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Zarathustra Un abito color aragosta

Zarathustra

Un abito color aragosta

Giovanna è un'insegnante e ama molto il suo lavoro, ma non è sempre stato così. C'è stato un tempo in cui, tornando a casa dopo le lezioni, piangeva di sconforto e frustrazione. Aveva la sensazione di essere impotente di fronte alle chiusure dei ragazzi, si sentiva esausta di fronte alla strada intrapresa per poter inseguire e preservare la sua passione per lo studio, come se avesse imboccato un vicolo cieco. Ma un giorno, un giorno che indossava un abito color aragosta rimasto impresso nella sua memoria come accade ai dettagli che fanno da cornice alle piccole e grandi rivelazioni che la vita sa schiudere, un pensiero nuovo ha disinnescato la sua prostrazione. Ha capito che per insegnare bene, per insegnare davvero, non doveva infilarsi a forza in un abito che non fosse suo. Che doveva seguire la sua inclinazione e lasciare che il processo di apprendimento fosse biunivoco, che l'insegnamento fosse reciproco. Da quando ha iniziato a lasciare che i suoi alunni le insegnino quello che vedono e sanno, il rapporto con il suo lavoro si è ribaltato. Opere e biografie di artisti e scrittori, Giovanna le lascia dialogare con i suoi studenti, che leggendo le Vite di Vasari si ritrovano nel profilo di Brunelleschi, che rispecchiano i rapporti qualche volta difficili con i genitori nella Lettera al padre di Kafka. Perché da quando si è aperta alle voci dei ragazzi, Giovanna ha saputo insegnare loro a dialogare con i classici. Con lei riflettiamo su cosa significhi insegnare, su limiti e meraviglia di un mestiere delicato.

16 Apr 2023