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Jack Folla, un dj nel braccio della morte Credo a ciò che non vedo

Jack Folla, un dj nel braccio della morte

Credo a ciò che non vedo

Tutti dicono che la radio sia cieca, per me è luce: la visione del mondo che puoi avere affacciandoti dal balcone invisibile della radio è stratosferica. La tv appiattisce tutto; la radio allunga, non solo il tempo e le luci, anche le ombre. Per cui, felice, oggi torno a vedere, posso guardarvi dentro, e voi lo stesso con me. In questa lunga pausa forzata del DJ in gabbia, sapete chi mi ha aiutato? Si chiama proprio così: Felice. Un ragazzo di origini pugliesi, bolognese di adozione, che a 14 anni faceva judo, studiava come tutti gli altri e guardava al futuro. E improvvisamente una brutta malattia lo rende cieco. Come ne è uscito? Diventando scultore. Sì, avete capito bene, uno scultore cieco. Nel 2008, Felice Tagliaferri va a Napoli ed entra nella Cappella di san Severo, chiede gentilmente ai custodi il permesso di poter toccare la statua del Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, perché con una lunga carezza sarebbe riuscito a vederla. Per fortuna glielo proibiscono. Con questo divieto nel cuore, l'artista non vedente torna a casa e –grazie a quel Niet sovietico dei custodi- scolpisce la sua opera più famosa: Il Cristo Ri-velato. Anni dopo scolpirà la Pietà Ribaltata, cioè non più la Madre Divina che tiene fra le braccia con amorevole dolore il Cristo morto, ma Gesù che sostiene la Madonna, il figlio che accudisce alla madre, quello che tutti noi siamo tenuti a fare quando le mamme invecchiano.

31 Gen 2022