Bambini rubati -

Sono 43 i campi in mano russa dove dall'inizio della guerra sono state verificate deportazioni di bambini ucraini. Una ragnatela che parte dalla Crimea, passa lungo i confini tra i due paesi in guerra e poi si dirama nei dintorni di Mosca per arrivare fino alla Siberia e ai Monti urali, al confine con l'Asia. E' in questi campi che la Russia cerca di cancellare l'identità ucraina di questi minori che in centinaia di casi sono già stati adottati da famiglie russe. E' stato proprio il trasferimento illegale di questi bambini a portare la Corte Penale Internazionale dell'Aja ad emettere un mandato di arresto nei confronti del Presidente Putin e di Maria Lvova Bielova, la commissaria russa per i diritti dei bambini. Partendo dalle testimonianze raccolte e verificate sul campo dall'inviata in Ucraina, Azzurra Meringolo, Bambini Rubati – un podcast originale di Radio 1 con la regia di Leonardo Patanè - racconta l'Odissea di questi bambini e delle mamme che hanno fatto lunghe peripezie per andarseli a riprendere.

Episodi

1. Il cacciatore di bambini

C'è un cacciatore buono di bambini a Kiev. L'ex garante dei diritti dei minori che lavorando nell'ombra organizza dei viaggi – più simili a delle missioni d'intelligence – per entrare in Russia e riportare a casa i bambini ucraini rubati. La sua rete di volontari comprende russi e bielorussi che sentono il dovere morale di rimpatriare i minori a Kiev: 330 quelli riportati a casa fino ad ora.

2. L'Odissea delle mamme

Tocca alle mamme – visto che gli uomini ucraini non possono varcare le frontiere – mettersi in cammino per ritrovare le tracce dei lori figli finiti nei campi in mano russa. Un'Odissea di migliaia di km e diverse settimane per attraversare Paesi come Polonia, Lituania, Bielorussia ed entrare poi in territorio russo alle porte dei campi dove Mosca tiene i loro figli. Missioni di cui parlano solo poche mamme, quelle che a volte anche dopo un primo tentativo fallito, sono riuscite a riabbracciare il loro figli.

3. La trappola dei campi ricreativi che diventano prigioni

Sono i collaborazionisti russi in territorio ucraino ad attirare migliaia di bambini e adolescenti in territorio sotto il controllo di Mosca. L'amo è la proposta di campi ricreativi, presentati come momenti di svago lontani dai bombardamenti. E' una trappola però. Questi viaggi in molti casi non prevedono la tratta di ritorno, trasformandosi in una prigionia dove le percosse sono la risposta a chi grida Gloria all'Ucraina.

4. La rieducazione a suon di indottrinamento

L'inno russo, la discoteca con la musica nazionalista di Mosca e le lettere da scrivere ai militari russi al fronte. Sono queste alcune delle attività che devono svolgere i bambini ucraini rubati da Mosca che a volte vengono anche addestrati militarmente. Lo dice pubblicamente anche il leader della milizia cecena Kadyrov. Centinaia di loro sono già stati affidati a famiglie russe, dopo il decreto con il quale il presidente Putin ha semplificato le adozioni.