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Le meraviglie Parco archeologico di Ercolano raccontato da Paolo Carafa

Le meraviglie

Parco archeologico di Ercolano raccontato da Paolo Carafa

Con  Paolo Carafa "scendiamo" nell'area archeologica di Ercolano, scavata per oltre 40 metri nella roccia vulcanica che l'ha ricoperta fino all'età moderna da quando il 24 agosto del 79 d.C. il Vesuvio esplose e la travolse con una coltre molto spessa di fango e lava incandescente. Oggi è visibile solo un fazzoletto di terra dell'Ercolano antica, tanto piccolo quanto godibile in breve tempo: 7 strade ortogonali e poche insule. Ma la peculiarità di questo sito archeologico rispetto ad altri qui intorno, Pompei compresa, è che solo ad Ercolano si può cogliere un' istantanea della vita quotidiana di un villaggio romano del primo secolo d.C. attraverso i dettagli dell'architettura ma anche dell'artigianato, delle decorazioni e delle suppellettili di uso comune, perfettamente conservati proprio perché il grande calore che improvvisamente invase l'area carbonizzò ogni cosa lasciandola al suo posto. Al flusso di lava e cenere si aggiunse un maremoto, perché Ercolano era molto vicina alla costa e quindi, al momento dell'esplosione, si trovò attaccata da fuoco e acqua insieme; questo segnò anche la sorte degli abitanti del villaggio romano dei quali oggi vediamo gli scheletri – e non i calchi di gesso come a Pompei – che furono rinvenuti sull'antica spiaggia, colti probabilmente nel loro estremo tentativo di fuga dalla morte. Il fascino di questo luogo, ci racconta Carafa, dipende dal fatto che lo abbracci con uno sguardo ma non lo capisci subito: Ercolano sembra un taglio nel paese moderno, ha dei limiti che non sono reali e forse proprio per questo ti fa venir voglia di superarli con l'immaginazione.

30 Ott 2017