Chi è quest'uomo? Un saggio, un padre, un visionario, un matto? Con il suo nome, lui non lo saprà mai, chiameranno un cratere sulla superficie di Mercurio. Walt Whitman, il grande poeta americano padre del verso libero, viaggia sul pianeta più vicino al Sole e per l'eternità.
Whitman scrive di una comunità lanciata alla conquista di un nuovo mondo. Ma non tutti se ne rendono conto subito; il libro ha un successo relativo, per qualcuno è meraviglioso per altri una vera oscenità, qualcuno scrive che il suo autore dovrebbe venire frustato sulla pubblica piazza, qualcun altro si innamora di quei versi tumultuosi.
Questa poesia è la foglia più famosa dell'immensa raccolta "Foglie d'erba". Whitman la scrive dopo la morte del presidente Lincoln, avvenuta il 15 prile 1865, per pubblicarla per la prima volta nell'ottobre dello stesso anno. L'assassinio è evocato attraverso metafore, la nave rappresenta gli Stati Uniti d'America, il viaggio è la guerra di secessione americana e il capitano della nave, che muore eroicamente sul ponte di comando solo dopo averla ricondotta in salvo, è Lincoln.
Sui saggi usciti nella rubrica "Sport per uomini" del New York Atlas nel 1858 e scritti sotto lo pseudonimo di Mose Velsor e sulla sezione Calamus della raccolta "Foglie d'erba". In questo gruppo di poesie Whitman celebra "l'amore dell'uomo per l'uomo"', per la critica si tratta dell'espressione più evidente dell'idee del poeta sull'amore omosessuale.
Whitman si muoveva su rotaia, su diligenze e barche e coprì 2.400 miglia. La vastità della terra americana si mostrava ai suoi occhi in tutte le sue contraddizioni. Il viaggio a New Orleans, una zona paludosa ricoperta di palme, vergine e fiera, fu il suo unico grande viaggio prima dell'ultimo trasferimento a Camden nel New Jersey dove si spense il 26 marzo 1892.