re Felipe VI) la decisione di convocare un Consiglio dei Ministri oggi pomeriggio per sciogliere le Corti e procedere alla convocazione di elezioni generali", ha affermato Sánchez in un messaggio lanciato nella mattina di ieri, 29 maggio. L'annuncio ha sorpreso tutti e per molti analisti Sánchez sta giocando una partita sul filo, cercando anche di mettere in difficoltà i rivali del PP che adesso dovranno decidere come affrontare, dal punto di vista delle alleanze, gli estremisti di Vox che hanno registrato un grande successo elettorale. Poco tempo fa, la ministra del Lavoro Yolanda Díaz ha lanciato invece una nuova formazione di sinistra, Sumar, che vorrebbe mobilitare proprio quel tipo di elettorato che ultimamente non ha votato. Quali scenari si delineano per la Spagna che ha inoltre di fronte il semestre di presidenza del Consiglio dell'Unione Europea? Ne parliamo con Lorenzo Pasqualini, giornalista freelance residente a Madrid, collabora con diverse testate ed è autore del sito El Itagnol. Al microfono, Marina Lalovic
29 min
30 Mag 2023

Kosovo, nuovi scontri a nord | Vučić e armi al centro delle manifestazioni in Serbia

I serbi del Kosovo si sono radunati davanti agli edifici municipali del Kosovo settentrionale, a maggioranza serba, protestando contro l'insediamento sindaci di etnia albanese appena eletti, mentre la polizia del Kosovo e la missione di pace della NATO in Kosovo, KFOR, hanno aumentato la loro presenza per proteggere l'area. Le proteste sono iniziate venerdì, primo giorno di lavoro dei sindaci appena eletti, quando decine di cittadini e poliziotti sono rimasti feriti, così come 34 militari del personale KFOR. I serbi locali negano la legittimità delle recenti elezioni, che hanno boicottato in massa e in cui ha votato solo il 3,47% delle persone. Sia l'UE che gli Stati Uniti hanno criticato le autorità kosovare per aver usato la forza per far entrare i sindaci contestati nei loro edifici comunali e per aver destabilizzato la situazione nel nord del Kosovo e hanno messo in guardia da qualsiasi azione che possa infiammare le tensioni etniche. | Due grandi raduni politici si sono tenuti a Belgrado alla fine della scorsa settimana: venerdì si sono riuniti i sostenitori del partito di governo SNS del presidente Aleksandar Vučić e sabato si sono invece tenute le proteste antigovernative "Serbia contro la violenza" guidate dall'opposizione per chiedere le dimissioni del presidente Vucic a seguito di due sparatorie di massa avvenute all'inizio del mese a Belgrado e nelle sue vicinanze. Vučić ha annunciato che avrebbe parlato al raduno SNS di venerdì come presidente del Paese, non come presidente del partito. "La gente ha cercato qualcuno da incolpare dopo due tragedie e le proteste hanno riunito molte persone che vogliono che qualcosa cambi o che i loro figli siano più sicuri", ha detto Vučić. La manifestazione di venerdì è stata seguita sabato dalla quarta protesta antigovernativa "Serbia contro la violenza", guidata dall'opposizione, cominciata davanti all'Assemblea nazionale e che si è conclusa di fronte all'emittente nazionale RTS. Ne parliamo con Srdjan Cvijić, politologo e analista per le relazioni esterne dell'Unione europea, Senior Policy Analyst presso la Open Society Foundations di Bruxelles e membro del gruppo di consulenza politica dei Balcani in Europa. Con Marina Lalovic ai microfoni.
29 min
29 Mag 2023

La nuova Turchia di Erdogan

Oggi si apre il secolo della Turchia. Con queste parole Recep Tayyip Erdoğan saluta il paese che gli ha dato il 52% dei consensi e la vittoria alle elezioni. Resterà presidente per altri 5 anni confermando un potere che dura da due decenni, se non tre. Come cambierà la Turchia, come cambieranno i suoi rapporti con l'Europa, col mondo? Perché se è vero che questo voto è importante in sé per il futuro della paese, è altrettanto vero che lo scenario internazionale dipende più che mai da Ankara. Ucraina, Siria, Libia, come si muoverà la "nuova" Turchia di Erdogan? Ospiti di Pietro Del Soldà e Luigi Spinola: Marina Lalovic, giornalista Rai, in collegamento da Istanbul; Marco Ansaldo, giornalista, vaticanista e storico, consigliere scientifico di Limes; Futura D'Aprile, giornalista freelance, oggi a Istanbul, nei giorni precedenti è stata a Gaziantep e Diyarbakir; Fazila Mat, giornalista e ricercatrice di Osservatorio Balcani e Caucaso; Burak Arzova, economista e opinionista di Bloomberg, insegna alla Marmara University di Istanbul; Federico Donelli, insegna Relazioni internazionali all'università di Trieste; Beda Romano, corrispondente del Sole 24 Ore a Bruxelles, dove segue le istituzioni comunitarie e la Nato; Alessia Chiriatti, responsabile del Programma Formazione IAI, insegna International Relations and Global Politics presso l'Università degli Studi di Perugia e Assistente alla cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali presso l'università LUISS Guido Carli e l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Claudia Gazzini, senior analyst per la Libia dell'International Crisis Group; Alessandro Marrone, responsabile del programma "Difesa" e responsabile di ricerca nel Programma "Sicurezza" dello IAI - Istituto Affari Internazionali.
83 min
26 Mag 2023

Ballottaggio turco e rifugiati siriani

Sinan Ogan, considerato l'ago della bilancia al secondo turno delle elezioni presidenziali turche in programma domenica prossima, ha dichiarato che sosterrà il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Nel frattempo, Ümit Özdağ, leader del Partito della Vittoria (ZP) di estrema destra, ha appoggiato il candidato dell'opposizione Kemal Kılıçdaroğlu, a causa della promessa di quest'ultimo di rimandare indietro milioni di rifugiati (siriani) in Turchia. E mentre nel Paese si gioca la partita elettorale, il presidente siriano Bashar al Assad è riemerso sullo scacchiere politico regionale partecipando, lo scorso 19 maggio, al summit della Lega Araba a Gedda, in Arabia Saudita, per la prima volta da 13 anni. La Siria era stata sospesa alla fine del 2011 dopo la sanguinosa repressione delle proteste anti-regime. Il conflitto in Siria ha causato milioni di rifugiati e, secondo un rapporto della Rete siriana per i diritti umani, 14 milioni di siriani si trovano ora di fronte a una barriera quasi insormontabile per tornare alle loro case dopo che il governo ha approvato leggi che danno allo Stato il potere di confiscare le loro terre e proprietà. Ne parliamo con Asmae Dachan, giornalista e scrittrice italo-siriana, con Giuseppe Didonna, corrispondente AGI da Istanbul e con Lorenzo Trombetta, corrispondente ANSA e Limes da Beirut, analista sul Medio Oriente e autore di "Negoziazione e potere. Alle radici dei conflitti e dintorni in Medio Oriente" (Mondadori Università, 2022). Ai microfoni, Luigi Spinola
29 min
24 Mag 2023

L'accordo per salvare il fiume Colorado | I tanti candidati dell'Argentina

Gli stati degli Stati Uniti concordano un accordo rivoluzionario per impedire il prosciugamento del fiume Colorado: California, Arizona e Nevada concordano con il governo per prelevare circa il 13% in meno di acqua dal fiume colpito dalla siccità. Ne parliamo con Giulio Boccaletti, autore di "Acqua, una biografia" (Mondadori 2022) e ricercatore associato onorario presso la Smith School dell'università di Oxford. Dollarizzazione dell'economia, abolizione dell'istruzione pubblica per "non essere più ostaggio del sistema di indottrinamento statale", grida dal palcoscenico, giubbotto di pelle, armi libere e bandiere degli Stati confederati: è quello che si ascolta e si osserva a un comune raduno del nuovo leader dell'ultradestra argentina, Javier Milei, che dalle elezioni legislative del 2021 si sta facendo largo nella scena politica del Paese con il suo partito "La libertad avanza". Molti analisti sostengono che la sua avanzata sia più scenica che reale ma ciò non toglie che le altre forze politiche non riescano ancora, a pochi mesi dalle presidenziali di ottobre, a esprimere dei candidati efficaci: il PRO, partito nato con l'ex presidente Mauricio Macri che ha già annunciato che non si candiderà, non riesce a mettersi d'accordo sebbene potrebbe inclinarsi verso l'attuale governatore della capitale, Horacio Rodríguez Larreta; la coalizione governativa peronista Frente de Todos (FdT) sembra puntare sulla sua leader Cristina Kirchner che però continua a ripetere che non si candiderà. Cresce però l'attesa il suo discorso previsto per il 25 maggio in Plaza de Mayo. Il Paese intanto è alle prese con una situazione economica complicata che ha fatto aumentare la povertà. Il presidente argentino Alberto Fernandez, e diverse persone scese in piazza a Buenos Aires, hanno criticato duramente la settimana scorsa il Fondo Monetario Internazionale (FMI), in un clima di crescenti tensioni con l'istituto di credito, mentre il Paese si trova ad affrontare un'inflazione vicina al 109% e la diminuzione delle riserve di dollari. Ne parliamo con Paolo Galassi, freelance da Buenos Aires, collabora con Avvenire, Il Venerdi di Repubblica e Rai Italia. Con Luigi Spinola ai microfoni.
29 min
23 Mag 2023

Bakhmut contesa | La guerra arriva a Belgorod | La battaglia per lo spazio post-sovietico

Battaglia sul suolo russo, morti e feriti a Belgorod. Lunedì due milizie di combattenti russi contrari al governo di Vladimir Putin hanno attaccato alcuni piccoli paesi nella regione russa di Belgorod, al confine con l'Ucraina, annunciando di aver cominciato un'operazione per «liberare» il territorio russo. Le autorità hanno risposto inviando l'esercito e promettendo di «distruggere» le milizie: ne parliamo con Marta Serafini, giornalista ed inviata del Corriere della Sera in Ucraina e autrice del libro "L'Ombra del nemico" (ed.Solferino, 2020) e con Orietta Moscatelli, caporedattore esteri Aska News e analista Limes per la Russia. Decine di migliaia di moldavi si sono radunati domenica nella capitale Chisinau per sostenere la spinta del governo filo-occidentale verso l'Europa, a fronte di quelli che, secondo i funzionari, sono gli sforzi russi per destabilizzare il Paese. Una settimana fa l'assemblea di una regione filorussa della Moldavia, la Gagauzia, ha approvato l'elezione di un leader locale intenzionato a migliorare i legami con Mosca, una mossa che ha scatenato uno scontro con il governo filoeuropeo del Paese. Le elezioni, sospettate di brogli, potrebbero essere invalidate il 22 maggio dalla Corte d'appello della regione. Anche in Georgia i cittadini sono scesi in strada i giorni scorsi, per protestare contro la ripresa dei voli diretti tra la Russia e la Georgia, poco più di una settimana dopo che il Cremlino ha inaspettatamente revocato un divieto che durava da quattro anni: ne parliamo con Monica Ellena, Caporedattrice est Europa e Asia centrale dell'Institute for war e peace reporting di Londra. Ai microfoni, Luigi Spinola.
28 min
19 Mag 2023

Il multilateralismo secondo Pechino | Francia, la siccità non va in vacanza

Il Giappone ospita, a Hiroshima, il summit del G7 e intanto La Cina di Xi ospita il vertice sull'Asia centrale, mentre l'influenza russa si affievolisce. I leader di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan sono a Xian per un incontro di due giorni. Del multilateralismo secondo Pechino parliamo con Romeo Orlandi, Presidente Osservatorio Asia. Sta piovendo in Italia e anche in Francia ma, nonostante questo, molte province non sono riuscite a ricaricare le falde acquifere. A metà maggio, il livello medio delle acque sotterranee in 31 province era ancora "basso" o addirittura "molto basso". La situazione è addirittura peggiorata in diverse zone. Quello che poteva apparire un fenomeno in contraddizione con la siccità, che allarma gli specialisti e che ha già motivato l'adozione di ordinanze di limitazione dell'uso dell'acqua in molte province, risulta non esserlo affatto. Per comprendere la coesistenza di pioggia e siccità, gli esperti affermano come sia importante ricordare che "al momento la vegetazione cattura tutta l'acqua piovana perché sta crescendo" pertanto solo "una piccola parte dell'acqua si infiltra nelle falde acquifere, ma senza consentire una ricarica sufficiente a compensare il deficit". La Spagna intanto, anche lei colpita da una forte siccità, ha approvato un piano di emergenza per gli agricoltori da 2,2 miliardi di euro: ne parliamo con Eric Jozsef, corrispondente in Italia di Libération e co-fondatore dell'associazione EuropaNow! La XXI Campagna Abbiamo riso per una cosa seria Focsiv torna sabato 20 e domenica 21 maggio con i pacchi di riso Roma, 100% italiano della FdAI - Filiera Agricola Italiana. Agricoltori italiani e di tutto il mondo con i consumatori insieme per l'agricoltura familiare: ne parliamo con Andrea Stocchiero di Focsiv. Al microfono, Anna Maria Giordano
29 min
18 Mag 2023

USA, rischio reale di default? | La Cina al centro del G7 a Hiroshima

Senza un aumento del tetto del debito gli Stati Uniti potrebbero andare in default l'1 giugno, scatenando una "tempesta economica e finanziaria senza precedenti". Janet Yellen suona l'allarme su un'emergenza per la quale una soluzione appare ancora lontana, tanto che Joe Biden è costretto ad accorciare il viaggio in Asia e rientrare negli Usa subito dopo il G7 per cercare un accordo con i repubblicani ed evitare il default. Da parte sua, il presidente della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, pur sottolineando come le rispettive posizioni siano ancora lontane, si apre a un accordo "entro il fine settimana". Biden salterà le altre due tappe in Papua Nuova Guinea e Australia, dove avrebbe dovuto partecipare all'incontro dei Quad. Si riuscirà a trovare un accordo? Ne parliamo con Raffaella Baritono, professoressa ordinaria di Storia e Politica degli Stati Uniti d'America presso la Scuola di Scienze Politiche dell'Università di Bologna. In Giappone intanto la Cina sarà in cima all'agenda del G7. Gli Stati Uniti si attendono un accordo generale sui principi che definiscono il rapporto dei Paesi del G7 con Pechino, spiegano funzionari americani alla vigilia del summit. L'Unione europea è d'accordo, ha evidenziato Ursula von der Leyen prima della partenza. «Abbiamo visto esempi di coercizione economica, per esempio contro la Lituania; abbiamo visto pratiche simili contro Giappone e Australia», ha detto la presidente della Commissione europea. Quali i temi che verranno trattati a Hiroshima questo fine settimana? Ne parliamo con Ettore Greco, Vice-presidente esecutivo dello IAI, responsabile del programma di ricerca IAI "Multilateralismo e governance globale". Al microfono, Anna Maria Giordano.
29 min
17 Mag 2023

Attacchi aerei su Khartoum | Il prezzo del (nostro) gas

Gli attacchi aerei e i colpi di artiglieria hanno scosso ieri gran parte della capitale del Sudan, Khartoum, e le città vicine, mentre i combattimenti tra le fazioni in guerra del Paese si sono notevolmente intensificati. E' passato un mese da quando è esplosa la violenza in Sudan, centinaia di migliaia di persone sono state sfollate a causa di bombardamenti e spari, principalmente nella capitale. I molti che si trovano ancora bloccati nella città di Port Sudan devono ora affrontare il caldo estremo e la mancanza d'acqua e riparo. Intanto i negoziati non sembrano avere successo: ne parliamo con Irene Panozzo, ex consigliere politico della UE sul Corno d'Africa e tra i soci di Lettera22. I giacimenti di gas hanno attirato investimenti stranieri in Mozambico ma hanno anche fatto scoppiare una violenta insurrezione. La volontà di mettere "le mani sul gas mozambicano" ha fatto sì che le principali aziende internazionali si siano riversate nel Paese. Tra le multinazionali presenti ci sono la francese Total, la statunitense Exxon Mobil e l'italiana ENI. Il conflitto che affligge Cabo Delgado, la provincia più settentrionale del Paese, dove dal 2017 i ribelli del gruppo Ansar al sunna wa jammah, meglio noti come Al-shabab, seminano morte e distruzione, riunisce tutti gli elementi tipici della cosiddetta maledizione delle risorse. A rimetterci però, come sempre, sono i civili: ne parliamo con Stefano Liberti, giornalista, documentarista e scrittore. Autore, insieme al fotografo Francesco Bellina, del reportage uscito su Internazionale"Le mani sul gas mozambicano" e di diversi libri: "Terra bruciata" (ed. Rizzoli), "I signori del cibo. Viaggio nell'industria alimentare che sta distruggendo il pianeta" (Minimum fax 2016), Land Grabbing (2013, Verso books). Le #Interferenze di Andrea Borgnino ci porteranno alla scoperta di una storia radiofonica che parte della guerra in Eritrea fino ad arrivare alla fondazione di più di 500 radio, dal Togo al Mali, dal Senegal al Burkina Faso passando per il Benin e, appunto, l'Eritrea. Al microfono, Anna Maria Giordano.
28 min
16 Mag 2023

Il leak su Prigožin | FBI e Russiagate | La Tailandia "va avanti"

Yevgeniy Prigozhin, capo del gruppo mercenario privato Wagner Group, si è offerto di fornire all'Ucraina le posizioni delle truppe russe secondo una fuga di notizie pubblicata dal Washington Post. Secondo alcuni documenti riservati dell'intelligence americana visti in esclusiva dal Post, a gennaio Yevgeniy Prigozhin, il capo del gruppo di mercenari russi Wagner, avrebbe offerto di rivelare all'Ucraina le posizioni militari dell'esercito russo in cambio del ritiro dell'esercito ucraino dalla cittadina ucraina di Bakhmut. L'esercito ucraino, però, non avrebbe accettato l'offerta: ne parliamo con Antonella Scott, segue Russia e Ucraina per il Sole24ore. Intanto John H. Durham, il consulente speciale dell'era Trump che per quattro anni ha portato avanti un'indagine politicamente intricata sul Russiagate, ha accusato l'FBI di aver "scontato o ignorato intenzionalmente informazioni materiali" che contrastavano la narrativa della collusione tra Donald J. Trump e la Russia in un rapporto finale reso pubblico ieri: ne parliamo con Marta Ottaviani, giornalista che collabora con Avvenire e Qn, autrice di "Brigate russe, la guerra occulta del Cremlino contro l'occidente", edizioni Bompiani. In Tailandia infine, l'opposizione riformista ha conquistato il maggior numero di seggi e la più ampia quota di voto popolare in un'elezione generale, dopo che gli elettori hanno sonoramente respinto i partiti sostenuti dai militari che hanno governato il Paese del sud-est asiatico per quasi un decennio: ne parliamo con Massimo Morello, giornalista per Il Foglio specializzato in Sud est asiatico e residente a Bangkok. Al microfono, Anna Maria Giordano
28 min
15 Mag 2023

Ratio3 Mondo - Tutta la città ne parla | Speciale Città Mondo: le elezioni in Turchia

64 milioni di persone al voto in Turchia per scegliere il presidente e eleggere il nuovo Parlamento, affluenza all'87%, ma questi numeri non sono bastati per avere il vincitore in questa prima tornata e bisognerà aspettare il risultato del ballottaggio per sapere se la Turchia cambierà rotta dopo 20 anni o confermerà ancora la sua fiducia al premier Erdogan. Rovesciati infatti i pronostici della vigilia che davano in testa l'oppositore del presidente Kemal Kilicdaroglu, ora la Turchia dovrà affrontare altre due settimane di campagna elettorale per concludere il percorso di un voto che è cruciale non solo per i suoi cittadini ma per tutta l'area del Medioriente e non solo. Ospiti di Pietro Del Soldà e Annamaria Giordano: Marina Lalovic, giornalista Rai, in collegamento da Istanbul; Costanza Spocci, giornalista e conduttrice di Radio3 Mondo; Azzurra Meringolo, giornalista Rai presso la redazione esteri del Giornale Radio, in collegamento da Ankara; Lea Nocera, studiosa di Turchia contemporanea, traduttrice, audiodocumentarista, curatrice della rubrica "La finestra sul mediterraneo" per Zazà su Radio3; Giampiero Massolo, presidente dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, già Segretario Generale della Farnesina; Marco Ansaldo, giornalista, vaticanista e storico, consigliere scientifico di Limes; Emma Bonino, leader di +Europa, già commissaria europea per gli aiuti umanitari, più volte ministra; Eleonora Trentini, editor per la testata editoriale economica indipendente Lavoce.info; Gianfranco Schiavone, giurista, vicepresidente ASGI, Associazione di Studi Giuridici sull'Immigrazione.
80 min
12 Mag 2023

Frontiera chiusa | Turchia al bivio

Si complica la situazione al confine tra Messico e Stati Uniti. A partire da domani non sarà più applicato il "Title 42", una parte della legge sull'immigrazione che consentiva di effettuare rapidamente respingimenti, pur mantenendo qualche flessibilità. Nelle principali città di confine come El Paso in Texas, divisa da Ciudad Juárez in Messico dal Rio Grande, migliaia di persone sono state radunate in campi di accoglienza di fortuna in attesa di avere notizie sulle nuove regole. Le autorità locali hanno segnalato una situazione molto difficile, con un aumento dei flussi che potrebbe proseguire nelle prossime ore. Ne parliamo con Fausta Speranza, giornalista dell'Osservatore Romano e autrice del libro "Messico in bilico, viaggio da vertigine nel paese dei paradossi" (ed. Infinito, 2018) e di "Il senso della sete" (ed. Infinito, 2022, in ristampa). Ascolteremo inoltre la voce di Giovanni Lepri, rappresentante in Messico dell'UNHCR, l'alto commissariato della Nazioni Unite per i rifugiati. I turchi intanto si trovano a un punto di svolta storico: scegliere tra due candidati alla presidenza che offrono percorsi drasticamente diversi per il futuro del Paese. Dopo oltre 20 anni di potere, Recep Tayyip Erdogan promette una Turchia forte e multilaterale e la creazione di sei milioni di posti di lavoro e accusa l'Occidente di cercare di farlo cadere. Il suo principale rivale, Kemal Kilicdaroglu, sostenuto da un'ampia opposizione, vuole riportare questo Stato membro della Nato verso una posizione filo-occidentale: ne parliamo con Lea Nocera, docente di turco e storia Turchia contemporanea all'Università L'Orientale di Napoli. Al microfono, Roberto Zichittella.
28 min
11 Mag 2023

Botta e risposta Israele-Palestina | Cile, la mano destra sulla Costituzione

In una tensione costante, negli ultimi giorni la situazione tra Israele e Palestina si è inasprita ulteriormente: i jet da combattimento israeliani hanno le postazioni di lancio dei razzi della Jihad islamica nel nord di Gaza dopo il lancio di razzi verso le comunità di confine israeliane. L'Egitto ha tentato di mediare, senza successo. Gli Stati Uniti stanno esortando Israele a ridurre la tensione dopo l'uccisione di 25 palestinesi nell'operazione a Gaza: ne parliamo con Maria Gianniti, corrispondente RAI da Gerusalemme. In Cile intanto si è votato nel fine settimana per i consiglieri che andranno a comporre la nuova commissione costituente: il Partito Repubblicano di José Antonio Kast, fiero sostenitore della dittatura di Pinochet, ha ottenuto il 35% dei voti e con la destra tradizionale, Chile Seguro (21%), controllerà la stesura della Costituzione. Il partito di governo del presidente Boric, con il 28%, cade e perde il potere di veto. Dopo anni di proteste, "el estallido social" non ha per ora portato al risultato sperato dai cileni, che in quelle manifestazioni hanno rischiato – e spesso perso – la vita e la loro incolumità. Questo voto fa emergere la crisi dell'esecutivo guidato dal presidente Boric. Se da un lato infatti il Cile ha da poco approvato un'importante riforma che porta le ore lavorative a 40 a settimana, dall'altro a inizio aprile è stata approvato a larga maggioranza un progetto di legge chiamato Nain-Retamal, dal cognome di due carabineros uccisi nel 2020 e nel 2022. Il testo approvato dà alla polizia più libertà di agire e innalza le pene per chi commette reati contro le forze di sicurezza e ha ottenuto i voti della sinistra tradizionale e della destra. Gran parte della coalizione di origine del presidente ha però voltato le spalle all'articolo più controverso: quello che sancisce nel Codice penale la legittima difesa privilegiata per i funzionari di polizia e dell'ordine pubblico. Ne parliamo con Elena Basso, giornalista freelance, collabora con testate italiane e internazionali, in collegamento da Santiago del Cile. Al microfono, Roberto Zichittella
29 min
10 Mag 2023

Scontro Canada-Cina | Sciopero a Hollywood

Tra Cina e Canada aumenta la tensione diplomatica: la Cina ha espulso il console canadese a Shanghai come ritorsione per il fatto che Ottawa ha rimandato a casa un diplomatico cinese accusato di aver tentato di intimidire un parlamentare canadese. Lunedì il Canada ha dichiarato la diplomatica cinese Zhao Wei "persona non grata" e le ha ordinato di lasciare il Paese. In risposta, la Cina ha ordinato l'allontanamento di Jennifer Lynn Lalonde, diplomatica canadese presso il consolato di Shanghai. Intanto il ministro degli Esteri cinese ha condannato le proposte dell'UE di imporre sanzioni alle aziende cinesi per aver sostenuto la Russia, giurando di reagire "con rigore e fermezza" per difendere le proprie imprese. Ne parliamo con Simone Pieranni, giornalista di Chora media, co-fondatore di China Files, autore di Red Mirror e La Cina nuova (Laterza) e del podcast Altri Orienti. La Writers Guild of America, che rappresenta 11.500 sceneggiatori, è entrata in sciopero martedì dopo il fallimento delle trattative contrattuali con gli studios, i servizi di streaming e i network. Alla fine della settimana, mentre le aziende rispondevano al sindacato attraverso i media e gli sceneggiatori in sciopero celebravano l'interruzione delle riprese di spettacoli basati su copioni finiti, il sindacato ha iniziato a lavorare con i suoi sceneggiatori. Il W.G.A. ha promesso di rimanere in sciopero per tutto il tempo necessario. "La settimana ha dimostrato, credo, quanto siano impegnati e ferventi i sentimenti degli scrittori riguardo a tutto questo", ha dichiarato venerdì in un'intervista Chris Keyser, presidente del comitato di negoziazione del W.G.A. L'ultimo sciopero degli scrittori, iniziato nel 2007 e terminato nel 2008, è durato più di tre mesi. Ne parliamo con Giorgio Glaviano, presidente di Writers Guild Italia e autore di "Presto verrai qui" (Marsilio ed. 2022). Al microfono, Roberto Zichittella
28 min
09 Mag 2023

Tensione sulla Piazza Rossa | La Serbia a mano armata

Il discorso del presidente russo Vladimir Putin durante la parata commemorativa della vittoria sovietica sulla Germania nazista arriva dopo una settimana turbolenta, in cui i droni hanno attaccato il Cremlino e il capo di Wagner Group Prigožin ha minacciato l'ammutinamento. Venerdì scorso, Putin ha voluto discutere i preparativi per la parata celebrativa in una riunione con il suo consiglio di sicurezza. Le autorità hanno vietato l'uso dei droni e alla polizia sono stati distribuiti dei binocoli per individuare i droni in arrivo ma anche prima dell'attacco del drone al Cremlino, c'erano stati segnali di disagio tra la leadership russa per le celebrazioni per i timori di attacchi ucraini. Nel frattempo, almeno sei regioni hanno rinunciato alle celebrazioni. Intanto il Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskyy ha presentato alla Verkhovna Rada, il parlamento monocamerale dell'Ucraina, un disegno di legge che propone di istituire l'8 maggio come Giornata della memoria e della vittoria sul nazismo nella Seconda guerra mondiale del 1939-1945 e ha firmato un decreto per celebrare la Giornata dell'Europa il 9 maggio. Ne parliamo con Liana Mistretta, Corrispondente Rai Mosca e con Carolina De Stefano, docente di Storia e Politica russa alla LUISS. Andremo poi in Serbia, dove in seguito a due stragi per armi da fuoco le persone sono scese in piazza a Belgrado e le proteste sono diventate anche una critica al governo: ne parliamo con Stefano Giantin, giornalista freelance in collegamento da Belgrado, si occupa di Balcani e di Europa centro-orientale e collabora con Ansa Nuova Europa e con Il Piccolo di Trieste. Al microfono, Roberto Zichittella
28 min
08 Mag 2023

Diplomazia in movimento: la Lega Araba riammette la Siria; visita storica del PM giapponese a Seoul

La Siria sta uscendo dall'isolamento diplomatico degli ultimi 10 anni e riallaccia i rapporti con il mondo arabo. Il presidente siriano Bashar al-Assad è stato negli Emirati Arabi a marzo, i ministri degli esteri saudita e siriano si sono incontrati di recente, la Tunisia ha ripreso i rapporti diplomatici con Damasco dopo 11 anni. Nel frattempo, Siria e Iran hanno firmato un accordo di cooperazione economica. Tutta questa attività sembra il preludio alla prossima riammissione del Paese nella Lega Araba, il cui prossimo summit è previsto per il 19 maggio a Riyadh in Arabia Saudita, ed è stato preceduto da un incontro preparatorio a Gedda che ha riunito il 15 aprile scorso i paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, Egitto, Giordania e Iraq nel corso del quale è stata discussa proprio la possibilità di un invito alla Siria. La Lega Araba è pronta a reintegrare la Siria di Assad? Ne parliamo con Lorenzo Trombetta, corrispondente ANSA e Limes da Beirut, analista sul Medio Oriente e autore di "Negoziazione e potere. Alle radici dei conflitti e dintorni in Medio Oriente" (Mondadori Università, 2022). Diplomazia in movimento anche in Asia con la visita storica del premier giapponese Kishida in Corea del Sud. Il premier del Sol Levante si è recato a Seoul per uno storico bilaterale col presidente sudcoreano Yoon, non avveniva da più di dieci anni. Obiettivo comune: contrastare la minaccia nucleare della vicina Pyongyang. Ne parliamo con Guido Alberto Casanova, junior research fellow all'Osservatorio Asia di ISPI, esperto di Cina, Giappone e Corea. Al microfono, Roberto Zichittella.
28 min
04 Mag 2023

I droni sopra il Cremlino | Diritti adesso, titolo dell'8a edizione del Festival dei Diritti Umani

Le due verità dietro l'attacco a Mosca: la prima chiama in causa gli ucraini, la seconda rovescia la responsabilità sui russi: ne parliamo con Guido Olimpio, giornalista del Corriere della Sera esperto di intelligence. La guerra, la pandemia, i disastri climatici e le crisi umanitarie alimentano l'insofferenza per la democrazia e provocano un senso di distacco sempre più accentuato tra le persone che guardano ormai con diffidenza alla solidarietà tra persone e popoli. In una fase storica così inquieta, le parole "Rights Now", diritti adesso, sono sempre più necessarie, si rafforzano l'una con l'altra. Due parole che sono diventate il titolo dell'ottava edizione del Festival dei Diritti Umani, cominciata ieri a Milano e che continuerà fino al 6 maggio dal vivo presso il Memoriale della Shoah di Milano e Cineteca Milano MIC-Museo Interattivo del Cinema – e online su festivaldirittiumani.stream. Ne parliamo con Paola Barretta, portavoce Carta di Roma APS e ricercatrice Osservatorio di Pavia, che parteciperà all'evento "Le barriere dell'informazione: il giornalismo oltre gli stereotipi e le discriminazioni" e con Susanna Owusu Twumwah, esperta di diaspora e migrazioni specializzata in comunicazione. Cura la comunicazione per no-profit e aziende con un focus verso la cooperazione internazionale, migrazione, diversità e innovazione. Se diciamo "diritti umani" a uno studente, cosa mi risponde? Come interpreta un concetto apparentemente impalpabile? Da 8 anni il Festival dei Diritti Umani se lo chiede e negli ultimi anni ha individuato nei podcast realizzati dagli studenti un modo per trovare la risposta. Dei 38 podcast realizzati da 13 classi provenienti da 10 scuole in tutta Italia, ne sono stati selezionati una decina. Andrea Borgnino con le sue #Interferenze ci farà ascoltare degli estratti da questi lavori.
28 min
02 Mag 2023

Il 1 maggio francese | il Pakistan (quasi) senz'acqua, cibo e GNL

La Giornata internazionale dei lavoratori, posta sotto il segno dell'opposizione alla riforma delle pensioni - che alza età pensionabile da 62 a 64 - , è stata segnata in Francia da una massiccia mobilitazione ma anche da un aumento degli scontri. Secondo un rapporto provvisorio del Ministero dell'Interno, sono state arrestate più di 291 persone e 108 agenti di polizia e gendarmi sono rimasti feriti. La CGT ha contato 2,3 milioni di manifestanti in Francia, di cui 550.000 a Parigi, mentre il Ministero dell'Interno ne ha contati 782.000, di cui 112.000 nella capitale. Si tratta di un numero di persone da sette a dieci volte superiore a quello del 2022, e supera anche la mobilitazione del 2009, data del precedente Primo Maggio congiunto degli otto principali sindacati (all'epoca, la CGT contò 1,2 milioni di manifestanti; la polizia 456.000). Quali le prospettive? Ne parliamo con Anna Maria Merlo, corrispondente de Il Manifesto a Parigi. Il Ministero delle Finanze del Pakistan ha dichiarato che l'inflazione ad aprile potrebbe aver raggiunto un record. Questo dopo che il Paese è stato costretto ad aumentare i prezzi dei generi alimentari e dell'energia per ottenere il tanto necessario salvataggio da parte del FMI. L'inflazione ad aprile ha raggiunto il 36%-38%, un record rispetto al già alto valore del 34,8% di marzo. In questo quadro, mentre i prezzi internazionali aumentano e il Paese affronta una crisi energetica e di risorse sempre più scarse per la popolazione, uno dei suoi fornitori a lungo termine di gas naturale liquefatto (GNL), l'ENI, ha guadagnato 500 milioni di dollari facendo parzialmente marcia indietro sugli obblighi contrattuali e vendendo i carichi alla Turchia. E' quanto ha riferito Bloomberg citando l'analisi dell'organizzazione investigativa non-profit Sourcematerial e del gruppo ambientalista italiano Recommon. L'azienda italiana ha un accordo di 15 anni con il Pakistan, in base al quale è tenuta a fornire al Paese un carico di GNL al mese dal 2017 al 2032. Tuttavia, l'ENI non ha consegnato una serie di carichi programmati tra la fine del 2021 e l'inizio del 2023, In un rapporto congiunto, le organizzazioni no profit hanno dichiarato che i carichi di GNL destinati al Pakistan sarebbero stati invece consegnati alla Turchia. Ne parliamo con Alessandro Runci, Campaigner di ReCommon e con Ejaz Ahmad, giornalista e mediatore culturale, ha fondato l'associazione Nuove Diversità e il giornale Azad. Scrive anche per Tehqiq Nama, quotidiano di Islamabad. Al microfono, Laura Silvia Battaglia
29 min
01 Mag 2023

La crisi sudanese | Caos e cultura in Burkina Faso

La crisi del Sudan potrebbe essere "peggiore dell'Ucraina" per i civili, lo ha detto Amina Mohammed, vice segretaria generale delle Nazioni Unite . La situazione continua a peggiorare mentre la popolazione sudanese cerca di fuggire verso i Paesi vicini. Secondo un reportage di Al Jazeera, che ha raccolto diverse testimonianze, molti cittadini sono rimasti bloccati nel Paese perché i loro passaporti si trovano nelle sedi diplomatiche prontamente evacuate, senza però restituire i documenti ai legittimi proprietari che ora si trovano da un lato nel fuoco incrociato fra le due fazioni in lotta e dall'altro nell'impossibilità di lasciare il Paese. Intanto quali le reazioni dei Paesi vicini come Egitto e Arabia Saudita? Ne parliamo con Federico Donelli, professore Relazioni Internazionali Università di Trieste . Situazione sempre più critica per il Burkina Faso, nazione dell'Africa occidentale da sette anni nella morsa di un'insurrezione jihadista con le forze governative che combattono contro gruppi legati ad al-Qaeda e al cosiddetto gruppo dello Stato Islamico. Giovedì scorso è arrivata la notizia di 33 soldati uccisi dai militanti, secondo quanto affermato dall'esercito, che ha fatto sapere come un contingente di truppe sia stato attaccato da sospetti gruppi terroristici armati nella parte orientale del Paese. All'inizio della settimana, uomini in uniforme militare hanno ucciso circa 60 civili nel nord del Burkina Faso. Secondo le Nazioni Unite però, le vittime civili sarebbero 150. Migliaia di persone sono state uccise nei combattimenti, che hanno anche causato due milioni di sfollati e diviso il Paese: le forze armate del Burkina Faso sono state accusate di esecuzioni extragiudiziali. In tutto questo, il Burkina Faso trova ancora la forza e i fondi per investire in cultura: comincia infatti sabato La semaine de la culture, la settimana della cultura, che durerà fino al 6 maggio. Ne parliamo con Ilaria Allegrozzi, Senior researcher sul Sahel a HRW e con Massimiliano Troiani, realizzatore di documentari e servizi fotografici tra Africa, India e America Latina". Ai microfoni, Laura Battaglia
27 min
28 Apr 2023

La Spagna è a secco | Il futuro di Erdogan

È appena primavera e l'Europa è già a secco. Ad aprile, più di un quarto del continente è stato colpito dalla siccità e molti Paesi si stanno preparando a ripetere - o a peggiorare - l'estate secca dell'anno scorso. La siccità, ha dichiarato la scorsa settimana il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez, "sarà uno dei dibattiti politici e territoriali centrali del nostro Paese nei prossimi anni". Intanto un bacino idrico fondamentale per milioni di catalani si sta esaurendo. Ne parliamo con Lorenzo Pasqualini, giornalista freelance residente a Madrid, collabora con diverse testate ed è autore del sito El Itagnol. La polizia turca ha arrestato almeno 126 persone sospettate di legami con il PKK, in vista delle elezioni presidenziali del 14 maggio. Il presidente turco Erdoğan e il suo partito Giustizia e Sviluppo (AKP) stanno combattendo una delle campagne più dure dei loro vent'anni al potere. I sondaggi nazionali lo mettono testa a testa alla corsa elettorale con Kemal Kılıçdaroğlu, il 74enne leader del Partito popolare repubblicano (CHP) che rappresenterà l'opposizione unita al voto presidenziale. La decisione del partito curdo HDP di non schierare un candidato è arrivata appena tre giorni dopo che il leader del CHP ha annunciato la sua candidatura, facendo intendere di supportarlo. Così il destino politico di Erdogan potrebbe essere determinato dai curdi turchi Ne parliamo con Lea Nocera, docente di turco e storia Turchia contemporanea all'Università L'Orientale di Napoli, Zehra Dogan, artista curda con cittadinanza turca, e con Naz Oke, artista, grafica, giornalista, detenuta e fondatrice del webmagazine Kedistan. Luigi Spinola ai microfoni.
29 min
27 Apr 2023

Controffensiva Ucraina e mediazione cinese | I narco-sottomarini e la crisi della coca in Europa

Il presidente ucraino Volodymr Zelensky afferma di aver avuto una telefonata "lunga e significativa" con il cinese Xi Jinping, il loro primo contatto dall'inizio della guerra in Russia. Intanto le forze ucraine basate sul lato occidentale del fiume Dnipro stanno effettuando frequenti raid sulla sponda orientale vicino alla città di Kherson per cercare di cacciare le truppe russe dal territorio. Ne parliamo con Lorenzo Cremonesi, inviato speciale del Corriere della Sera, ora a Melitopol' sulla linea del fronte, e con Giada Messetti, sinologa, autrice del libro "Nella testa del dragone: identità e ambizioni della Nuova Cina", Mondadori editore, e con Pietro Batacchi, direttore di "RID Analytics", Dipartimento di Analisi e Studi di RID. È lungo 20 metri è costruito in vetroresina e soprattutto è "fatto in casa": stiamo parlando del primo "narco-sottomarino" ritrovato un mese fa in Galizia, Spagna, e che viene utilizzato per il traffico di cocaina dal sud America verso l'Europa. La polizia spagnola ha annunciato la scorsa settimana di aver smantellato quello che considera il più grande laboratorio di cocaina d'Europa. La struttura è stata scoperta nella provincia galiziana di Pontevedra, nel nord-ovest del Paese. Il laboratorio, che era gestito da narcotrafficanti messicani e colombiani, era attivo h24 e produceva ogni giorno duecento chili di cocaina pronta al consumo. Ne parliamo con Vincenzo Musacchio, Associated to the Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) a Newark, researcher and member of the Strategic Hub for Organized Crime (SHOC) at Royal United Services Institute (RUSI) a Londra. Docente di diritto penale e criminologia in varie Università italiane ed estere. Con Luigi Spinola ai microfoni.
29 min
26 Apr 2023

Gli Stati Uniti preparano la corsa elettorale | Carovane dal Messico | Annie Moore, immigrata N.0

"Biden non getta la spugna", "Chi non vuole tentare un secondo mandato?". Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tutte le basi per rendere ufficiale la sua candidatura per la rielezione nel 2024. Il video del lancio della campagna, riporta il Times, sarebbe anche già filmato…quello che manca è solo il via libera del capo. La vacuità di Biden, dicono gli analisti, non è un segno che non si candiderà. Nessun democratico ha apertamente dichiarato di voler sfidare Biden alle primarie. Il Presidente in carica ha dimostrato di essere l'unica persona negli Stati Uniti ad aver battuto Donald Trump e rimane tuttora la scommessa più sicura nell'affrontare una rosa di contendenti del partito repubblicano che è ancora in fase di selezione. A detta di tutti, Biden è a bordo e pronto a partire. Eppure, sondaggio dopo sondaggio, la maggioranza del Partito Democratico non vuole che Biden si ricandidi. Ne parliamo con Mario Del Pero, docente di Storia Internazionale e storia della politica estera statunitense all'Institut d'études politiques/SciencesPo a Parigi e autore di "Era Obama" (Feltrinelli) e "Libertà e Impero" (Laterza). Circa 3.000 migranti sono partiti domenica per quello che definiscono un corteo di protesta di massa attraverso il Messico meridionale per chiedere la fine dei centri di detenzione come quello che ha preso fuoco il mese scorso, uccidendo 40 migranti. Il capo dell'agenzia messicana per l'immigrazione intanto è stato citato in tribunale con l'accusa di non aver garantito la sicurezza all'interno dei centri di detenzione per migranti del Paese, in seguito all'incendio che il mese scorso ha ucciso 40 migranti e richiedenti asilo. I repubblicani alla Camera negli USA hanno presentato lunedì un pacchetto sull'immigrazione che propone alcune delle più dure restrizioni alla migrazione attraverso il confine meridionale, ponendo praticamente fine al diritto di asilo per chiunque non attraversi i porti di ingresso legali. Ne parliamo con Lucia Capuzzi, inviata di Avvenire. Racconteremo poi storia di Annie Moore, la prima persona negli Stati Uniti a passare attraverso l'ispezione federale degli immigrati a Ellis Island, nel porto di New York. Era il capodanno del 1892: Annie veniva dall'Irlanda, aveva 15 anni ed era la "migrante zero", la prima dei 12 milioni di migranti (tra cui moltissimi italiani) che fino al 1954 furono costretti a subire umiliazioni, vessazioni e respingimenti da parte degli ispettori della "Porta d'Oro", in quell'isolotto accanto alla Statua della Libertà che era il punto d'entrata del 'sogno americano'. Con Francesco Neri, giornalista e collaboratore di Radio3. Con Luigi Spinola ai microfoni.
28 min
25 Apr 2023

Scappare dal Sudan | L'Etiopia recluta 500.000 donne per il lavoro domestico in Arabia Saudita

Mentre i cittadini sudanesi cercano, molti casi invano, un riparo dai combattimenti, un elenco crescente di paesi ha evacuato diplomatici e cittadini dalla capitale del Sudan mentre feroci combattimenti continuano a infuriare a Khartoum. Una feroce lotta per il potere tra l'esercito regolare e una potente forza paramilitare ha portato alla violenza in tutto il Sudan per più di una settimana. Intanto in Sudan emerge l'influenza del Generale Khalifa Haftar, a capo della Cirenaica in Libia orientale e gli analisti avvertono che l'area potrebbe trasformarsi in un campo di battaglia per diversi attori regionali: ne parliamo con Irene Panozzo, ex consigliere politico della UE sul Corno d'Africa e tra i soci di Lettera22 e con Franco Masini, medico di Emergency rimasto a Kharthoum. Ascolteremo inoltre la voce di Alyona Synenko, portavoce regionale per l'Africa della ICRC, Comitato internazionale della Croce Rossa, raccolta da Giulia De Luca. L'Etiopia recluta 500.000 donne per il lavoro domestico in Arabia Saudita. Dagli anni '80, gli etiopi si sono riversati in Arabia Saudita, Libano e Kuwait in cerca di un lavoro operaio, per lo più organizzato da agenzie di reclutamento etiopi locali o da trafficanti di esseri umani. Questa volta è il governo etiope a supervisionare l'intero processo, compreso il reclutamento e la pubblicità; piovono critiche dagli attivisti per i diritti umani: ne parliamo con Silvia Cirillo, Antropologa africanista, assegnista di ricerca presso l'Università di Urbino. Al microfono, Luigi Spinola.
29 min
21 Apr 2023

Elon Musk e Galileo | Fox paga ma non si lamenta | AntropoChains

La Commissione europea vuole stringere accordi con le compagnie spaziali private americane, come SpaceX di Elon Musk, per "lanciare eccezionalmente i satelliti Galileo", satelliti di navigazione europei all'avanguardia, e lo chiede agli USA a causa dei continui ritardi del sistema di razzi europei di nuova generazione Ariane. Ne parliamo con Emilio Cozzi, giornalista e divulgatore, collabora con Wired, L'Espresso e Ispi ed è conduttore di Space Walks (programma di Raiplay). Gli ascolti del canale televisivo non hanno risentito delle polemiche, dei processi né tantomeno dell'accordo, stipulato all'ultimo minuto, con cui la Fox di Rupert Murdoch si è impegnata a pagare 787,5 milioni di dollari a Dominion Voting Systems, per risolvere la disputa sulle accuse di diffamazione in merito alle elezioni del 2020 "rubate" a Donald Trump. Un notevole esborso ma, secondo molti osservatori, una vittoria per il canale di Murdoch che non solo resta il più visto degli Stati Uniti ma che non dovrà ammettere pubblicamente di aver diffuso falsità sul voto, come invece avrebbe dovuto fare in caso di sconfitta in un eventuale processo. Fox adesso guarda alle elezioni 2024 e da tempo sta sostenendo la candidatura di Ron De Santis. L'allontanamento della rete televisiva da Trump, del quale era stata definita il megafono alle scorse elezioni, potrebbe però essere solo momentaneo. Tutto dipenderà probabilmente dai sondaggi e da chi sarà in testa, ovvero da chi porterà il maggior numero di telespettatori. Ne parliamo con Gregory Alegi, docente di storia degli USA all'Università LUISS. Il mondo contemporaneo risulta essere sempre di più difficile lettura e il domani con più incognite che certezze. Ma come è possibile interpretare le attuali dinamiche e intuire i possibili sviluppi? Ce lo racconta Damiano Greco, analista geopolitico, autore del libro "AnthropoChains. Distopie geopolitiche nella fantascienza" (Rosenberg & Sellier, 2021). Ai microfoni Anna Maria Giordano.
29 min
20 Apr 2023

Di navi spie e rupìe | L'oscuro destino dell'opposizione in Tunisia

La Russia ha un programma per sabotare i parchi eolici e i cavi di comunicazione nel Mare del Nord, secondo nuove accuse. I dettagli provengono da un'indagine congiunta delle emittenti pubbliche in Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia. Intanto nel mercato bancario della Federazione Russa, dopo i depositi in dirham degli Emirati Arabi Uniti, è apparsa un deposito in un'altra valuta "esotica": le rupie indiane. Ne parliamo con Orietta Moscatelli, caporedattore esteri Aska News e analista Limes per la Russia. Le autorità tunisine hanno chiuso la sede del partito di opposizione Ennahdha, un giorno dopo l'arresto del leader Rached Ghannouchi che è stato formalmente accusato di "cospirazione contro la sicurezza dello Stato" sulla base degli articoli 68 e 72 del codice penale. Questo potrebbe addirittura costargli la pena di morte. Ahmed Gaaloul, consigliere di Ghannouchi, ha dichiarato all'emittente Al Jazeera che martedì la polizia stava effettuando una perquisizione dell'edificio e che sarebbe rimasto chiuso per almeno tre giorni. Ghannouchi, leader di lunga data di Ennahdha, è stato arrestato nella sua casa nella capitale, Tunisi, nella tarda serata di lunedì, ultimo di una serie di esponenti dell'opposizione detenuti. Martedì un funzionario di Ennahda ha dichiarato che Ghannouchi è stato portato in ospedale, anche se non sono stati forniti ulteriori dettagli. Ennahdha, un partito "democratico musulmano", era il più grande del parlamento tunisino prima che il presidente Kais Saied sciogliesse la camera nel luglio 2021. Quale destino attende l'opposizione tunisina? Ne parliamo con Arianna Poletti, giornalista freelance di base a Tunisi, membro del collettivo di freelance Fada, che collabora con stampa italiana e internazionale. Ai microfoni Anna Maria Giordano.
28 min
19 Apr 2023

ONU via dall'Afghanistan? | Lula e il club della pace | 80 anni della rivolta nel ghetto di Varsavia

Le Nazioni Unite sono pronte a prendere la "straziante" decisione di ritirarsi dall'Afghanistan a maggio se non riusciranno a convincere i Talebani a far lavorare le donne locali per l'organizzazione, ha dichiarato il capo del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite: ne parliamo con Stefano Sozza, direttore del programma di Emergency in Afghanistan. Nelle sue passate presidenze Lula ha sempre tracciato una diplomazia pragmatica e indipendente, decisa a perseguire gli interessi brasiliani e creare un mondo "multipolare" in un'epoca che allora era di egemonia americana. Oggi l'ordine mondiale è in transizione e il Brasile con Lula di nuovo in testa riadatta le sue alleanze. Il viaggio del presidente brasiliano la scorsa settimana a Pechino ha chiarito che Lula conta sulla Cina per aiutare a rinvigorire il settore industriale brasiliano in difficoltà che risente il contraccolpo delle società statunitensi in uscita. In politica estera promuove il progetto di un "club della pace" sull'Ucraina, di fatto supportando la proposta cinese, sostenendo che "è necessario che gli Stati Uniti smettano di stimolare la guerra e parlino di pace". Ne parliamo con Luigi Spera, giornalista freelance, collaboratore dal Brasile per agenzia Nova e altre testate e autore di "Crimine e Favelas" (ed. Eiffel, 2016). In chiusura: le celebrazioni per gli 80 anni dall'inizio della rivolta nel ghetto di Varsavia, con Adrianna Siennicka, direttrice Istituto Polacco di Roma. Al microfono, Marina Lalovic.
30 min
18 Apr 2023

Kiev vs. Visegrad, la guerra europea del grano | Quando l'orso incontra il dragone

"Nessuna arma cinese trovata sul campo di battaglia, se le troveremo informeremo il mondo intero", ha dichiarato il segretario alla Sicurezza nazionale e alla Difesa di Kiev, Oleksiy Danilov. Quanto è realisticamente probabile che ciò accada? Sembra essere una domanda legittima all'indomani dell'incontro tra il Ministro della Difesa cinese Li Shangfu e il presidente Putin a Mosca. La Cina "è disposta a lavorare con la Russia per attuare pienamente il consenso raggiunto dai due capi di stato", Xi Jinping e Putin, al fine di "rafforzare ulteriormente la comunicazione strategica tra i due eserciti, il coordinamento e la cooperazione multilaterali e dare nuovi contributi al mantenimento della sicurezza e della stabilità mondiali e regionali", è quanto ha detto Li Shangfu dopo l'incontro. Non è mai stato così chiaro che anche la cooperazione militare svolge un ruolo importante nelle relazioni Russia-Cina, come ha detto lo stesso Putin, auspicando che i due eserciti rafforzino la cooperazione in addestramenti congiunti. Intanto la Cina rilancia il suo ruolo di mediatrice ed è "pronta a facilitare la ripresa dei colloqui di pace tra Israele e Palestina". Ne parliamo con Michelangelo Cocco, cofondatore del Centro Studi sulla Cina contemporanea e autore di Xi, Xi, Xi. Il XX Congresso del Partito comunista e la Cina nel mondo post-pandemia (Carocci, 2022). In apertura: una nuova crisi del grano ucraino rischia di coinvolgere l'Europa ma questa volta non si tratta dell'impossibilità per Kiev di esportarlo bensì della volontà dei Paesi dell'Est di non volerlo più importare. Nel fine settimana è cominiciata la rivolta degli agricoltori di Polonia, Slovacchia e Ungheria: ne parliamo con Mattia Bagnoli, corrispondente ANSA da Bruxelles, già corrispondente da Mosca e autore di Modello Putin. Viaggio in un Paese che faremmo bene a conoscere (People, 2021). Al microfono, Anna Maria Giordano.
29 min
14 Apr 2023

Terre in vista

Il nostro destino è un puntino su una mappa: 'chi' siamo è in fondo 'dove' siamo, e il futuro parte ancora da lì. È questo il principio ispiratore della GeoNight, la Notte internazionale della geografia, che Radio3 segue con una programmazione speciale: una puntata a quattro mani di Radio3 Mondo e Radio3 Scienza, in diretta dalla sede della Società Geografica Italiana, nel palazzetto Mattei a villa Celimontana a Roma. Storia, politica ed economia si intrecciano con la cartografia che segna paesi e conflitti; dai satelliti e le nuove esplorazioni alla crisi climatica che trasforma la faccia del pianeta; fino a un giro del mondo tra passeggiate urbane, parkour, torte di mele e musiche, ricerche e iniziative della GeoNight 2023 da ogni parte del mondo. Con Claudio Cerreti, presidente vicepresidente della Società Geografica Italiana (SGI); Massimiliano Tabusi, vicepresidente della SGI; Riccardo Morri, presidente dell'Associazione degli insegnanti di geografia e docente all'Università La Sapienza di Roma; Sandra Leonardi, geografa; Giulia Oddi, geografa e parkourer; Sofia Bonan, studentessa di medicina all'università di Chieti, ha partecipato alla spedizione al Laboratorio Piramide del CNR alla base dell'Everest; Sairi Piñeros, geografa dell'università nazionale della Colombia; Mikayil Tasdemir, studente di geografia all'Université Paris-Cité; Domiziano Piscolla, musicista e laureando in geografia, e gli studenti del liceo scientifico Leonardo Da Vinci che hanno partecipato ai Campionati italiani della Geografia. Al microfono Annamaria Giordano e Roberta Fulci
59 min
13 Apr 2023

Un gulag elettronico | Unicuique suum

Il Parlamento russo ha approvato una legge che prevede l'avvio della notifica dei documenti di leva online. Il Cremlino ha negato che la mossa sia finalizzata ad accelerare l'ulteriore mobilitazione degli uomini russi o a porre fine alla diffusa rinuncia alla leva. Secondo i critici, la legge è un'ulteriore prova della creazione da parte delle autorità di un "Gulag elettronico", con riferimento alla rete di campi di prigionia dell'epoca sovietica. Intanto continuano a peggiorare le condizioni di salute di Alexei Navalny: nella notte tra venerdì e sabato scorsi è stata chiamata un'ambulanza a causa di un "dolore acuto allo stomaco" e "negli ultimi 15 giorni di cella di isolamento" il leader dell'opposizione russa in carcere dal gennaio del 2021 "ha perso 8 chili". Lo scrive su Twitter la sua portavoce, Kira Yarmysh. Ne parliamo con Liana Mistretta Corrispondente Rai Mosca Oggi a Montecitorio viene presentata una proposta di legge per tutelare la permanenza in Italia dei cittadini della Federazione Russa a rischio persecuzione nel loro Paese. Ne parliamo con Andrea Gullotta, docente di russo all'Università di Glasgow e presidente di Memorial Italia, parte dell'associazione Memorial creata a Mosca negli anni '80. Il 13 e il 14 aprile si celebra la Giornata mondiale del Latino promossa dall' Associazione Italiana di Cultura Classica per celebrare e capire gli "spostamenti progressivi di una lingua: il latino quotidiano, il latino documentario, il latino letterario". Ma qual è lo stato del latino nel mondo? Nel 2021, il Regno Unito ha annunciato un programma da quattro milioni di sterline per estendere l'insegnamento del latino agli istituti pubblici. In Germania viene studiata da un terzo degli alunni, subito dopo inglese e francese, e molte università richiedono una certificazione tra i requisiti d'accesso. In Spagna è obbligatoria per chi frequenta studi umanistici. Ne parliamo con Luca Desiata, autore di "Il Latino per avere successo nella vita", darà taglio internazionale alla chiacchierata. Ai microfoni Roberto Zichittella.
29 min
12 Apr 2023

Sale la tensione nel Pacifico | International Community Radio Taipei | Emergenza Nord Kivu

Gli Stati Uniti e le Filippine stanno tenendo le più grandi esercitazioni militari congiunte di sempre, un giorno dopo che la Cina ha concluso esercitazioni su larga scala intorno a Taiwan. Per tre giorni, l'esercito cinese ha provato a bloccare Taiwan in risposta all'incontro tra il leader dell'isola e il presidente della Camera degli Stati Uniti la scorsa settimana. Washington ha criticato l'esibizione di potenza di fuoco della Cina definendola sproporzionata, mentre la Presidente di Taiwan Tsai ha affermato che si tratta di un atto "irresponsabile" e che lei ha il diritto di recarsi in visita negli Stati Uniti. Le esercitazioni statunitensi erano state programmate in precedenza. I funzionari filippini e statunitensi affermano che le esercitazioni dimostrano il loro impegno per la pace e la stabilità nella regione indo-pacifica, aperta e libera. Ne parliamo con Giulia Pompili, giornalista redazione esteri de Il Foglio. Poi ci spostiamo a Taiwan con le Interferenze di Andrea Borgnino, che ci racconta la storia dell' International Community Radio Taipei. In chiusura andiamo in Nord Kivu con Alessandra Giudiceandrea, capomissione di Medici Senza Frontiere in Repubblica Democratica del Congo, perché nel Nord Kivu in RDC nell'ultimo anno è fuggito almeno un milione di persone a causa degli scontri armati tra M23 ed esercito congolese. Dalla fine del 2021, il gruppo si è impadronito di ampie porzioni di territorio nella provincia del Nord Kivu e si è avvicinato al centro regionale di Goma, spingendo centinaia di migliaia di persone a fuggire dalle loro case. La RDC accusa il suo vicino, il Ruanda, di sostenere il gruppo, un'accusa sostenuta da esperti indipendenti delle Nazioni Unite, dagli Stati Uniti e da altri Paesi occidentali. Il Ruanda nega l'accusa. Ai microfoni Roberto Zichittella.
29 min
11 Apr 2023

Biden sbarca in Irlanda del Nord | Pax Yemenita e il nuovo mondo che riparte (anche) dal Golfo

I mediatori sauditi e dell'Oman sono arrivati nella capitale yemenita Sanaa, controllata dagli Houthi, durante il fine settimana per discutere una bozza "quasi definitiva" di un accordo di pace con i leader Houthi per porre fine alla guerra nello Yemen. La delegazione omanita-saudita è stata accolta dal presidente del governo Houthi del Nord Yemen Mahdi al-Mashat nell'ex palazzo presidenziale di Sana'a e la foto in cui lui stringe la mano alla delegazione sta facendo il giro del mondo. Questo potrebbe essere un segnale significativo della volontà di entrambe le parti di porre fine a un conflitto che dura dal 2015 e che ad oggi ha mietuto più di 230.000 vittime. La ripresa degli accordi diplomatici tra Arabia Saudita e Iran, firmati a Pechino la scorsa settimana, ha accelerato gli sforzi di pace in Yemen: ne parliamo con Cinzia Bianco, Research Fellow sul Golfo per lo European Council on Foreign Relations e autrice con Matteo Legrenzi di Le monarchie arabe del Golfo. Nuovo centro di gravità in Medio Oriente (Il Mulino, 2023) e con Laura Silvia Battaglia, voce di Radio3 Mondo, giornalista e documentarista specializzata in Medio Oriente e zone di conflitto, con particolare focus su Yemen e Iraq. In apertura andremo in Irlanda Del Nord, dove comincia oggi la visita del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che arriverà questa sera e trascorrerà parte di mercoledì a Belfast prima di recarsi nella Repubblica d'Irlanda. La sua prima visita in Irlanda del Nord da Presidente è stata organizzata in occasione del 25° anniversario dell'accordo di pace del Venerdì Santo: ne parliamo con Riccardo Michelucci, giornalista di Avvenire esperto di Irlanda . Al microfono, Roberto Zichittella.
29 min
07 Apr 2023

Israele attacca Hamas in Libano e a Gaza | Accesso ai medicinali in Afghanistan

Israele effettua attacchi di rappresaglia in Libano e in tutta la Striscia di Gaza In Libano l'attacco è avvenuto nei pressi del campo profughi palestinese di Rachidieh, il secondo campo profughi palestinese più popoloso del Libano, situato sulla costa mediterranea a circa cinque chilometri a sud della città di Tiro. La tensione è alta dopo che la polizia israeliana ha fatto irruzione nella moschea Al-Aqsa di Gerusalemme per notti consecutive all'inizio di questa settimana.Ne parliamo con Giorgio Bernardelli, coordinatore editoriale Asia News e con Nello Del Gatto, analista mediorientale, scrive per Eastwest, Affari Internazionali. Un afgano su due non può acquistare i medicinali necessari per curarsi e 1 su 5 ha perso un parente o un amico che non è riuscito ad accedere alle cure di cui aveva bisogno; 5 su 10 hanno dovuto risparmiare su cibo e abbigliamento per poter pagare delle prestazioni sanitarie e 9 su 10 si sono dovuti indebitare chiedendo del denaro in prestito. Le donne rappresentano una delle fasce più vulnerabili, in particolare nella gestione della gravidanza. Questo racconta il report "Accesso alle cure in Afghanistan: la voce degli afgani in 10 province" di Emergency che ha scattato una fotografia della situazione sanitaria nel Paese dopo il cambio di governo ad agosto 2021. Ne parliamo con Stefano Sozza, direttore del programma di Emergency in Afghanistan. Ai microfoni Laura Silvia Battaglia.
29 min
06 Apr 2023

The Gold Mafia | Garantire le cure ai bambini disabili in Africa

Chi gestisce il commercio illegale di oro in Africa meridionale? Come avviene e a beneficio di chi? Il governo dello Zimbabwe, per esempio, si serve di bande di contrabbandieri per vendere oro per un valore di centinaia di milioni di dollari, eludendo alcune delle conseguenze delle dure sanzioni occidentali imposte al Paese per le violazioni dei diritti umani. Il contrabbando si inserisce in un'enorme operazione di riciclaggio di denaro, il tutto facilitato dalla Fidelity Gold Refinery, una filiale della banca centrale dello Zimbabwe, e in alcuni casi direttamente autorizzato da alti funzionari governativi e parenti del presidente del Paese, Emmerson Mnangagwa. Questa rivelazione fa parte di The Gold Mafia, una serie in quattro parti che rivela come bande rivali abbiano preso il controllo del commercio dell'oro in Africa meridionale e come riciclino centinaia di milioni di dollari. Ne parliamo con Michela Trevisan, giornalista di Nigrizia. Avremo poi le #Interferenze di Andrea Borgnino che ci porterà in Lesotho dove da vent'anni gang rivali nate attorno ai gruppi di famo, il genere più popolare nel paese, si sfidano tra omicidi e vendette. E a colpi di radio. Nel mondo più di 100 milioni di bambini sono disabili e rappresentano uno dei gruppi più emarginati ed esclusi di molte società. La disabilità li rende fragili, esponendoli quattro volte in più, rispetto ai loro coetanei, al rischio di subire maltrattamenti fisici e psicologici. In particolare, in Camerun, oltre il 23% dei bambini di età compresa tra i 2 e i 9 anni è affetto da almeno un tipo di disabilità causata, per il 65% dei casi, da malattie infettive non ancora debellate come la polio, la malaria, la lebbra o il morbillo: ne parliamo con Cecilia Calò, responsabile dei progetti per Dokita. Ai microfoni, Laura Silvia Battaglia.
29 min
05 Apr 2023

Storico processo a Manhattan | Guai giudiziari anche per Bolsonaro

Ieri a Manhattan si è scritto un capitolo straordinario della storia degli Stati Uniti, protagonista l'ex presidente Donald Trump alla sbarra. L'accusa che ha scatenato il putiferio è legata a un pagamento effettuato durante le elezioni del 2016 per comprare il silenzio di una pornostar, Stormy Daniels. L'ex presidente si è dichiarato, come previsto, non colpevole. Trump, che è stato messo sotto impeachment due volte dalla Camera degli Stati Uniti ma non è mai stato condannato dal Senato degli Stati Uniti, è diventato il primo ex presidente ad affrontare accuse penali: ne parliamo con Anna Bressanin, giornalista BBC dagli USA, autrice del libro 'What's up America. Viaggio alla ricerca dello spirito degli Stati Uniti' (People, 2022) e con Nico Piro, inviato speciale del Tg3 e della Rai, in collegamento da Mar a lago. Scenderemo poi in Brasile dove è appena rientrato, dopo tre mesi di auto-esilio in Florida, l'ex presidente Jair Bolsonaro. Per anni soprannominato "il Trump dei tropici", Bolsonaro dovrà affrontare diversi guai giudiziari al suo ritorno in patria: la polizia federale lo ha convocato oggi per testimoniare nell'ambito di un'indagine su almeno due gioielli, del valore di milioni di dollari, regalati al presidente e alla sua famiglia presumibilmente dal governo saudita. L'ex presidente è indagato anche per la presunta istigazione ai disordini dell'8 gennaio a Brasília. Ne parliamo con Claudileia Lemes Dias, scrittrice italano-brasiliana da 20 anni in Italia, ha pubblicato i saggi "Fascismo tropicale: il Brasile tra estrema destra e Covid-19" (Dissensi Edizioni, 2020); "Le catene del Brasile: un paese ostaggio delle religioni" (l'Asino d'Oro Edizioni, 2022). Collabora con la rivista Left. Al microfono, Laura Silvia Battaglia.
29 min
30 Mar 2023

Due Cine o una sola? | La grande famiglia spagnola

La presidente di Taiwan Tsai arriva negli Stati Uniti e dichiara che l'obiettivo del suo viaggio è "dimostrare la determinazione ad approfondire gli scambi" con gli alleati, mentre la Cina mette Taipei in guardia dicendo che così facendo aumenta il rischio di un "serio confronto". Due giorni fa l'ex presidente taiwanese Ma Ying-jeou si è recato in Cina per allentare le tensioni, dice, tra Pechino e Taipei. Al suo interno la Cina sta attraversando importanti cambiamenti societari. I tassi di matrimonio sono in calo e i "prezzi delle spose" sono in aumento La politica cinese del figlio unico ha portato a un numero troppo basso di donne. Gli sposi ora pagano più soldi per le mogli, in una tradizione che ha incontrato una crescente resistenza. Intanto il posto di lavoro cinese, un tempo dominato dagli uomini, sta rapidamente abbracciando la leadership femminile proprio mentre una percentuale crescente di donne esce dal mercato del lavoro. I dati delle società quotate del paese, che sono tra le meglio gestite, mostrano che il numero di donne presidenti è più che triplicato a 241 nel decennio conclusosi nel 2021. Nel frattempo il tasso di partecipazione al lavoro femminile in Cina è sceso al minimo storico del 61,6% dal 63,8 per cento. Ne parliamo con Lorenzo Lamperti, Direttore editoriale di China Files e giornalista freelance da Taipei, con Simone Pieranni, giornalista di Chora Media. In Spagna il Consiglio dei ministri ha approvato ieri in seconda lettura il progetto preliminare del diritto di famiglia che riconosce la diversità dei modelli di convivenza e avanza nella loro protezione sociale. La legge prevede 3 nuovi permessi per l'assistenza a familiari o conviventi, assimila le famiglie monoparentali con 2 figli alle famiglie numerose e riconosce le diverse tipologie di famiglie, come quelle adottive, ricostituite, LGTBI, con un membro disabile, multiple o affidatarie. La legge crea anche un registro delle coppie non sposate che potranno accedere ai diversi tipi di congedo, come i 15 giorni per il matrimonio, e riconosce il diritto all'assistenza precoce. Negli ultimi tempi, la Spagna ha approvato diverse leggi che rendono il Paese più che al passo con i tempi dal punto di vista dei diritti civili come la ley trans, sulle identità per le persone transessuali, la legge del "solo si es si", sul consenso ai rapporti sessuali e quella sul congedo mestruale. Il Paese è inoltre prossimo alle elezioni regionali del 28 maggio, dal quale emergeranno con più chiarezza i futuri candidati alle presidenziali sia per il conservatore PP che per il PSOE, attualmente al governo: tra questi, potrebbe esserci l'attuale ministra del lavoro Yolanda Díaz Pérez, anche lei promotrice di diverse leggi, tra le quali spicca l'aumento del salario minimo. Ne parliamo con Lorenzo Pasqualini, giornalista freelance residente a Madrid, collabora con diverse testate tra cui Il Manifesto ed è autore del sito El Itagnol. Con Giulia De Luca ai microfoni.
30 min
29 Mar 2023

Missioni e muri in Tunisia e Libia

"La Commissione è pronta a prendere in considerazione un'ulteriore assistenza macrofinanziaria se saranno soddisfatte le condizioni necessarie. La prima condizione è l'adozione da parte del Fmi di un nuovo programma di esborso. È essenziale che ciò avvenga il prima possibile". Lo dichiara il commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni dopo l'incontro con il presidente tunisino Kais Saied. Il Commissario Ue è a Tunisi per discutere delle riforme socio-economiche previste dal governo nel contesto di una situazione economica difficile e delle modalità di una potenziale nuova operazione di assistenza macrofinanziaria. Intanto, nonostante le lacune del sistema di accoglienza tunisino, è proprio alla Tunisia che guarda l'Unione europea nel tentativo di riprodurre il tanto contestato modello libico. L'obiettivo è delegare in futuro il controllo delle frontiere del Mediterraneo centrale e del Canale di Sicilia alla guardia costiera tunisina e ampliare così The Big Wall, il grande muro che divide il Mediterraneo. Ne parliamo con Arianna Poletti, giornalista freelance di base a Tunisi, membro del collettivo di freelance Fada, che collabora con stampa italiana e internazionale. E proprio in Libia andremo in apertura della nostra trasmissione, partendo dalla missione ONU che accusa l'UE di aver favorito i crimini contro l'umanità nel Paese. Secondo la missione d'inchiesta, le forze di sicurezza statali e i gruppi di miliziani armati hanno commesso un'ampia gamma di crimini di guerra e contro l'umanità. Gli investigatori hanno affermato di aver raccolto almeno 2.800 informazioni che documentano numerosi casi di detenzione arbitraria, omicidio, tortura, stupro, riduzione in schiavitù, schiavitù sessuale, esecuzioni extragiudiziali e sparizioni forzate. Ne parliamo con Claudia Gazzini, Senior Analyst per la Libia dell'International Crisis Group e con Sara Creta, giornalista, a lungo si è occupata di questioni migratorie, autrice del documentario Libya: No Escape from Hell (2021, Arte).
28 min
28 Mar 2023

Armi russe in Bielorussia | In Corea del Sud l'economia degli armamenti | Stato della difesa globale

Il presidente russo Vladimir Putin ha detto che la Russia dispiegherà armi nucleari tattiche in Bielorussia in risposta al Regno Unito per l'invio di armi all'uranio impoverito all'Ucraina. Sono arrivati intanto i 18 carri armati Leopard 2 promessi dalla Germania all'Ucraina: ne parliamo con Alessandro Marrone, Responsabile del Programma "Difesa" e responsabile di ricerca nel Programma "Sicurezza" dello IAI (Istituto Affari Internazionali). Un anno dopo che la Russia ha invaso l'Ucraina, la guerra ha stimolato uno sforzo globale per produrre più missili, carri armati, proiettili di artiglieria e altre munizioni. E pochi paesi si sono mossi così rapidamente come la Corea del Sud per aumentare la produzione. L'anno scorso le esportazioni di armi della Corea del Sud sono aumentate del 140%. Nonostante sia un alleato degli Stati Uniti, la Corea del Sud ha rifiutato di partecipare direttamente al trasferimento di armi nel paese devastato dalla guerra. Tuttavia, il gigante della difesa asiatico vende armi agli Stati Uniti, che in parte finiscono in Ucraina, e ha stipulato un accordo da quasi 12 miliardi di dollari con la Polonia: ne parliamo con Antonio Fiori, professore associato presso la Scuola di Scienze Politiche all'Università di Bologna, dove insegna International Relations of East Asia ed è autore del libro "Il nido del falco, Mondo e potere in Corea del Nord" (Ed. Le Monnier, seconda edizione aggiornata uscita a marzo 2022). In apertura: I viaggi per milioni di persone in Germania sono stati sconvolti lunedì quando i lavoratori dei trasporti hanno iniziato uno sciopero di 24 ore, il più grande sciopero del trasporto pubblico degli ultimi decenni, interrompendo la maggior parte dei servizi di treni, tram, autobus e traghetti e costringendo alla cancellazione di un maggioranza dei voli nel tentativo di fare pressione sul governo mentre cerca di negoziare aumenti salariali di oltre il 10% per tenere il passo con l'inflazione. Il "mega-sciopero", come è stato descritto dai media tedeschi, è stato definito da due dei maggiori sindacati del paese: ne parliamo con Agnese Franceschini, giornalista della radio e televisione pubblica tedesca WDR. Al microfono, Anna Maria Giordano.
29 min
27 Mar 2023

Caos in Israele | Fuga da Cuba ed elezioni parlamentari

Israele nel caos dopo che decine di migliaia di persone hanno protestato nella notte dopo l'annuncio di Netanyahu di aver licenziato il ministro della Difesa. Il primo ministro Benjamin Netanyahu è sotto pressione per le controverse riforme giudiziarie che vuole far approvare e in tutto in Paese si registrano mobilitazioni e scioperi. Ieri sera, il capo della polizia di Tel Aviv è sceso in piazza con i manifestanti: ne parliamo con Davide Lerner, voce di Radio3 mondo e free lance esperto di Israele, già redattore di Haaretz, collabora con diverse testate e con il think-tank IISS in Gran Bretagna. Domenica i cubani hanno votato per eleggere 470 legislatori dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare, che resteranno in carica per i prossimi cinque anni. Queste elezioni sono importanti perché seguono l'approvazione di una nuova costituzione nel 2019, che ha posto le basi per l'istituzione che determinerà il presidente del Paese. Un'altra questione però risulta ugualmente importante: i cubani stanno uscendo dal loro paese in numeri che non si vedevano da decenni. Le destinazioni non riguardano solo Stati Uniti ma provano a raggiungere anche l'Europa, unendosi a migranti e rifugiati provenienti da Asia, Africa e Medio Oriente nel tentativo di attraversare la penisola balcanica e raggiungere l'UE: ne parliamo con Fabio Bozzato, giornalista freelance esperto di America Latina, collabora con varie testate come Il Venerdì ed Eastwest. Al microfono Marina Lalovic
29 min
21 Mar 2023

Manette per Trump? | Culture wars e pillole abortive

L'ex presidente Donald Trump ha detto sabato che si aspetta di essere arrestato in relazione all'indagine, durata anni, su un suo presunto pagamento illegale nei confronti dell'attrice di film per adulti Stormy Daniels. In un post sui social media, ha invitato i suoi sostenitori a protestare contro qualsiasi azione del genere. Riferendosi a se stesso, ha detto: "il principale candidato repubblicano ed ex presidente degli Stati Uniti sarà arrestato martedì della prossima settimana", senza però specificare perché si aspetta di essere arrestato. Il team di Trump ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna notifica dai pubblici ministeri. Se l'ex presidente fosse incriminato, sarebbe il primo della storia degli USA ad affrontare un processo penale. | Si fa sempre più caldo il fronte delle pillole abortive negli USA, a cui oggi ricorrono circa oltre metà delle donne per IVG e la cui domanda si è impennata per la possibilità di riceverla via posta, anche negli stati anti-abortisti. Venerdì il Wyoming è diventato il primo stato USA a criminalizzarne l'uso, mentre in South Carolina è in discussione una legge che considera la pena di morte per le donne che abortiscono, e un giudice federale del Texas da qui a poco potrebbe revocare l'autorizzazione a vendere le pillole su scala nazionale. Il dibattito sull'aborto fa parte del fenomeno delle Culture Wars, di cui fa parte anche la battaglia sulla questione razziale: in Florida i conservatori intendono omettere dai libri di testo nelle scuole perfino il fatto che Rosa Parks fosse nera, mentre a San Francisco progressisti ipotizzano riparazioni record a residenti neri. Ne parliamo con Martino Mazzonis, giornalista americanista, autore di "Lavorare tutti? Crisi, diseguaglianze e lo Stato come datore di lavoro di ultima istanza" (Ediesse, 2019) e autore della newsletter AtlanteUSA2020 per Treccani, e con Alessia De Luca, americanista Ispi. Ai microfoni Luigi Spinola.
29 min
17 Mar 2023

Il punto della settimana finanziaria | Colpo grosso in Libano | La banda delle Pink Panthers

In apertura facciamo il punto della settimana che ha sconvolto i mercati finanziari: dal crollo della Silicon Valley Bank al Credit Suisse, fino alla decisione di ieri della BCE di aumentare di 50 punti base i tre tassi di interesse chiave della Banca. Ne parliamo con Marco Onado, economista, commissario Consob dal 1993 al 1998, professore di Internal Controls and Corporate governance e di Comparative Financial Systems alla Bocconi. Questa settimana la lira libanese ha toccato un minimo storico sul mercato nero dove è scambiata a 100.000 lire per 1 dollaro, continuando la sua caduta libera sulla scia del collasso economico del Libano. Questo nuovo calo della valuta nazionale arriva mentre le banche hanno ripreso il loro sciopero martedì mattina, su invito dell'Associazione delle banche libanesi, per difendere le richieste del settore e protestare contro i procedimenti legali avviati contro alcuni dei suoi membri. Le banche sostengono che i processi intentati contro di loro non siano giustificati, ma di opinione contraria sono le associazioni dei risparmiatori portano avanti dicendo che gli istituti di credito bloccano il ritiro dei loro stessi risparmi in banca. Proprio per l'impossibilità di ritirare più di 400 dollari al mese, spinte dalla disperazione, da un anno diverse persone hanno fatto irruzioni armate nelle filiali delle loro banche e hanno "rapinato" i loro stessi risparmi. Domani raccontiamo la storia di Saly Hafiz, una ragazza di 28 anni che ha "rubato" i suoi risparmi per pagare le cure della sorella ammalata di cancro, e Bassam Sheikh Hussein, un uomo che ha minacciato il direttore della sua banca con un fucile d'assalto per prendere i propri risparmi e pagare le cure ospedaliere del padre malato. Ne parliamo con Costanza Spocci, voce di Radio3 e autrice del documentario Lebanon Unconventional Robbers di BBC. Le Pink Panthers sono una banda di ladri internazionali che ruba gioielli ed è responsabile di una serie di rapine e furti giudicati fra i più audaci nella storia della criminalità organizzata. Ne parliamo con Paolo Roversi, scrittore e autore di Yellow diamonds (SEM, 2023). Con Anna Maria Giordano ai microfoni.
28 min
15 Mar 2023

Riforma della pensioni francese|Il partito degli agricoltori olandesi |Giustizia, sì dalla Knesset

Giornata decisiva in Francia per la contestata riforma delle pensioni. Questa ottava giornata di mobilitazione nazionale si svolge a margine delle discussioni in Parlamento, mentre quattordici deputati e senatori si sono riuniti a porte chiuse dalle 9 del mattino per cercare di concordare una versione comune del testo. Ne parliamo con Mathilde Imberthy, corrispondente Radio France, con base a Lione. In Olanda si vota oggi per le elezioni regionali e il movimento degli agricoltori, il BoerBurgerBeweging (BBB), porta avanti con successo la sua piattaforma anti-élite e i sondaggi suggeriscono che potrebbe finire come il secondo più grande o anche il più grande partito nel voto. Ne parliamo con Massimiliano Sfregola, giornalista e direttore del portale 31mag.nl. | La controversa riforma giudiziaria è passata in prima votazione alla Knesset. Si tratta di tre principali disegni di legge: uno che di fatto indebolisce la Corte Suprema, un altro che proteggerebbe il Primo Ministro Benjamin Netanyahu dall'allontanamento dalla politica, e un altro ancora che consentirebbe più insediamenti nel nord di Israele. La riforma giudiziaria è stata da subito una delle principali priorità di Netanyahu e della sua coalizione di governo di partiti religiosi di estrema destra e ultraortodossi, nonostante sia stata fortemente criticata dalla società israeliana in grandi e ripetute manifestazioni. | Ne parliamo con Eric Salerno, scrittore e giornalista esperto in Medio Oriente, autore di: "Orizzonti perduti, orizzonti ritrovati" (Il Saggiatore, 2021), "Genocidio in Libia. Le atrocità nascoste dell'avventura coloniale italiana" (2019, ed. Manifesto libri) e "Uccideteli tutti". Libia 1943: gli ebrei nel campo di concentramento fascista di Giado. Una storia italiana (Il Saggiatore, 2008). Con Anna Maria Giordano ai microfoni.
29 min
14 Mar 2023

Aukus e i nuovi equilibri dell'Indo-Pacifico | Chat GPT vs Ernie bot

Gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Australia hanno presentato un progetto pluridecennale per fornire a Canberra sottomarini a propulsione nucleare, dando vita a una partnership storica che lega ancora di più gli alleati nel contrastare la Cina nell'Indo-Pacifico. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il primo ministro australiano Anthony Albanese e il primo ministro britannico Rishi Sunak si sono incontrati a San Diego, in California, per svelare i parametri del programma di sottomarini. Ne parliamo con Marina Freri, giornalista di Australian Broadcasting Corporation e con Filippo Fasulo, co-head osservatorio geo-economia dell'Ispi | Può scrivere poesie, comporre brani per pianoforte, spiegare algoritmi e persino fare battute: Chat GPT (Chat Generative Pre-trained Trasformer) è il livello più avanzato di chatbot fin qui conosciuto, ovvero di quei software che simulano le conversazioni umane rispondendo a frasi scritte o pronunciate dagli utenti. Le aziende tecnologiche occidentali hanno investito su questa intelligenza artificiale, Microsoft in primis, e altre multinazionali della Silicon Valley, mentre utenti ed esperti iniziano ad interrogarsi su come Chat GPT possa diventare uno strumento pericoloso in mani sbagliate. Dall'altra parte dell'emisfero, il corrispettivo di Google cinese, Baidu, sta lavorando per sviluppare un software di intelligenza artificiale simile, che dovrebbe chiamarsi "Ernie bot". Ne parliamo con Luca Zorloni, responsabile Wired.it Con Anna Maria Giordano ai microfoni.
29 min
09 Mar 2023

Il ritiro della contestata legge in Georgia | La Turchia un mese dopo il terremoto

I legislatori georgiani hanno annunciato proprio questa mattina la decisione di ritirare il progetto di legge "Sulla trasparenza dell'influenza straniera", che ha scatenato proteste di massa all'inizio della settimana, represse duramente. Ne parliamo con Monica Ellena, Caporedattrice est Europa e Asia centrale dell'Institute for war e peace reporting di Londra. È passato un mese da quando un forte terremoto ha colpito la Turchia nelle prime ore del 6 febbraio, uccidendo decine di migliaia di persone nel Paese e nella vicina Siria. Il terremoto, e le potenti scosse successive, hanno causato più di 51.000 vittime nelle due nazioni, ferito circa 108.000 persone in Turchia e lasciato centinaia di migliaia di persone senza casa. Quasi 530.000 persone sono state evacuate dall'area del disastro nella sola Turchia e il governo locale ha dichiarato che finora sono stati registrati 173.000 edifici crollati o gravemente danneggiati, con oltre 1,9 milioni di persone che ha cercato riparo in rifugi temporanei o in alberghi e strutture pubbliche. E mentre si fanno i conti dei danni e vengono annunciate miracolose ricostruzioni, la Turchia ha di fronte le elezioni del 14 maggio. Sarà il leader dell'opposizione turca Kemal Kilicdaroglu lo sfidante del presidente Recep Tayyip Erdogan, in un voto presidenziale e parlamentare di importanza cruciale, dopo giorni di lotta da parte dell'alleanza dei sei partiti di opposizione per la nomina del candidato: ne parliamo con Stefania D'Ignoti, giornalista freelance da Gaziantep. Al microfono, Roberto Zichittella
29 min
07 Mar 2023

La Conferenza delle Nazioni Unite sui Paesi meno sviluppati | La Cina nelle Isole Salomone

"I vostri paesi sono intrappolati in cicli viziosi che rendono difficile, se non impossibile, lo sviluppo", ha detto a Doha il Segretario Generale Antonio Guterres rivolgendosi al Vertice dei Paesi meno sviluppati nel corso della Quinta Conferenza delle Nazioni Unite sui Paesi meno sviluppati (LDC5) in corso in Qatar. Più di 1,1 miliardi di persone vive nei paesi che sono tra i più poveri del mondo. In questi giorni i leader mondiali si stanno incontrando con il settore privato, la società civile, e i parlamentari per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030. Ne parliamo con Stefano Manservisi, funzionario da decenni al servizio delle istituzioni europee, attualmente presidente di GCERF, una fondazione svizzera che si occupa di lotta all'estremismo. Nei giorni scorsi nelle Isole Salomone è stato destituito il primo ministro della principale provincia (Malaita), Daniel Suidani. Suidani era una isolata voce critica contro l'invadenza cinese nella regione. Il suo successore, Martin Fini, ha subito deciso di autorizzare gli investimenti cinesi nell'arcipelago. Intanto però le Isole Figi prendono le distanze da Pechino e si guardano attorno cercando nuove alleanze: ne parliamo con Raimondo Neironi, Research Fellow presso Torino World Affairs Institute e decente a contratto di Storia dell'Asia orientale all'Università di Bologna. Al microfono, Roberto Zichittella.
29 min
03 Mar 2023

Bambini migranti soli e sfruttati negli USA | Figli del Silenzio | La mega prigione del Salvador

Soli e sfruttati, i bambini migranti svolgono lavori brutali in tutti gli Stati Uniti. Arrivati in numero record, finiscono in lavori pericolosi che violano le leggi sul lavoro minorile, anche in fabbriche che producono prodotti per marchi famosi come Cheetos e Fruit of the Loom. Ne parliamo con Marilisa Palumbo, Vice caporedattore Esteri del Corriere della Sera. Negli ultimi anni in Cile si è cominciato a indagare su un traffico che va avanti dal 1950: una vera e propria tratta di bambini rapiti e dati in adozione dall'altra parte del mondo. Il picco di queste adozioni è avvenuto durante la dittatura di Pinochet, cominciata nel 1973 e terminata nel 1990. Ben 500 di questi bambini e bambine sono arrivati in Sardegna dove hanno iniziato una nuova vita. Come è possibile? Quali sono le loro storie? Chi li sta cercando in Cile? Le loro storie sono racchiuse in un podcast, di cui ascolteremo degli estratti, dal titolo "Figli del Silenzio, il caso dei 500 bambini cileni adottati in Sardegna", scritto da Elena Basso e Giulia De Luca, e prodotto da IRPI Media. Ne parliamo con Giulia De Luca, voce di Radio3 e giornalista esperta di America Latina. Il governo di El Salvador ha trasferito migliaia di sospetti membri di bande in una "mega prigione" di recente apertura, l'ultimo passo di un controverso giro di vite sulla criminalità che ha fatto impennare la popolazione carceraria della nazione centroamericana. Ne parliamo con Fabio Bozzato, giornalista freelance esperto di America Latina, collabora con varie testate come Il Venerdì ed Eastwest. Ai microfoni Laura Silvia Battaglia.
28 min
02 Mar 2023

Moldavia instabile | Macron l'Africano | La nuova Nigeria

Crescono le tensioni in Moldavia. Martedì si sono svolte proteste organizzate dal partito filo-russo Shor. Nel frattempo, la compagnia aerea Wizz Air ha deciso di cancellare tutti i suoi voli verso il Paese a partire dal 14 marzo. Ne parliamo con Tonia Mastrobuoni, corrispondente da Berlino per La Repubblica, inviata in Moldavia per seguire le proteste. E' iniziato il tour di Macron in quattro Paesi dell'Africa centrale, un viaggio che durerà dall'1 al 5 marzo, per un vertice sulla protezione delle foreste equatoriali e per rafforzare i legami bilaterali in una sfera d'influenza sempre più contesa da Russia e Cina. Ne parliamo con Jean Pierre Darnis, professore associato Université Côte d'Azur/ Nizza e docente di Storia Contemporanea alla Luiss Guido Carli. Dopo giorni di scrutini e accuse di brogli, la Commissione elettorale nazionale indipendente (INEC) della Nigeria ha dichiarato il candidato dell'All Progressives Congress (APC), Bola Ahmed Tinubu, vincitore delle elezioni presidenziali del 2023. Secondo i risultati ufficiali, il 70enne politico veterano ha ottenuto il 37% dei voti. Tinubu è uno dei politici più ricchi della Nigeria e ha basato la sua campagna elettorale sulla ricostruzione della città più grande, Lagos, quando era governatore. Nonostante questo, ha perso proprio nel distretto di Lagos contro Peter Obi, un candidato relativamente nuovo che ha mobilitato il sostegno di molti giovani, soprattutto nelle aree urbane, scuotendo il sistema bipartitico del Paese. Tinubu ha vinto nella maggior parte degli altri Stati della sua regione d'origine, il sud-ovest, dove è conosciuto come "padrino politico". L'attuale Presidente Muhammadu Buhari si dimette dopo due mandati segnati dalla stagnazione economica e dalla crescente insicurezza nel Paese, dall'insurrezione islamica nel nord-est alla crisi nazionale dei rapimenti a scopo di riscatto e degli attacchi separatisti nel sud-est. Tinubu ha ora il compito di risolvere questi problemi, tra gli altri, nella nazione più popolosa dell'Africa e maggior esportatore di petrolio. Ne parliamo con Alberto Magnani, redattore e giornalista del Sole 24 Ore. Al microfono Laura Silvia Battaglia.
29 min
27 Feb 2023

La repressione dei migranti di Kais Saied in Tunisia | Non si fermano le proteste in Perù

In Tunisia ci sono state manifestazioni nel weekend dopo che il presidente Kais Saied si è scagliato contro la presenza di migranti subsahariani dicendo che nel paese è in atto una "sostituzione etnica". Ne parliamo con Arianna Poletti, giornalista freelance che vive in Tunisia, collabora con stampa italiana e francofona e con il sito tunisino Inkyfada, fa parte del collettivo di giornalisti FADA. Durante la prima settimana di marzo, i popoli aymara e quechua intendono arrivare nella capitale peruviana per continuare le loro proteste contro il governo e chiedere la destituzione della presidente Dina Boluarte. Per questo, nel 49° giorno di sciopero a tempo indeterminato, hanno iniziato a fare collette pubbliche per poter raggiungere la loro destinazione. Intanto, parenti delle vittime del massacro del 9 gennaio a Juliaca chiedono la creazione di una Procura per i diritti umani nella regione di Puno. Hanno reso pubblico che i casi sono gestiti da una procura ordinaria e che hanno bisogno di una procura vera e propria, dove i responsabili dei morti e dei feriti possano essere puniti. Dalla sede del Comitato nazionale di coordinamento dei diritti umani a Lima, i parenti delle vittime della repressione delle forze dell'ordine hanno denunciato irregolarità e ritardi nelle indagini. Sono passati quasi due mesi e molte delle procedure corrispondenti non sono ancora state eseguite. I rapporti affermano che 22 persone sono state uccise (21 civili e 1 poliziotto), 39 sono state ferite da proiettili d'arma da fuoco, 23 sono state gravemente ferite da fratture, e altri 77 civili e 20 poliziotti sono stati feriti. Ne parliamo con Elena Basso, giornalista freelance appena rientrata dal Perù e in particolare da Juliaca. Ai microfoni Laura Silvia Battaglia.
29 min
17 Feb 2023

Lavrov (di nuovo) in Africa | Blackout e arte in Sudafrica | Cavo Cabral, un omaggio ad Amílcar

Mali, Mauritania, Sudan. È la traiettoria seguita da Sergej Lavrov, il ministro degli Esteri russo, nella sua missione in Africa: la terza in meno di 12 mesi, dopo la visita di gennaio in Sudafrica e il tour de force della scorsa estate fra Egitto, Congo-Brazzaville, Uganda ed Etiopia. Il piatto forte della spedizione resta la cooperazione militare, incluse le trattative con Khartum per una base navale sulla costa del Mar Rosso. Sullo sfondo, però, il Cremlino sta coltivando interessi politici ed economici sempre più trasversali nel Continente, a maggior ragione dopo l'isolamento sanzionatorio e la ricerca di nuove sponde internazionali. Ne parliamo con Alberto Magnani, giornalista del Sole24Ore. Intanto il Sudafrica si ritrova ostaggio della crisi energetica e si avvia al compimento dei 100 giorni consecutivi di blackout, con il colosso locale Eskom che impone tutti i giorni blackout fino a 12 ore per salvare il sistema dal collasso. Una carenza energetica che rischia di affondare l'economia più industrializzata del Continente. Proprio il 17 febbraio dovrebbe cominciare la "Investec Cape Town Art Fair", la più grande fiera d'arte contemporanea in Africa con 106 espositori provenienti da 18 Paesi. Ne parliamo con Alessandra Atti di Sarro, giornalista che da anni vive in Sudafrica. In chiusura: un cavo per Amilcar Cabral, il leader panafricano ucciso 50 anni e al quale verrà intitolato un cavo sottomarino di 3mila chilometri: ne parliamon con Vincenzo Giardina, africanista, scrive per l'agenzia Dire e per l'Espresso, Internazionale e il Venerdì. Al microfono: Anna Maria Giordano.
28 min
16 Feb 2023

La Scozia senza Prima Ministra|Spagna in piazza per la sanità pubblica|Haiti, 13 anni dal terremoto

Nicola Sturgeon ha lasciato la carica di primo ministro scozzese con una decisione shock. Secondo il Guardian Sturgeon, che è stata il primo ministro più longevo del Paese ed è anche leader del partito nazionale scozzese, ha annunciato le sue dimissioni alle 11 di oggi a Edimburgo. La Sturgeon ha subito una serie di battute d'arresto politiche negli ultimi tempi, tra cui la sconfitta da parte della Corte suprema del Regno Unito riguardo ai suoi piani per un nuovo referendum sull'indipendenza. Ne parliamo con Nicol Degli Innocenti, corrispondente da Londra de Il Sole24Ore. La piazza di Madrid, intanto, si riempie per la seconda volta in meno di tre mesi in difesa della sanità pubblica. La dirigenza del PP cerca di analizzare le conseguenze della massiccia manifestazione, consapevole che si tratta di una patata bollente per tutto il partito e non solo per Isabel Díaz Ayuso. La leadership è preoccupata e a disagio per la risposta della presidente della Comunità di Madrid, che ha screditato le proteste cercando di attribuirle alla "frustrazione" della sinistra per mobilitare un elettorato "che non ha un solo motivo per andare alle urne", riferendosi alle prossime elezioni regionali e comunali del 28 maggio. Nel frattempo, il governo centrale sta cercando di sfruttare al massimo le contraddizioni del PP con la gestione della crisi sanitaria e anche con l'aborto, dove le posizioni all'interno del partito sono diverse. Il presidente Sánchez intanto organizza cinque tour europei per prepararsi alle elezioni e cercare di sfruttare al meglio la sua immagine internazionale. Ne parliamo con Lorenzo Pasqualini, giornalista freelance residente a Madrid, collabora con diverse testate ed è autore del sito El Itagnol. Tredici anni fa un terremoto di magnitudo 7,3 ha colpito Haiti, uccidendo più di 220.000 persone e ferendone 300.000. Ne parleremo con Lucia Capuzzi, inviata di Avvenire, autrice di Haiti il Silenzio infranto (Marietti, 2010). Ai microfoni Anna Maria Giordano.
29 min
15 Feb 2023

Le vie degli aiuti non portano in Siria

L'Italia è stato il primo Paese che è riuscito a mandare aiuti alla Siria. All'inizio della trasmissione, abbiamo ascoltato le parole di Massimiliano D'Antuono Incaricato d'affari italiano a Damasco, intervistato dalla BBC: "Due aerei militari hanno portato le donazioni e una squadra medica composta da 4 dottori, sono atterrati in Libano e poi in collaborazione con la Mezzaluna Rossa Araba Siriana sono arrivati a Damasco. E adesso la squadra di dottori è sul campo, sono stati a Latakia ieri e ora sono ad Aleppo". Il terremoto in Turchia e Siria ha mietuto più di 40.000 vittime e ha provocato immane distruzione in entrambi i paesi, ma se nel sud della Turchia migliaia di soccorritori con mezzi di sollevamento pesanti, paramedici e cani da fiuto hanno invaso le strade e stanno ancora lavorando per trovare i sopravvissuti, nella Siria nord-occidentale controllata dall'opposizione, niente di tutto ciò sta accadendo. Un tempo considerata "l'ultima speranza per le persone in fuga dalla guerra", in questi territori sono arrivati, nell'ordine, il Covid, il colera e ora una nuova catastrofe. Anna Maria Giordano ne parlerà con Anna Cervi, da Damasco, dove sta conducendo per Oxfam uno studio sull'impatto sulle sanzioni europee e statunitensi sull'elettricità, l'approvvigionamento idrico e alimentare. In passato ha lavorato nel paese per 7 anni nel settore umanitario, occupandosi di accesso umanitario e sanzioni ed è membro delle donne mediatrici del mediterraneo e mediatrice accreditata livello italiano ed internazionale, e con Giuseppe Didonna, corrispondente AGI dalla Turchia. Con noi in diretta anche Lorenzo Tondo, corrispondente del Guardian di ritorno da Idlib, Siria, dove ha intervistato anche Abu Mohammad al-Julani, che guida Hayat Tahrir al-Sham (HTS), la branca di Al Qaeda in Siria.
29 min
13 Feb 2023

La Giornata Mondiale della Radio

Proclamata nel 2011 dagli Stati membri dell'UNESCO e adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2012 come Giornata internazionale, il 13 febbraio è diventata la Giornata mondiale della radio (WRD). Il tema della 12a edizione della Giornata Mondiale della Radio, che si celebrerà il 13 febbraio 2023, è "Radio e Pace". In occasione di questa giornata speciale, racconteremo delle storie di radio di "resistenza", come quella della radio liberale russa "Ekho Moskvy" (Eco di Mosca), che è stata tolta dalla circolazione nel marzo di quest'anno, poco dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e che ha trovato una nuova sede a Berlino. Considerata una delle ultime voci indipendenti in Russia, è stata una delle tante emittenti costrette a chiudere i battenti in seguito a un giro di vite del Cremlino sulla copertura della guerra. Alcuni dei suoi dipendenti, tra cui il vice caporedattore Maxim Kurnikov, 38 anni, hanno lasciato il Paese. Mentre Kurnikov si è rifatto una vita nella capitale tedesca insieme a molti ex colleghi, altri si sono diretti in Lettonia, Lituania e Georgia: Anna Maria Giordano ne parlerà con Marta Allevato, giornalista redazione Esteri Agi, ex corrispondente a Mosca (dal 2010 al 2018). Torneremo via etere anche in Ungheria con Peter Magyar, referente ANSA a Budapest, per scoprire le sorti di una radio che abbiamo seguito negli ultimi anni, Klubradio, voce di opposizione silenziata dal governo di Orban, e andremo in Venezuela con Giulia De Luca, voce di Radio3 Mondo ed esperta di America Latina, per raccontare la chiusura di decine di stazioni radio (circa 100 solo nel 2022) come Radio Caracas Radio (RCR) o Kalidad FM. Andrea Borgnino ci farà conoscere infine una storia di radio e "resistenza umana", con un'intervista a uno dei redattori di Radio Argentina che lavora in Antartide a RLA36, Radio Sant Arcangel, la radio più al sud del mondo. Ai microfoni, Anna Maria Giordano.
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10 Feb 2023

Sotto gli occhi della Cina | Andrea Benzo, inviato speciale per la tutela della libertà religiosa

La Cina domina il mercato globale del riconoscimento facciale: il gigante asiatico è il primo esportatore a livello mondiale della tecnologia, che è sempre più usata per ledere i diritti e la privacy dei cittadini. Da poco, alle telecamere di videosorveglianza cinesi sono state aperte le porte degli uffici pubblici italiani, nonostante le pressioni internazionali per isolare Pechino nel campo della tecnologia. Intanto però, l'incidente internazionale tra USA e Cina a causa di un pallone spia abbattuto dagli Stati Uniti ha messo in evidenza come questa particolare (ed estremamente visibile) forma di sorveglianza stia in realtà cadendo in disuso. Secondo gli esperti, in termini di sorveglianza, questo è il tipo di attenzione che si cerca di evitare. Ne parliamo con Luca Zorloni, responsabile Wired.it. Dal giugno del 2022 il diplomatico Andrea Benzo è l'inviato speciale del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale per la tutela della libertà religiosa e il dialogo interreligioso. Questa nuova figura della diplomazia italiana nasce nel novembre del 2021 da una risoluzione approvata all'unanimità dalla Commissione Esteri della Camera. L'inviato speciale è al servizio del Ministero per individuare forme anche nuove per promuovere la libertà di religione e di credo e per rafforzare la collaborazione con gli attori religiosi su temi di interesse comune al centro della politica estera italiana. Una figura cruciale in un mondo dove la dimensione religiosa, lo si è visto anche con gli interventi del Patriarcato di Mosca sulla guerra in Ucraina, è sempre più rilevante nelle relazioni internazionale. Al microfono, Roberto Zichittella.
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09 Feb 2023

Futuro incerto per Israele | La vita spericolata dei motociclisti africani

Dopo cinque settimane di manifestazioni di massa contro la revisione del sistema giudiziario guidata dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu e dal Ministro della Giustizia Yariv Levin, i leader della protesta hanno indetto per lunedì prossimo uno sciopero nazionale, in occasione della prima lettura alla Knesset di alcune delle clausole della riforma. I manifestanti hanno anche indetto una protesta di massa proprio davanti alla Knesset e in altre città del Paese. In Cisgiordania intanto è riesplosa la rabbia dopo l'ultimo raid delle forze israeliane. Nell'attacco presso il campo profughi di Aqabat Jabr vicino a Gerico sarebbero rimasti uccisi almeno cinque militanti palestinesi. Dall'inizio dell'anno sono almeno 40 i palestinesi caduti sotto il fuoco di forze israeliane, tra le vittime ci sono anche civili. Nel campo profughi di Jenin, alla fine di gennaio, sono stati uccisi in un solo giorno 10 palestinesi tra cui una donna di 61 anni. Il giorno dopo, un palestinese ha aperto il fuoco contro israeliani a Neve Yaacov, un insediamento a nord di Gerusalemme, uccidendo sette israeliani. Il direttore della CIA William Burns ha espresso la sua preoccupazione per la fragile situazione del conflitto israelo-palestinese, affermando che le attuali tensioni tra Israele e l'Autorità Palestinese potrebbero presto portare a una terza intifada. Ne parliamo con Davide Lerner, voce di Radio3 Mondo, collaboratore di Domani e per 3 anni redattore ad Haaretz in collegamento da Israele. Bike-ageddon: il paese con il peggior tasso di mortalità in moto al mondo Il boom delle motociclette riflette la crescente prosperità e libertà, ma ha avuto un terribile costo umano in Togo. Ne parliamo con Ai microfoni Roberto Zichittella.
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02 Feb 2023

Il Regno Unito tra Bregret e Foster Care | Gli USA aumentano la presenza militare nelle Filippine

Fino a mezzo milione di persone ha partecipato ieri a uno sciopero coordinato che ha coinvolto insegnanti, dipendenti pubblici, personale delle forze di frontiera e macchinisti. Intanto il governo britannico deve rispondere dei "conti post-Brexit": quest'anno l'anniversario non è stato festeggiato. Il distacco del Regno Unito dall'Unione Europea è sempre più percepito con rimpianto da un 56-57% della popolazione britannica che sarebbe addirittura disposta a votare per un secondo referendum. Il Center for European Reform calcola che Brexit avrebbe causato all'economia del Regno la perdita di almeno il 5,5% del PIL. Il governo di Rishi Sunak, oltre alla contrazione economica, nell'immediato dovrà rispondere di un'altra questione. Il ministro dell'Immigrazione Robert Jenrick ha dichiarato che dal luglio 2021 più di 4.600 bambini richiedenti asilo sono stati ospitati in sei alberghi e 440 di loro sono scomparsi. Alcuni sono stati poi ritrovati, ma 200 sono ancora dispersi e 13 di loro avevano meno di 16 anni. Gli Stati Uniti stanno aumentando la loro presenza militare nelle Filippine, secondo quanto annunciato ieri dai due Paesi. Le Filippine hanno consenti l'accesso statunitense ad altre quattro basi, concessione che conferma il ruolo della nazione del sud-est asiatico come partner strategico chiave per Washington in caso di conflitto con la Cina su Taiwan. Le Interferenze di Andrea Borgnino ci raccontano di una delle oltre 250 stazioni radio comunitarie inglesi, Radio Harrow, che attraverso una rete di volontari e associazioni civiche migliora la qualità della vità a persone in ospedale, a casa ed è un riferimento per famiglia che hanno problemi economici legati alla Brexit. Al microfono, Laura Silvia Battaglia.
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01 Feb 2023

Myanmar, i due anni della giunta militare | Una nuova demografia cinese

La provincia cinese del Sichuan pone fine al divieto di avere figli per le persone non sposate per incoraggiare più persone ad avere figli dopo che la popolazione è diminuita per la prima volta in 60 anni. Le politiche nazionali sulla riproduzione non vietano esplicitamente alle donne non sposate di avere figli, ma spesso è richiesta la prova del matrimonio affinché i genitori possano accedere a servizi gratuiti tra cui l'assistenza sanitaria prenatale, lo stipendio di una madre durante il congedo di maternità e la protezione del lavoro. Ne parliamo con Désirée Marianini, sinologa, docente all'Università della Tuscia e alla LUMSA di Roma. In apertura: l'esercito del Myanmar, che ha preso il potere con un colpo di stato quasi due anni fa, ha annunciato una nuova e severa legge sui partiti politici che probabilmente solleverà ulteriori dubbi sulla correttezza delle elezioni promesse per agosto. La legge, che sostituisce una normativa del 2010, vieta ai partiti e ai candidati di avere legami con individui o organizzazioni "designati per commettere atti di terrorismo" o considerati "illegali". Vengono inoltre inaspriti altri requisiti, anche economici, per la partecipazione alla corsa elettorale. L'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine ha inoltre pubblicato un rapporto da cui risulta come la produzione di oppio sia fiorita nel Paese dopo la presa del potere da parte dei militari, con un aumento del 33% dell'area di coltivazione, raggiungendo i 40.100 ettari. Ne parliamo con Sara Perria, esperta di Myanmar, dove è vissuta stabilmente per diversi anni. Scrive per testate internazionali fra cui Nikkei Asia, Financial Times, Guardian. In Italia per La Stampa. Al microfono, Laura Silvia Battaglia.
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31 Gen 2023

Attentato a Peshawar e il ruolo del movimento dei talebani del Pakistan | La nuova presidenza ceca

Il bilancio delle vittime è salito ad almeno 87 persone dopo l'attentato suicida in una moschea che ha preso di mira dei poliziotti nella città di Peshawar, in Pakistan. Il premier pakistano e altri leader hanno condannato l'attacco di lunedì, uno dei peggiori degli ultimi anni nel Paese. I Talebani pakistani hanno negato il loro coinvolgimento dopo una prima rivendicazione da parte di uno dei loro comandanti. Per cercare di capirne di più, ne parliamo con Ejaz Ahmad, Giornalista e mediatore culturale, ha fondato l'associazione Nuove Diversità e il giornale Azad. Scrive anche per Tehqiq Nama, quotidiano di Islamabad e con Antonio Giustozzi, senior research fellow al RUSI (Royal United Services Institute) di Londra, esperto in radicalizzazione e terrorismo internazionale. Petr Pavel, generale in pensione ed ex comandante di alto livello della NATO, ha conquistato la presidenza ceca con una vittoria schiacciante sull'ex primo ministro Andrej Babiš in un'elezione oscurata dalle polemiche sulla guerra tra Russia e Ucraina. I sostenitori di Pavel hanno immediatamente salutato il risultato come una vittoria della democrazia liberale sul populismo oligarchico, che secondo loro Babiš rappresenta. Quale sarà intanto il futuro ruolo di Babiš nella politica ceca? Ne parliamo con Andreas Pieralli, giornalista e traduttore italo ceco che vive a Praga. In conduzione, Laura Silvia Battaglia.
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23 Gen 2023

Burkina Faso, aumenta la presenza di jihadisti e la crisi umanitaria | La profonda crisi dell'Egitto

Il governo militare del Burkina Faso ha ordinato a centinaia di truppe francesi di lasciare il Paese entro un mese. La mossa arriva cinque mesi dopo che la Francia ha completato il suo ritiro dal Mali dopo nove anni di lotta contro i ribelli islamisti a fianco delle truppe regionali. Dopo il secondo colpo di Stato dello scorso anno, i manifestanti antifrancesi hanno iniziato a esortare la giunta a rafforzare i legami con la Russia. Il Mali ha già assunto mercenari russi del Gruppo Wagner, accusati di diffuse violazioni dei diritti umani in quel Paese e altrove. Ne parliamo con Luca Raineri, ricercatore presso la Scuola Sant'Anna di Pisa, esperto di Africa Occidentale. La crisi economica, sociale e alimentare dell'Egitto occupa le pagine non solo della stampa internazionale ma anche di quella, estremamente controllata, interna. Pochi giorni fa, il quotidiano egiziano Al Ahram dava conto dell'annuncio del primo ministro egiziano Mostafa Madbouly sul governo che ha deciso di ampliare l'accesso all'acquisto del "pane a prezzo sussidiato". Per quasi un decennio, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha promesso al suo popolo che avrebbe rilanciato l'economia e costruito un nuovo Stato. Ma quest'anno, nel 10° anniversario del colpo di Stato che portò al potere l'ex capo dell'esercito, gli egiziani avranno ben poco da esultare. Decine di milioni di persone lotteranno per mettere il cibo in tavola, mentre la sterlina egiziana è scesa ai minimi storici e l'inflazione supera il 20%. Il settore privato è alle prese con una carenza di valuta estera che dura da quasi un anno e che sta soffocando le imprese. Uno dei problemi più profondi, inoltre, è il ruolo dei militari nell'economia, che si estende dalle stazioni di servizio alle serre, ai pastifici, ai cementifici, agli alberghi, ai trasporti e a molti altri settori. Ne parliamo con Francesca Cicardi, giornalista esperta di Medio Oriente che ha vissuto in Egitto per 14 anni. Al microfono, Luigi Spinola
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20 Gen 2023

La legge di Bibi | La guerra a Nablus | La Notte Internazionale della Geografia 2023

La Corte Suprema israeliana ha respinto la nomina a ministro dell'Interno e della Sanità nell'esecutivo di Benyamin Netanyahu di Aryeh Deri, leader del partito ortodosso Shas e alleato chiave del premier. La decisione - presa da 10 giudici su 11 - è legata al fatto che Deri è un condannato, recidivo, per reati fiscali, che ha ottenuto la sospensione dell'ultima pena in cambio della promessa, non mantenuta, di ritirarsi dalla vita pubblica. I leader sionisti religiosi, e ministri del governo Netanyahu, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich hanno rigettato la decisione della Corte Suprema e invocato che "vada avanti la riforma del sistema giudiziario". Se approvata, la riforma della giustizia – che ha scatenato proteste nelle principali città del Paese - aumenterà i poteri della Knesset (il Parlamento israeliano), permettendogli di annullare le sentenze della Corte Suprema con una maggioranza semplice. Il timore di molti è il premier Netanyahu possa usare la legge per bloccare eventuali ulteriori processi contro di lui, mentre il governo in generale potrebbe avere molta maggiore facilità ad approvare leggi a favore ad esempio degli insediamenti, o per favorire ulteriormente le mire espansionistiche israeliane in Cisgiordania. Le forze israeliane ieri hanno ucciso un insegnante palestinese di 57 anni che era andato a prestare i primi soccorsi a un militante ferito a morte, secondo quanto riferito dai paramedici e dalla famiglia dell'uomo. Jawad Bouaqneh, padre di sei figli, è stato ucciso fuori dalla casa di famiglia nel campo profughi di Jenin. Il fatto è avvenuto durante una notte di incursioni dell'esercito israeliano nella Cisgiordania occupata. La sua morte fa salire a 17 il numero dei palestinesi uccisi questo mese, tra civili e militanti. A Nablus, la città vecchia più bella, si rivivono intanto gli anni della Seconda Intifada: sono ormai continui gli scontri notturni tra l'esercito israeliano e i combattenti palestinesi della Fossa dei Leoni. Tel Aviv prova a decapitare il gruppo, ma sempre più giovani si «arruolano» Ne parliamo con Maria Gianniti, corrispondente RAI da Gerusalemme e con Michele Giorgio, corrispondente de Il Manifesto da Gerusalemme. In chiusura la Notte Internazionale della Geografia 2023 con Massimiliano Tabusi, Geografo, docente all'Università per Stranieri di Siena e vice presidente della società geografica italiana. Al microfono, Anna Maria Giordano.
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16 Gen 2023

Attacchi ai cristiani in Africa | Davos da record, senza l'Italia

Un parroco, il reverendo padre Isaac Achi, della chiesa cattolica dei Santi Pietro e Paolo a Kafin Koro, nel consiglio di governo locale di Paikoro, è stato ucciso. La chiesa cristiana è stata attaccata intorno alle 12.00 di domenica. Anche il viceparroco, il reverendo padre Collins Umeh, è stato colpito da diversi proiettili e lasciato morire prima che il parroco fosse rintracciato nel suo bagno, dove è stato ucciso nell'edificio della chiesa. Intanto almeno 10 persone sono state uccise e 39 ferite domenica in un attentato dinamitardo contro una chiesa nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, rivendicato dai jihadisti dello Stato Islamico. Tutto questo mentre tre potenze del continente si preparano a un importante anno elettorale e la visita del Papa si avvicina: ne parliamo con Padre Filippo Ivardi Ganapini, Missionario Comboniano a Castel Volturno, già direttore di Nigrizia. Con l'inizio del forum economico mondiale, che comincia oggi a Davos, l'Italia conferma la sua volontà di non essere presente, se non con il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. Al vertice, da sempre criticato come "un raduno di élite" (ragione per cui la presidente del Consiglio Meloni sostiene aver deciso di mandare solo Valditara), saranno presenti oltre 50 capi di Stato e di governo, 19 governatori di banche centrali, 30 ministri del Commercio e 35 ministri degli Esteri, nonché i vertici delle Nazioni Unite, del Fondo Monetario Internazionale e dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, tutti in un unico luogo. Quest'anno si registrerà la più alta partecipazione di imprese a Davos, con un totale di oltre 1.500 leader registrati in 700 organizzazioni. Torneranno tutti, dopo due anni di cancellazioni dovute alla pandemia e all'eccezionale incontro di primavera di maggio. Secondo quanto si legge sul sito del WEF, lo scopo del vertice di quest'anno sarà quello di "collaborare in un mondo frammentato, per risolvere le crisi odierne e indirizzare le sfide future".
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13 Gen 2023

Perù: proteste, e morti, in tutto il Paese | Orizzonti brasiliani

Le proteste contro il governo della presidente peruviana Dina Boluarte, che hanno causato 48 morti da quando sono iniziate un mese fa, si sono diffuse nel sud del Paese andino, con nuovi scontri segnalati nella città turistica di Cusco. I funzionari sanitari di Cusco hanno dichiarato che 37 civili e sei agenti di polizia sono rimasti feriti dopo che i manifestanti hanno cercato di prendere il controllo dell'aeroporto della città, dove molti turisti stranieri arrivano per visitare siti come la vicina cittadella Inca di Machu Picchu. Proteste e blocchi stradali contro Boluarte e a sostegno del presidente destituito Pedro Castillo sono stati visti anche in 41 province, soprattutto nel sud del Paese. I disordini sono iniziati all'inizio di dicembre in seguito alla destituzione e all'arresto di Castillo, il primo presidente del Perù di umili origini rurali, dopo il suo tentativo, ampiamente condannato, di sciogliere il Congresso e di evitare il suo stesso impeachment. Le proteste, principalmente nelle aree rurali (e trascurate) del Paese ancora fedeli a Castillo, chiedono elezioni immediate, le dimissioni di Boluarte, il rilascio di Castillo e giustizia per i manifestanti uccisi negli scontri con la polizia. La presidente invece non sembra avere intenzione di convocare elezioni prima del 2024. E resta un punto interrogativo sul ruolo dei conservatori, in maggioranza al Congresso: ne parliamo con Mario Magarò, giornalista freelance a Barcellona che si muove tra Spagna e Perù, da dove per molti anni ha lavorato come corrispondente e dove continua a tornare per indagare su temi ambientali. In Brasile intanto continuano le indagini, i tentativi di protesta da parte degli estremisti pro-Bolsonaro mentre il governo di Lula prova a prendere una direzione. Ne parliamo con Maria Zuppello, analista per Latin American Insider. Al microfono, Anna Maria Giordano.
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12 Gen 2023

La nuova storia del Covid in Cina | il tour africano del nuovo ministro degli Esteri cinese

Immagini satellitari scattate su diverse città cinesi hanno immortalato l'affollamento di forni crematori e case funerarie, mentre il Paese continua a lottare contro un'ondata senza precedenti di infezioni da Covid-19, in seguito allo smantellamento delle severe restrizioni contro la pandemia. Le immagini mostrano un'impresa di pompe funebri alla periferia di Pechino, che sembra aver costruito un'area di parcheggio nuova di zecca, oltre a file di veicoli in attesa fuori dalle pompe funebri di Kunming, Nanjing, Chengdu, Tangshan e Huzhou. La Cina intanto ha interrotto il rilascio di visti a breve termine a persone provenienti dalla Corea del Sud e dal Giappone, come ritorsione per le restrizioni imposte ai viaggiatori cinesi. "Quest'ultima misura è considerata una risposta diretta e ragionevole della Cina per proteggere i propri legittimi interessi, soprattutto dopo che alcuni Paesi hanno continuato a gonfiare la situazione epidemica della Cina imponendo restrizioni di viaggio a scopo di manipolazione politica", riporta il quotidiano cinese Global Times. Ne parliamo con Gabriele Battaglia, corrispondente dalla Cina per la Radio Televisione Svizzera e collaboratore di Radio Popolare. Il nuovo ministro degli Esteri della Cina farà il suo primo viaggio visitando sei paesi africani per il controllo delle rotte commerciali della nuova via della seta e il controllo degli idrocarburi. Una mossa geopolitica per tagliare fuori gli Usa e l'Europa dove l'Africa è tornata determinante. Ne parliamo con Matteo Giusti, giornalista, analista e autore di "La loro Africa" (Castelvecchi, 2022) Nelle Interferenze di Andrea Borgnino la storia dei radioamatori che a Taiwan si preparano alla guerra con la Cina. Al microfono, Marina Lalovic.
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11 Gen 2023

Il summit dei "tres amigos" | Operatori umanitari a processo in Grecia

I leader di Canada, Messico e Stati Uniti si stanno riunendo in queste ore a Città del Messico per un vertice che, secondo la Casa Bianca, si concentrerà sulla sicurezza e sulla cooperazione economica nella regione. I colloqui a tre tra il Primo Ministro canadese Justin Trudeau, il Presidente messicano Andrés Manuel Lopez Obrador e il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden seguiranno una sessione collaterale in cui i funzionari statunitensi e canadesi discuteranno della lotta al cambiamento climatico e dei modi per sostenere l'Ucraina nella sua lotta contro l'invasione russa. Lunedì invece i temi della migrazione, del cambiamento climatico, del commercio e del settore manifatturiero sono stati al centro dei colloqui tra Stati Uniti e Messico. Nel fine settimana Joe Biden ha camminato lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, in Texas, per vedere da vicino uno dei problemi più importanti della sua presidenza. Ne parliamo con Fausta Speranza, giornalista dell'Osservatore Romano e autrice del libro "Messico in bilico, viaggio da vertigine nel paese dei paradossi" (ed. Infinito, 2018) e con Mario Del Pero, docente di Storia Internazionale e storia della politica estera statunitense all'Institut d'études politiques/SciencesPo a Parigi e autore di "Era Obama" (Feltrinelli) e "Libertà e Impero" (Laterza). E' cominciato ieri sull'isola greca di Lesbo il processo a carico di 24 operatori umanitari che hanno aiutato a salvare i migranti al largo delle coste della Grecia. I 24 imputati, tra cui diversi cittadini stranieri, lavoravano per l'ormai defunta ONG Emergency Response Centre International - un gruppo di ricerca e salvataggio che ha operato sull'isola di Lesbo dal 2016 al 2018 - e sono stati accusati di aver favorito l'immigrazione clandestina nell'Unione Europea, oltre che di altri reati: ne parliamo con Dimitri Deliolanes, già corrispondente RadioTv greca e autore di "Colonnelli. Il regime militare greco e la strategia del terrore in Italia" (Fandango Libri, 2019). Al microfono, Marina Lalovic.
29 min
10 Gen 2023

Le ultime notizie dal campo in Ucraina | Appello alla NATO in Kosovo

La Russia ha intensificato l'assalto a Soledar, nella regione del Donbas, costringendo le truppe ucraine a respingere gli attacchi delle unità del Gruppo Wagner. Il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy afferma che a Soledar non sono rimaste in piedi mura ma che sia la città che la vicina Bakhmut stanno resistendo nonostante le vaste distruzioni: per le ultime dal campo parliamo con Ilario Piagnerelli, inviato di RaiNews24. La crisi tra Belgrado e Pristina si è intensificata nelle ultime settimane nel nord del Kosovo con attacchi armati, arresti, erezione di barricate e la richiesta del presidente serbo Vučić di far tornare l'esercito e la polizia serbi in Kosovo dopo 23 anni. A scatenare le proteste è stato l'arresto di un ex agente di polizia, Dejan Pantić, accusato dalle autorità di Pristina di aver partecipato alle irruzioni negli uffici della Commissione elettorale del Kosovo [verificatesi lo scorso 6 dicembre in alcune città del nord del paese a maggioranza serba]. Una settimana dopo è stato arrestato un altro ex agente della polizia kosovara di nazionalità serba. L'atmosfera è diventata talmente tesa che il presidente serbo Aleksandar Vučić ha chiesto alla KFOR di consentire il ritorno delle forze armate serbe in Kosovo. Intanto la missione della NATO in Kosovo ha respinto la richiesta del governo serbo di inviare in Kosovo fino a 1.000 uomini della polizia e dell'esercito serbi, dopo una serie di scontri tra serbi e autorità kosovare. E poi, la controversa "giornata della Republika Srpska". Ne parliamo con Ivan Vejvoda, direttore del progetto Europa presso L'istituto di scienze umanistiche di Vienna, è stato direttore esecutivo del Balkan Trust. Al microfono, Marina Lalovic.
29 min
09 Gen 2023

Il 'Capitolio brasileiro', attacco alla democrazia | Un 2023 pieno di energie

I sostenitori più estremisti dell'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro, da molti definito come il Donald Trump tropicale, hanno deciso di imitare l'assalto a Capitol Hill e piuttosto che accettare di aver perso in libere elezioni — in questo caso, le presidenziali vinte a fine ottobre da Lula — meglio l'assalto ai Palazzi del potere democratico. Con il silenzio non innocente del più diretto interessato, Bolsonaro appunto, che dagli USA osserva i suoi scagnozzi e reagisce tiepidamente, lavandosene sostanzialmente le mani: ne parliamo con Claudileia Lemes Dias, scrittrice italano-brasiliana da 20 anni in Italia, ha pubblicato i saggi "Fascismo tropicale: il Brasile tra estrema destra e Covid-19" (Dissensi Edizioni, 2020); "Le catene del Brasile: un paese ostaggio delle religioni" (l'Asino d'Oro Edizioni, 2022). Collabora con la rivista Left e con Federico Nastasi, ricercatore e giornalista freelance, collabora con Il Manifesto. Le quotazioni del gas ad Amsterdam sono più basse della vigilia della guerra e per Putin appare un po' 'spuntata' l'arma dell'energia. L'inverno caldo riduce la domanda mentre la strategia che a partire dallo scoppio della guerra ha accomunato i paesi europei nella corsa a limitare gli effetti della dipendenza da Mosca sta funzionando. E poi c'è lo sviluppo delle rinnovabili, con la potenza installata nel 2022 che ha superato del 42% quella del 2021, mentre nei nuovi PNRR dei Paesi UE sono obbligatorie misure per il risparmio energetico e la produzione di energia pulita. Intanto le vie innovative si moltiplicano: gli USA puntano sull'energia dalle onde e installano la prima unità del Paese a Los Angeles. L'US Energy Information Administration parla di una produzione vicina ai 3.500 TW/h l'anno ricavabile dal moto ondoso, circa il 64% dell'energia generata su scala industriale da tutto il Paese nel 2021: ne parliamo con Valeria Termini, docente di Economia a RomaTre, senior fellow alla LUISS School of European Political Economy, autrice de "Il mondo rinnovabile", Luiss University Press.
29 min
06 Gen 2023

Asse Kirill-Putin: tregua o trappola? | Afghanistan sempre più isolato

Il patriarca Kirill e la tregua di Natale; esiste un asse Kirill-Putin? Quanto è forte? Quale il significato dell'annuncio da parte del presidente Putin sul fronte interno ed esterno? Ne abbiamo parlato con Orietta Moscatelli, caporedattore esteri askanews e analista Limes per la Russia. L'annuncio di fine dicembre dei Talebani di vietare alle donne di frequentare l'università o di lavorare per organizzazioni non governative (ONG) aggraverà le crisi umanitarie e isolerà ulteriormente il Paese. Le nuove politiche annunciate dimostrano l'ascesa degli integralisti all'interno del regime talebano, con poche prove del suo presunto riformismo che molti attori internazionali speravano avrebbe segnato il nuovo governo. Alla luce di questi sviluppi, è improbabile che gli Stati Uniti e i loro partner allentino ulteriormente le sanzioni sull'Afghanistan controllato dai Talebani, avendo già concordato un'importante deroga alle sanzioni per consentire l'assistenza umanitaria. Intanto persino Turchia, Iran, Arabia Saudita hanno criticato la politica talebana di ulteriore restrizione ai diritti delle donne. Perché tutta questa solidarietà alle donne afghane da Paesi che non sono proprio in cima alla lista delle libertà femminili? Ne abbiamo parlato con Antonio Giustozzi, senior research fellow al RUSI (Royal United Services Institute) di Londra. Le Interferenze di Andrea Borgnino ci hanno raccontato le radio internazionali con le antenne puntate verso l'Iran: BBC Persian, Radio Farda, DW persian, RFI. Al microfono, Giulia De Luca.
29 min
04 Gen 2023

USA, la spaccatura nel GOP | Come TikTok è diventata una questione di Stati

Il 57enne deputato californiano Kevin Mc Carthy, che da 15 anni scala la gerarchia del partito repubblicano barcamenandosi tra moderati ed estrema destra, è diventato il primo candidato alla carica di presidente della Camera in 100 anni a non riuscire a ottenere il sostegno iniziale dei suoi stessi colleghi in una votazione ad alto rischio. Il 118mo Congresso Usa avrebbe dovuto giurare ieri ma quello che già viene definito "l'ammutinamento dei Repubblicani" ha prolungato (almeno) di un giorno la storica era Pelosi: per la prima volta in 100 anni sono necessari più round di votazioni per eleggere il nuovo Speaker. I legislatori si riuniscono infatti in una nuova era di governo diviso, poiché i democratici hanno perso il controllo della Camera dopo le elezioni di medio termine mentre il Senato è rimasto, per un pelo, nelle loro mani: ne parliamo con Elisabetta Vezzosi, docente di storia degli Stati Uniti d'America dall'Università di Trieste, direttrice del Dipartimento di studi umanistici. È stata presidente dell'Associazione Italiana di Studi Nordamericani. Il Congresso intanto ha ufficialmente vietato l'applicazione TikTok sui dispositivi dei legislatori e dei dipendenti federali per motivi di sicurezza nazionale. Un numero crescente di enti governativi continua a vietare TikTok dai dispositivi di lavoro, a causa delle crescenti preoccupazioni sui problemi di sicurezza dell'app: come Tiktok è divenuta un caso diplomatico tra Cina e USA? E poi, nel mezzo di questa guerra fredda tecnologica con la Cina, le aziende statunitensi hanno promesso quasi 200 miliardi di dollari per progetti di produzione di chip dall'inizio del 2020: ne parliamo con Carola Frediani, cofondatrice del sito https://www.guerredirete.it/ Ai microfoni, Giulia De Luca.
28 min
02 Gen 2023

L'insediamento di Lula in Brasile | Attacco aereo di Israele sull'aereoporto di Damasco

Nei tre giorni di lutto decretati dal presidente Bolsonaro per la morte del campione di calcio Pelé, si dovrà insediare il nuovo governo del presidente eletto Lula da Silva. L'assunzione della presidenza da parte di Lula arriva con un Paese diviso, dentro e fuori le urne, minacce dai bolsonaristi e ordigni esplosivi ritrovati nei giorni scorsi a Brasilia nell'ambito di un piano per sabotare l'insediamento del nuovo governo. Intanto Bolsonaro è volato negli USA, a Orlando, per non partecipare alla cerimonia presidenziale (e per sfuggire ad alcune indagini). Lula ha 77 anni, questa sarà probabilmente la sua ultima presidenza. Dovrà quindi formare una discendenza politica che si riveli stabile. Quali le prospettive per il Brasile? Ne parliamo con Claudileia Lemes Dias, scrittrice italano-brasiliana da 20 anni in Italia, ha pubblicato i saggi "Fascismo tropicale: il Brasile tra estrema destra e Covid-19" (Dissensi Edizioni, 2020); "Le catene del Brasile: un paese ostaggio delle religioni" (l'Asino d'Oro Edizioni, 2022). Collabora con la rivista Left. Intanto sull'aereoporto di Damasco arriva il primo attaccao aereo dell'anno da parte di Israele e del nuovo governo del Paese. L'Osservatorio siriano per i diritti umani, un gruppo di monitoraggio con sede nel Regno Unito, ha riferito che i raid israeliani hanno colpito l'aeroporto e un deposito di armi vicino alla struttura a sud di Damasco. L'organizzazione ha aggiunto che l'attacco ha preso di mira i siti e depositi di armi e munizioni di Hezbollah. Ne parliamo con Maria Fantappié, Senior Adviser per il Medio Oriente al Centre for Humanitarian Dialogue di Ginevra e con Davide Lerner, voce di Radio3 Mondo, collaboratore di Domani e per 3 anni redattore ad Haaretz. Al microfono, Giulia De Luca.
28 min
23 Dic 2022

In Israele il governo "più duro di sempre" | Giordania tra violenze e proteste

A sette settimane dalle elezioni, le quinte in 3 anni, e a pochi minuti dalla scadenza, il capo del Likud, l'eterno premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha comunicato al presidente Herzog la formazione del governo "più duro di sempre", come si legge su varie testate interne e internazionali. Netanyahu, riuscito a salire nuovamente al potere, guiderà una coalizione di sei partiti i cui membri hanno dichiarato di voler stravolgere il sistema giudiziario, ridurre la (già scarsa) autonomia palestinese nella Cisgiordania occupata, rafforzare ulteriormente il carattere ebraico di Israele e massimizzare il sostegno dello Stato agli ebrei più religiosi. Inoltre, secondo la volontà comune espressa dalla coalizione, sarà introdotta l'influenza dell'estrema destra nell'educazione laica e verrà espansa l'influenza religiosa sulle istituzioni statali e sociali: ne parliamo con Davide Lerner, voce di Radio3 Mondo, collaboratore di Domani e per 3 anni redattore ad Haaretz. Ci sposteremo poi in Giordania che si appresta a vivere Natale in un clima di forti tensioni per l'uccisione di alcuni poliziotti a Ma'an, decine di arresti e proteste per il carovita. Inoltre proprio ad Amman, nell'ultima settimana, sono ripresi i contatti tra Iran e Arabia Saudita, interrotti nel 2016. Ne parliamo con Amer Al Sabaileh, Professore universitario, analista geopolitico, editorialista del Jordan Times e non resident fellow al Stimson Center, Think tank statunitense con sede a Washington. Ai microfoni, Luigi Spinola.
26 min
22 Dic 2022

Zelensky a Washington: la reazione di Mosca| La guerra bianca, il fronte artico

La visita del presidente ucraino Zelensky a Washington, cosa ha detto, la risposta del presidente USA Joe Biden e le analisi di primo viaggio da quando è cominciata la guerra lo scorso febbraio. E, soprattutto, la reazione di Mosca: ne parliamo con Sergio Paini, corrispondete RAI in Russia. È nell'Artico dove si sente più forte l'eco dei cannoni che tuonano in Ucraina. È dove Nato e Russia si sono dati appuntamento per il duello finale. Era considerato l'ultima delle ultime frontiere e ora è il fronte più caldo. È il grande convitato di pietra del nostro tempo, in apparenza estraneo alla dissoluzione dell'ordine mondiale in atto, in realtà al centro di tutto. La Guerra bianca è già tra noi, e il dominio dell'Artico è la vera posta in gioco. Quando Joe Biden prevede un «possibile conflitto» con la Russia sul controllo dell'Artico, per Vladimir Putin è un'esplicita dichiarazione di guerra: «Spaccheremo i denti a chiunque pensi di sfidare la nostra sovranità. L'America sappia che non c'è Russia senza Artico e non c'è Artico senza Russia». Ne parliamo con Marzio Mian, giornalista e scrittore, tra i fondatori di The Arctic Times Project, associazione giornalistica no profit internazionale che realizza inchieste collettive sull'Artico e autore del libro "Artico, la battaglia per il grande Nord" (piccola biblioteca Neri Pozza, 2018) e "Guerra bianca. Il fronte artico" (2022, ed. Neri Pozza). Al microfono, Luigi Spinola.
29 min
20 Dic 2022

Trump accusato di insurrezione | Il processo ai Proud Boys | Un nuovo ministero per il Brasile

Il Comitato del 6 gennaio rimanda l'ex presidente Trump a un procedimento penale. La commissione ha accusato l'ex presidente di aver incitato all'insurrezione e di aver commesso altri reati federali e lo ha deferito al Dipartimento di Giustizia, che non è tenuto ad agire in base alle sue raccomandazioni. Intanto si apre il processo ai Proud boys: ne parliamo con Mario Del Pero, docente di Storia Internazionale e storia della politica estera statunitense all'Institut d'études politiques/SciencesPo a Parigi e autore di "Era Obama" (Feltrinelli, 2017) e "Libertà e Impero" (Laterza, 2017). L'attivista che si candida a diventare il primo ministro brasiliano per i popoli indigeni ha promesso di rendere la demarcazione delle terre indigene e la lotta contro i crimini ambientali priorità assolute nel tentativo di superare la "catastrofica eredità" di Jair Bolsonaro di devastazione e violenza in Amazzonia. Sônia Guajajara, membro chiave del fiorente movimento brasiliano per i diritti degli indigeni, è ampiamente prevista a capo del ministero che il presidente eletto Luiz Inácio Lula da Silva ha promesso di creare durante la sua campagna elettorale. Una carica che sembra estremamente necessaria, data la recente scoperta di quella che è stata soprannominata "strada del caos", ovvero una strada clandestina di 120 km (75 miglia) che le mafie minerarie illegali hanno scavato negli ultimi mesi nella giungla del più grande territorio indigeno del Brasile. Intanto, a meno di un mese dall'insediamento del presidente eletto Lula, previsto per il 1 gennaio, la polizia federale ha notificato 103 mandati di perquisizione e sequestro nei confronti di sostenitori radicali del presidente Jair Bolsonaro (PL) sospettati di organizzare atti antidemocratici. Ne parliamo con Luigi Spera, giornalista freelance collaboratore dal Brasile per agenzia Nova e altre testate e autore di "Crimine e Favelas" (ed. Eiffel, 2016) e con Claudileia Lemes Dias, scrittrice italano-brasiliana da 20 anni in Italia, ha pubblicato i saggi "Fascismo tropicale: il Brasile tra estrema destra e Covid-19" (Dissensi Edizioni, 2020); "Le catene del Brasile: un paese ostaggio delle religioni" (l'Asino d'Oro Edizioni, 2022). Collabora con la rivista Left ed è fondatrice de L'Arte di Salvarsi, blog di auto aiuto sulla violenza psicologica in famiglia, nato nel 2015.
28 min
16 Dic 2022

Elezioni in Tunisia | L'Iran espulso dalla commissione ONU sulle donne

La Tunisia affronta il voto parlamentare in una situazione di crisi sempre più profonda: ne parliamo con Matteo Garavoglia, giornalista freelance del Centro di giornalismo permanente, scrive di Nord Africa per il manifesto, IrpiMedia e L'Espresso. Il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (Ecosoc) ha adottato mercoledì una risoluzione per rimuovere l'Iran dalla Commissione sullo status delle donne (CSW) per il resto del suo mandato quadriennale che terminerà nel 2026. La decisione dei 54 membri dell'Ecosoc arriva sulla scia della brutale repressione delle proteste nel Paese che chiedevano giustizia per Mahsa Amini, la donna di 22 anni morta a settembre sotto la custodia della polizia morale. Sono stati gli Stati Uniti a introdurre e dare impulso alla risoluzione, che ha ricevuto 29 voti a favore, 8 contrari e 16 paesi astenuti. Da quando sono cominciate le proteste di piazza in Iran, la parola "riforma" cede il passo al desiderio di rivoluzionare un sistema che ha perso legittimità in diversi segmenti della popolazione, in primis tra le donne e i giovani. La spaccatura tra Stato e società sembra diventata incolmabile. Proprio in quei giorni alcuni gruppi di lavoratori cominciano a solidarizzare con le manifestanti e gli uomini scesi in piazza per sostenere le donne in prima linea. Il potenziale rivoluzionario della partecipazione dei lavoratori è tanto promettente quanto di difficile esplosione. Ne parliamo con Stella Morgana, ricercatrice e docente all'università di Liverpool, British Accademy post doctoral fellow. Al microfono, Anna Maria Giordano
28 min
14 Dic 2022

Aspettando Francia-Marocco | Donne per la pace, la sfida afghana

"È un'impresa inaspettata e un sogno che Walid Regragui e la sua squadra offrono ai marocchini, agli arabi e agli africani. Tre settimane prima eravamo in depressione, l'inflazione, la guerra in Ucraina, l'aumento dei prezzi, all'improvviso abbiamo avuto questi mercanti di felicità che hanno cambiato l'umore dei marocchini e riacceso le speranze". Lo scrive oggi l'economista marocchino Abdelghani Youmni sul quotidiano locale Le Matin: che significa questa partita? Ne parliamo con Karima Moual, giornalista del Gruppo Gedi, in collegamento da Marrakesh. Pochi giorni fa, un uomo afghano condannato per omicidio è stato giustiziato in pubblico, in quella che è stata la prima conferma di una sentenza del genere da quando gli islamisti sono tornati al potere nel Paese nell'agosto 2021. Il 12 dicembre inoltre lo Stato Islamico ha riferito che due dei suoi membri "hanno attaccato un grande hotel frequentato da diplomatici e uomini d'affari cinesi a Kabul, dove hanno fatto detonare due ordigni esplosivi". E' passato più di un anno dalle immagini dell'elicottero, con a bordo l'allora presidente, che si allontanava da una Kabul invasa dai Talebani. Da allora, progressivamente si è spenta la musica, sono tornate le barbe lunghe – e le sanzioni per coloro che si rasano – e le donne sono state nuovamente rinchiuse dentro casa: niente lavoro, niente scuola. Le donne afgane, però, non si sono arrese e continuano a protestare, dentro e fuori dal Paese. Ed è con questo spirito che al Ministero degli Esteri si è tenuto un appuntamento che riassume un anno di lavoro della Task-force creata insieme alla Farnesina dall'antenna italiana di Women In International Security (WIIS Italy) – l'associazione internazionale delle donne che lavorano nell'ambito della pace e della sicurezza internazionale – a sostegno delle donne afghane con ruoli di leadership che proseguono il loro attivismo nella diaspora. Anna Maria Giordano ne parla con Loredana Teodorescu, dottoressa di ricerca in Diritto dell'Unione Europea, è esperta di governance, politiche e istituzioni dell'UE; con Fatima Galiani, una delle 4 donne che hanno preso parte agli accordi di Doha e con Nilofar ayoubi, leader del Women's Political Participation Network.
29 min
13 Dic 2022

Aiuti UE all'Ucraina, consiglio Ue e conferenze di Parigi |Tra Cina e Russia, gli USA in Africa

Oggi 13 dicembre, Parigi ospiterà due conferenze a sostegno dell'Ucraina con il duplice obiettivo di orchestrare aiuti internazionali immediati per la popolazione locale, bersaglio quotidiano degli attacchi russi in pieno inverno, e di preparare la ricostruzione del Paese. Intanto lunedì sera l'Ungheria ha ottenuto che i Paesi dell'UE riducessero l'importo del blocco dei finanziamenti proposto in cambio della revoca del veto di Budapest su alcuni punti chiave, tra cui un pacchetto di aiuti all'Ucraina. Ne parliamo con Serena Giusti, ricercatrice ISPI su Area Russia e docente di Relazioni internazionali Scuola Superiore Sant'Anna (SSSA) di Pisa. Gli Stati Uniti ospiteranno da oggi a Washington 49 capi di Stato africani per un vertice Usa-Africa fino al 15 dicembre, con l'intenzione di trasformarlo in un'opportunità per rafforzare i legami con il continente. Secondo alcune fonti, quattro Paesi non sono stati invitati: Mali, Burkina Faso, Sudan e Guinea. In questo modo Washington cerca di aprirsi un cammino in Africa tra le imponenti presenze di Mosca e Pechino. Fin dall'avvio della sua amministrazione, Joe Biden aveva espresso l'intenzione di cambiare rotta rispetto alla politica africana perseguita dagli Stati Uniti negli anni di Donald Trump. Ci riuscirà? Ne parliamo con Giovanni Carbone, responsabile del Programma Africa dell'ISPI e professore ordinario di Scienza politica all'Università degli Studi di Milano. Al microfono, Anna Maria Giordano.
29 min
09 Dic 2022

L'umanitarismo serve? | Il caso Kurnaz e i diritti umani

Le ONG e le Nazioni Unite hanno difficoltà a trovare il loro posto in Ucraina, che non è uno Stato fallito: è quanto pubblicato dal quotidiano francese Liberation. Da tempo molti studiosi mettono in dubbio l'efficacia dell'umanitarismo, non solo riguardo all'Ucraina ma anche, per esempio, ad Haiti. L'umanitarismo a volte non sarebbe in grado di aiutare davvero le popolazioni dei luoghi dove arriva attraverso organizzazioni e associazioni. Ne parliamo con Silvia Salvatici, storica dell'età contemporanea dell'università di Firenze e autrice di "Nel nome degli altri. Storia dell'umanitarismo internazionale", edizioni Il Mulino. Ogni anno il 10 dicembre si celebra la Giornata Mondiale dei Diritti Umani, sin dal 1950, quando la risoluzione 423 stabilì questa come data poiché coincideva con il giorno in cui l'Assemblea Generale ONU adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR) nel 1948. Diritti umani che spesso, nel mondo, vengono violati anche dai governi, come nel caso di Murat Kurnaz, giovane tedesco ingiustamente recluso e torturato a Guantanamo tra il 2002 e il 2006. La sua storia è raccontata nel film "Rabiye Kurnaz Vs George W. Bush" ed è distribuito con il titolo italiano "Una mamma contro G.W. Bush". Il caso Kurnaz ha fatto il giro del mondo e il film che lo racconta è uscito da poco nel nostro Paese con il patrocinio di Amnesty International Italia. Ne parliamo con Laura Silvia Battaglia, voce di Radio3 Mondo, giornalista e documentarista specializzata in Medio Oriente e zone di conflitto, con particolare focus su Yemen e Iraq e autrice del libro "Lettere da Guantanamo", coedizione Castelvecchi-Left. Al microfono Roberto Zichittella.
28 min
08 Dic 2022

Un anno di Scholz e il complotto dei Reichsbürger | Ma'an lil-Hayat, insieme per la vita

Il primo anno del governo Scholz e gli arresti dei militanti di Reichsbürger, letteralmente «Cittadini del Reich». Una galassia che gli esperti definiscono «nebulosa» e che teorizza la necessità che i confini tedeschi tornino « all'Impero del 1871 o al 1937». Sono antisemiti e pangermanici, in prima linea contro le misure anti Covid e contrari allo Stato federale tedesco: ne parliamo con Lorenzo Monfregola, giornalista freelance, collabora con Ansa da Berlino e scrive per Aspenia, Eastwest, Le Grand Continent. Un'aula scolastica senza spifferi, un pavimento solido sul quale camminare senza impolverarsi o infangarsi i piedi, un paio di altalene per giocare, qualche alberello per avere un po' d'ombra, servizi funzionanti e acqua potabile. Gigi Bisceglia si guarda attorno e sembra un po' commosso mentre indica quello che è stato realizzato in questo spicchio di Cisgiordania in un'area soggetta al controllo israeliano. "Abbiamo concretizzato la lista dei desideri dei 65 bambini che ogni giorno vengono qui a studiare", aggiunge il coordinatore regionale del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) in Medio Oriente. Siamo a Um Kussa, nell'area di Masafer Yatta, una manciata di villaggi sparsi in mezzo al nulla a sud di Hebron. È una zona collinare senza alberi o cespugli, pietrosa, inospitale. Ma i bambini dei villaggi vicini hanno bisogno di studiare in un luogo dignitoso, lo trovano grazie al progetto che si chiama Ma'an lil-Hayat (Insieme per la vita)… Giovedì 8 dicembre alle 11 racconteremo questa realtà con le interviste realizzate da Roberto Zichittella.
28 min
07 Dic 2022

Tutti pazzi per il Golfo: Xi Jinping in Arabia Saudita | Argentina: Cristina Kirchner condannata

Pochi giorni fa il presidente israeliano Herzog è sbarcato in Bahrein per la sua prima visita di Stato. Ieri il presidente degli Emirati Arabi Uniti ha visitato il Qatar per la prima volta da quando ha avviato un boicottaggio di 3 anni verso il Paese vicino. Ora è arrivato il turno della Cina. Questa settimana il presidente Xi Jinping si recherà per la prima volta in sei anni in Arabia Saudita, nell'ambito degli sforzi per rafforzare le relazioni della Cina con la regione del Golfo, cinque mesi dopo che gli Stati Uniti hanno avvertito Pechino che non avrebbero ceduto il Medio Oriente né a loro né a nessun altro. Xi incontrerà a Riyadh il re Salman bin Abdulaziz al-Saud e il principe ereditario Mohammed bin Salman, già attualmente ala guida del regno, e parteciperà a due vertici con i leader arabi e del Golfo. Nessuna delle due parti ha fornito dettagli sull'incontro del leader cinese con i reali sauditi, ma i due Paesi potrebbero firmare un accordo di cooperazione che spazia dal libero scambio all'energia nucleare. La visita del presidente cinese, che arriva mentre affronta una crescente pressione in patria per l'opposizione alla sua strategia "zero Covid", sottolinea il desiderio della Cina di rafforzare i legami in una regione che è tradizionalmente considerata da Washington come rientrante nella sua sfera di influenza. Roberto Zichittella ne parlerà con Cinzia Bianco, Research Fellow sul Golfo per lo European Council on Foreign Relations e con Jacopo Scita, Policy Fellow presso la Bourse & Bazaar Foundation, un think tank che si occupa di diplomazia economica, sviluppo economico e giustizia economica in Medio Oriente e Asia centrale. Andremo poi in Argentina dove l'attuale vicepresidente, senatrice ed ex presidente del Paese Cristina Kirchner è stata condannata a 6 anni di prigione per amministrazione fraudolenta e all'interdizione permanente dalle cariche pubbliche. CFK ha già annunciato, qualunque sarà l'esito degli appelli, che non si candiderà alla corsa presidenziale del 2023, riaprendo così i giochi nell'inquieta vita politica argentina: ne parliamo con Giulia De Luca, giornalista esperta di America Latina e voce di Radio3 Mondo. Ai microfoni: Roberto Zichittella.
29 min
06 Dic 2022

La capacità delle forze armate ucraine | Il vertice di Tirana | I Balcani stanno morendo?

La capacità delle forze armate ucraine di colpire la Russia nel suo territorio: ne parliamo con il Generale Leonardo Tricarico, già Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare e presidente della Fondazione ICSA. Il vertice Ue-Balcani occidentali che comincerà oggi a Tirana "è un vertice molto importante, ci aspettiamo che tutti i leader della regione siano presenti insieme alle istituzioni europee e agli Stati membri", ha affermato il portavoce della Commissione europea Eric Mamer, rispondendo a una domanda sull'intenzione del presidente serbo, Aleksandar Vucic, di non partecipare al summit in segno di protesta contro la nomina di Nenad Rasic a ministro per le Comunità e il Ritorno nel governo del Kosovo. Si tratta del primo vertice in assoluto tra i leader dell'UE e dei Balcani occidentali organizzato nella regione dei Balcani occidentali: ne parliamo con Nicoletta Pirozzi, Responsabile del programma "Ue, politica e istituzioni" dello IAI e vice-presidente di WIIS Italia. Da anni intanto i paesi dei Balcani sono colpiti da un costante declino demografico e non è solo una questione di poche nascite: il fattore emigrazione sta assumendo ormai dimensioni allarmanti. "In Serbia vivono circa 6,55 milioni di persone", ha dichiarato all'inizio di novembre il presidente serbo Aleksandar Vučić, lasciando intendere di essere a conoscenza dei risultati preliminari dell'ultimo censimento della popolazione che si è svolto a ottobre scorso. Se l'affermazione di Vučić dovesse rivelarsi vera, significherebbe che la Serbia ha subito un drammatico calo della popolazione rispetto al censimento del 2011, quando nel paese vivevano 7,18 milioni di persone. Un calo che però Vučić ha definito meno grave "di quanto ci si aspettasse". Una delle destinazioni più ambite è la Germania, affamata di forza lavoro: ne parliamo con Giorgio Fruscione, analista dell'Ispi esperto di Balcani. Al microfono: Roberto Zichittella
28 min
05 Dic 2022

Le proteste a Sweida in Siria; la lunga marcia di Rahul Gandhi

Decine di manifestanti arrabbiati per il peggioramento delle condizioni economiche in Siria hanno preso d'assalto domenica l'ufficio del governatore nella città meridionale di Sweida. Secondo le autorità locali e i testimoni, hanno dato fuoco a parti dell'edificio in mezzo a un intenso scambio di colpi d'arma da fuoco. All'inizio della giornata, più di 200 persone si erano radunate intorno all'edificio nel centro della città religiosa a maggioranza drusa, scandendo slogan che chiedevano il rovesciamento del presidente siriano Bashar al-Assad, in un contesto di prezzi in crescita e difficoltà economiche: ne parliamo con Francesco Petronella, giornalista di Upday e analista dell'atlante geopolitico Treccani. Rahul Gandhi, 52enne rampollo di una dinastia che ha dominato la vita politica per decenni, sta girando il Paese a piedi per riallacciare i contatti con gli indiani e ricostruire la sua credibilità, danneggiata dalle sconfitte elettorali. L'erede della più illustre famiglia indiana è a metà di una lunga marcia che lo porterà dal Tamil Nadu al Kashmir: 3.570 chilometri da sud a nord, 150 giorni e cinque mesi per ristabilire una credibilità per il Partito del Congresso, che egli rappresenta e che ha dominato la politica indiana per quasi cinquant'anni, ma che ora è ridotto all'immagine di un partito corrotto, impercettibile e pigro, incapace di contrastare l'onnipotente Primo Ministro Narendra Modi e il suo Bharatiya Janata Party (BJP), il partito nazionalista indù: ne parliamo con Rita Cenni, corrispondente ANSA da Nuova Delhi. Al microfono Roberto Zichittella.
28 min
23 Nov 2022

Attentato a Gerusalemme | La nuova superpotenza militare europea

Doppio attentato a Gerusalemme, un morto e almeno 19 feriti. La prima esplosione è avvenuta questa mattina vicino alla stazione centrale degli autobus all'ingresso della città, ai margini del quartiere di Ramot. La seconda esplosione è avvenuta pochi minuti più tardi ad un incrocio nello stesso quartiere. Ne parliamo con Nello Del Gatto, analista mediorientale, scrive per Eastwest, Affari Internazionali, La Stampa, Corriere del Ticino. La guerra in Ucraina mette sotto pressione le scorte di armi occidentali e mentre il conflitto si trascina e si intensifica, gli arsenali si stanno esaurendo fino a raggiungere un livello critico, anche negli Stati Uniti. Intanto, dopo un anno di incertezze, venerdì 18 novembre Francia e Germania hanno finalmente annunciato di aver raggiunto un nuovo accordo per avviare la prossima fase di sviluppo della futura "sesta generazione" di aerei da combattimento europei: gli SCAF. Nel frattempo la paranoia della Polonia nei confronti della Russia l'ha spinta a rifuggire dallo Zeitgeist prevalente in gran parte dell'Europa, secondo cui la guerra convenzionale appartiene al passato, e sta costruendo quelle che ora sono sulla buona strada per diventare le forze terrestri più forti dell'UE. Così la Polonia ha probabilmente il miglior esercito d'Europa. E diventerà sempre più forte. Ne parliamo con Pietro Batacchi, direttore di "RID Analytics", Dipartimento di Analisi e Studi di RID, e con Fabio Turco, giornalista di Centrum Report, progetto giornalistico sui paesi dell'Europa Centrale in collegamento da Varsavia. Ai microfoni Luigi Spinola.
29 min
22 Nov 2022

Accordo UE-UK in salsa svizzera | Giappone tra crisi di governo e Chiesa dell'Unificazione

Il PM britannico Rishi Sunak sta affrontando un nuovo scontro sulla questione Brexit, nel tentativo di placare il contraccolpo degli euroscettici più intransigenti, visto che il Regno Unito potrebbe cercare un accordo con Bruxelles in stile svizzero, mentre le imprese potrebbero chiedere una posizione più "pratica" sull'immigrazione. Tony Danker, il direttore generale della Confederation of British Industry, in concomitanza sta usando il suo discorso alla conferenza annuale della CBI 2022 per esortare il governo a risolvere lo stallo del protocollo dell'Irlanda del Nord e ad attuare l'accordo sulla Brexit negoziato da Boris Johnson. Ne parliamo con James Blitz, giornalista e opinionista sulla politica. Il ministro degli Affari interni del Giappone si è dimesso in relazione a uno scandalo sui finanziamenti, diventando il terzo membro del gabinetto a lasciare in meno di un mese, con un duro colpo per il già vacillante sostegno del primo ministro Fumio Kishida. L'indice di gradimento di Kishida è crollato da quando, a luglio, l'assassinio dell'ex primo ministro Shinzo Abe ha rivelato i legami profondi e di lunga data tra i politici del Partito liberaldemocratico al governo e la Chiesa dell'unificazione, un gruppo che secondo i critici è una setta. Per questo oggi il governo dà il via a un inchiesta sulla Chiesa dell'Unificazione dopo l'uccisione di Shinzo Abe. L'indagine si concentrerà sulle finanze e sull'organizzazione della chiesa, in seguito allo sgomento dell'opinione pubblica per la portata dei suoi legami con il partito al governo. Ne parliamo con Antonio Moscatello, giornalista esperto di Asia, autore di "Breve storia del Giappone" (Newton Compton, 2022). Con Luigi Spinola
29 min
17 Nov 2022

I Repubblicani e una maggioranza risicata al Congresso | Esecuzioni e repressione in Iran

I Repubblicani vincono una maggioranza molto risicata al Congresso. Quanto i dissidi interni al partito e la candidatura di Trump alle elezioni 2024 peseranno sul controllo repubblicano della camera bassa degli Stati Uniti? Ne parliamo con Raffaella Baritono, professoressa ordinaria di Storia e Politica degli Stati Uniti d'America presso la Scuola di Scienze Politiche dell'Università di Bologna. Sentiamo le Interferenze di Andrea Borgnino: Dopo aver spento internet l'Iran ha iniziato a disturbare le trasmissioni satellitari internazionali con il jammming con il risultato di rendere impossibile la ricezione di segnali come BBC Persian, VOA, CNN. L'Iran ha emesso una prima condanna a morte per le proteste che attraversano il paese che sfidano quattro decenni di regime degli ayatollah. L'esecuzione è stata ordinata per una persona non identificata che avrebbe dato fuoco a un edificio governativo. L'esecuzione fa seguito al voto di 272 dei 290 legislatori iraniani all'inizio del mese per l'applicazione della pena di morte per gravi crimini contro lo Stato e alle ripetute richieste di alcuni funzionari di adottare una linea più dura contro i disordini che non mostrano segni di diminuzione. I gruppi di difensori dei diritti umani nel paese avvertono che potrebbe seguire un'ondata di esecuzioni, utilizzate come strumento per porre fine a quasi due mesi di dissenso sostenuto a livello nazionale. Ne parliamo con Luciana Borsatti, giornalista e autrice del libro "L'Iran al tempo di Biden" (Castelvecchi, 2021) e "L'Iran al tempo di Trump" (Castelvecchi, riedizione 2020). Ai microfoni Anna Maria Giordano.
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11 Nov 2022

Donne bannate dai parchi in Afghanistan | Monti Arcani

In apertura andiamo in Francia con Anna Maria Merlo per parlare della diatriba Roma-Parigi sull' #OceanVicking. In Afghanistan i Talebani bandiscono le donne dai parchi di Kabul. Ne parliamo con Luca Lo Presti, presidente di Pangea onlus. Poi vi portiamo in viaggio con un atlante dedicato alle montagne più suggestive, dall'Olimpo all'Ararat: per costruire itinerari ideali e viaggi anche solo con la mente. Da sempre la montagna suscita sensazioni enormi e a volte contrastanti: stupore, meraviglia, potenza, paura o aspirazione, sacralità e vicinanza a Dio, rispetto o conquista, ignoto. Quasi mai indifferenza. Alcune montagne sono circonfuse di un'aura ancora più elevata di quanto la loro altezza geografica riveli. Sono montagne sacre o mitiche o mitizzate o idealizzate. Non vi è regione del mondo che ne sia priva, non vi è popolo che non ne abbia una. E ognuna ha la sua vicenda, la sua narrazione: dimora degli Dei come l'Olimpo, poteri arcani come il Monte Calamita, meta di pellegrinaggio come il Monte Kailas, ultimo rifugio come il Monte Ararat, rivelazione come il Monte Sinai. Sono monti "arcani" nel senso che Leopardi volle dare alla parola: «ciò che per la segretezza o il mistero in cui si avvolge è motivo di fascino o di attrazione». Ne parliamo con Albano Marcarini, urbanista e cartografo autore di Atlante dei monti arcani. Storie e miti del mondo verticale (Hoepli, 2022) Ai microfoni Roberto Zichittella.
29 min
04 Nov 2022

Elezioni di midterm, tutti i costi della campagna e i temi caldi; la COP27 in Egitto

n un discorso tenuto mercoledì sera, Joe Biden ha messo in guardia gli statunitensi dal tollerare la "violenza politica" all'avvicinarsi delle elezioni di midterm, lanciando l'allarme sulle minacce alla democrazia statunitense. Negli Stati Uniti non risolviamo le nostre differenze con una rivolta, una folla, un proiettile o un martello. Le risolviamo pacificamente alle urne", ha detto il Presidente. In una campagna senza esclusione di colpi, repubblicani e democratici hanno speso finora quasi 10 miliardi di dollari (8,6 miliardi di sterline) in pubblicità. Si tratta di una cifra impressionante, che supera persino la spesa per le elezioni presidenziali del 2020 ed è quasi il triplo di quella spesa durante le ultime elezioni di metà mandato. Quali le prospettive? Venerdì 4 novembre alle 11 Marina Lalovic ne parlerà con Veronica Fernandes, giornalista di Rainews24 in viaggio negli USA per seguire le elezioni. Uno dei temi caldi di questa campagna per le elezioni di medio termine è stato l'accesso a un aborto legale e sicuro: secondo gli ultimi dati, dopo il rovesciamento della sentenza Roe vs Wade sono diminuiti gli aborti legali. Questo significa un aumento delle procedure clandestine che mettono a rischio la vita di migliaia di donne. Per evitare questo tipo di pratiche, che colpiscono principalmente le donne dei settori più vulnerabili della popolazione, la dottoressa Amy Maragareth Autry sta portando avanti un progetto per creare una clinica che fornisca aborti gratuiti e sicuri, nonché tutela della salute e dei diritti riproduttivi, su una barca nel Golfo del Messico. Sentiremo la sua intervista, realizzata da Giulia De Luca. E poi andremo in Egitto, con la COP27 e tutte le implicazioni attorno a questo evento con Costanza Spocci, voce di Radio3 Mondo, giornalista esperta di Medio Oriente, ed Egitto dove ha vissuto a lungo.
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03 Nov 2022

Zero Covid, paura e libertà in Cina; il softpower della cultura

Il ministero degli Esteri cinese ha riferito di non essere a conoscenza di piani di modifica della politica zero Covid, in merito alle indiscrezioni sul tema apparse numerose sui social media. "Non so dove abbiate preso queste informazioni. Non ne so davvero nulla", ha affermato sul punto il portavoce Zhao Lijian, parlando nella conferenza stampa quotidiana. Negli ultimi tre giorni, le autorità cinesi hanno imposto il blocco a 600.000 persone nell'area che circonda la più grande fabbrica al mondo di iPhone e hanno sospeso bruscamente le operazioni nel parco Disney di Shanghai bloccando l'uscita a tutti i visitatori presenti fino a quando non avessero ottenuto un test negativo per il virus. La Cina è l'ultima grande economia che continua a perseguire una strategia 'zero-Covid', basata su lockdown improvvisi, test di massa e lunghe quarantene, nel tentativo di strozzare i focolai di contagio. Marina Lalovic ne parlerà con Gabriele Battaglia, corrispondente da Pechino per la radiotelevisione svizzera e per radio popolare. Ci sposteremo poi in Arabia Saudita, perché comincia oggi il Festival delle arti luminose di Noor Riyadh che riunisce più di 100 artisti contemporanei sauditi e internazionali. Il Festival durerà fino al 19 novembre e dimostra come i Paesi del Golfo sembrino essere sempre più aperti a eventi culturali di respiro internazionale: in questi giorni si svolge la Fiera internazionale del libro a Sharjah (Emirati Arabi Uniti) con l'Italia paese ospite d'onore e fra qualche settimana il Rossini Opera Festival porterà una sua opera di Rossini alla Royal Opera House di Muscat, in Oman. Ne parliamo con Roberto Zichittella, voce storica di Radio3 Mondo, in collegamento da Riyadh. Le #Interferenze di Andrea Borgnino ci portano al confine tra Cina e India dove, da diversi anni, è in atto una vera e propria battaglia dell'etere fatta di programmi di propaganda e disturbi jamming: una nuova guerra fredda via radio.
29 min
27 Ott 2022

La Germania del "cinese" Scholz; rimpatrio "volontario" dei siriani da Turchia e Libano

La Germania del "cinese" Scholz, battitore libero dell'Occidente e la crisi con la Francia: ne parliamo con Lorenzo Monfregola, giornalista freelance, collabora con Ansa da Berlino e scrive per Aspenia, Eastwest, Le Grand Continent. Le autorità turche hanno arrestato e deportato arbitrariamente centinaia di ragazzi e uomini siriani in Siria tra febbraio e luglio 2022, ha dichiarato lunedì Human Rights Watch. L'organizzazione afferma che i siriani deportati hanno raccontato ai ricercatori di HRW che molti di loro sono stati arrestati a casa, sul posto di lavoro o addirittura per strada. In Libano intanto è cominciato oggi il graduale rimpatrio dei rifugiati siriani insediati nel Paese, definito dal ministro libanese uscente degli Affari sociali, Hector Hajjar, "volontario e sicuro". Questo rientro fa parte di un piano del governo uscente di Nagib Mikati, che prevede il rimpatrio di 15.000 rifugiati all'anno: ne parliamo con Lorenzo Trombetta, corrispondente ANSA e Limes da Beirut, autore per Limes della rubrica "lo strillone di Beirut", del sito https://www.negoziazionepotere.com/ e autore di "Negoziazione e potere. Alle radici dei conflitti e dintorni in Medio Oriente" (Mondadori Università, 2022). In chiusura "Storia di A., sogni e battaglie di un minorenne migrante solo in Italia", il podcast prodotto dal Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (UNICEF), in collaborazione con il Coordinamento Nazionale Comunità d'Accoglienza (CNCA) realizzato dall'autore Marco Stefanelli in onda da lunedì 24 ottobre su Rai Radio 3 alle 19.50 e su RaiPlaySound. Con Nicola Sannazzaro, Child Protection Specialist UNICEF. Al microfono, Luigi Spinola.
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26 Ott 2022

Myanmar, la guerra della giada; Cox's Bazar; il cambiamento climatico in Bangladesh

Un raid aereo che ha preso di mira uno dei maggiori gruppi di insorti etnici del Myanmar ha ucciso almeno 50 persone e ne ha ferite circa 100, secondo quanto riportato. Il bilancio delle vittime è stato fornito dal colonnello Naw Bu, portavoce dell'Esercito di Indipendenza Kachin (KIA). Testimoni oculari hanno affermato che gli aerei hanno sganciato tre bombe su un concerto organizzato dalla KIA nel villaggio di Kansi per celebrare il 62° anniversario della campagna per l'autonomia dell'esercito ribelle. Secondo le testimonianze, i militari hanno bloccato i medici che cercavano di trasferire i feriti nella vicina città di Hpakant, dove si trova l'ospedale più vicino. Questa parte dello Stato Kachin è contesa da molti anni dall'esercito e dagli insorti Kachin a causa delle sue miniere di giada, che si pensa valgano circa 30 miliardi di dollari (27 miliardi di sterline) all'anno. Mercoledì 26 ottobre alle 11 Luigi Spinola ne parlerà con Cecilia Brighi, Segretaria generale dell'Associazione Italia-Birmania insieme. Andremo poi in Bangladesh che sta combattendo quella che è stata definita "una solitaria battaglia contro il cambiamento climatico". Il Paese rappresenta appena lo 0,56% delle emissioni globali, eppure è uno dei 10 Paesi al mondo più colpiti dal cambiamento climatico. Ne parliamo con Laura Silvia Battaglia, giornalista e voce di Radio3 Mondo, in collegamento dal Bangladesh e appena rientrata da Cox's Bazar, il più grande campo di rifugiati al mondo dove da anni sono rinchiusi i Rohingya: un gruppo di fede musulmana che risiede principalmente in Myanmar nello stato di Rakhine, al confine con il Bangladesh e che rappresenta uno degli strati più poveri della popolazione e con Martino Mazzonis, giornalista e autore de "Gli spaesati", l'inchiesta firmata insieme ad Angelo Loy per "Il fattore umano", andato in onda lunedì 1 agosto alle 23.15 su Rai 3 e che può essere visto su Rai Play.
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25 Ott 2022

Cina, nuova leadership e cenni di resistenza; escalation coreana e pericolo nucleare

Con l'inizio del suo terzo mandato, Xi Jinping si trova a dover affrontare alcune proteste che si stanno diffondendo in Cina e nel mondo. Una rara protesta contro il leader cinese e le sue politiche si è conclusa rapidamente a Pechino, con due striscioni apparsi su ponti e cavalcavia: "Dite no al test Covid, sì al cibo. No all'isolamento, sì alla libertà. No alle bugie, sì alla dignità. No alla rivoluzione culturale, sì alla riforma. No al grande leader, sì al voto. Non essere schiavo, sii cittadino", recitava uno. "Sciopero, rimozione del dittatore e traditore nazionale Xi Jinping", si leggeva in un altro. Martedì 25 ottobre alle 11 Luigi Spinola ne parla con Giulia Pompili, giornalista redazione esteri de Il Foglio. Intanto la Corea del Nord e la Corea del Sud si sono scambiate colpi di avvertimento lungo il loro conteso confine marittimo occidentale - teatro in passato di spargimenti di sangue e battaglie navali - in uno sviluppo che solleva la preoccupazione di possibili scontri dopo la recente raffica di test di armi della Corea del Nord. Senza contare l'allarme nucleare per quello che sembra un test imminente di Pyongyang: ne parliamo con Antonio Fiori, professore associato presso la Scuola di Scienze Politiche all'Università di Bologna, dove insegna International Relations of East Asia ed è autore del libro "Il nido del falco, Mondo e potere in Corea del Nord" (Ed. Le Monnier, seconda edizione aggiornata uscita a marzo 2022) e con Marilena Gala, professore associato di storia delle relazioni internazionali al dipartimento di scienze politiche dell'università degli studi di Roma tre, dove insegna anche un corso di storia del nucleare e autrice del libro "Il Paradosso nucleare" (Edizioni Polistampa).
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29 Set 2022

Patrick Zaki, un nuovo rinvio; Egitto, lo stato del Paese, la Cop27 e la crisi idrica

Il futuro di Patrick Zaki è ancora appeso a un filo. La prossima seduta è stata spostata al 29 novembre, lo ha deciso il giudice nella settima udienza a vuoto che si è tenuta a porte chiuse il 27 settembre a Mansoura. Zaki rischia altri 5 anni di reclusione con l'accusa di diffusione di notizie false. Al momento in Egitto si contano 65.000 prigionieri politici, di cui almeno 26.000 in detenzione preventiva, secondo l'Arabic Network for Human Rights Information. E il numero rischia di salire con l'avvicinarsi della Cop27 che si terrà a Sharm el Sheikh dal 7 al 18 novembre: le ong e la società civile egiziana continuano a rilevare con grande preoccupazione la situazione dei diritti umani in Egitto e, in particolare, le restrizioni imposte dal governo ai diritti di libertà di espressione, associazione e riunione pacifica, che rischiano di compromettere il successo della Cop27, un vertice sul clima che dovrebbe essere inclusivo e partecipativo. Inoltre, le autorità saudite hanno recentemente arrestato e consegnato diversi dissidenti egiziani al Cairo, deportandoli dal territorio saudita. Laura Silvia Battaglia ne parlerà con Emma Petitti, presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, Rita Monticelli, coordinatrice del master Gemma in studi di genere e consigliera comunale con delega sui diritti umani e con Laura Cappon, giornalista di Mezz'ora in più (Rai3), e co-autrice insieme a Gianluca Costantini di "Patrick Zaki. Una storia egiziana" (Feltrinelli, 2022).
29 min