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Jack Folla, un dj nel braccio della morte Ti chiami Tani e credi nei miracoli

Jack Folla, un dj nel braccio della morte

Ti chiami Tani e credi nei miracoli

Ti chiami Tani, hai sette anni e credi nei miracoli. Hai un fratello grande, ha già 14 anni: è il tuo eroe. Papà ha una tipografia, mamma lo aiuta e si occupa della contabilità. E tu hai in mano la felicità. Poi qualcosa inizia a cambiare, lacerando quel senso di sicurezza che avvolge ogni infanzia: la felicità comincia a scivolarti tra le dita. Siete una famiglia cristiana nella Nigeria di Boko Haram e quei terroristi hanno fatto irruzione nella tipografia di tuo padre intimandogli di stampare i loro manifesti. Lui, Kayode, li ha guardati dritti in faccia, ha rifiutato. Il suo coraggio è la vostra condanna. A sera quando papà ritorna dal lavoro ti abbraccia come sempre ma non sorride più. Mamma gli mette una mano sulla spalla e sussurra che andrà tutto bene. Lui scuote la testa. La notte li senti discutere nella stanza accanto. Mamma piange "Kayode, cosa possiamo fare?" "Dobbiamo scappare, amore mio." Ti acciambelli nel tuo letto, chiudi forte gli occhi e preghi, perché hai bisogno di un miracolo. Papà riesce a procurarsi dei visti turistici che vi consentano la fuga, l'espatrio; non c'è tempo neanche per gli addii, gli abbracci e le lacrime: correte all'aeroporto e vi imbarcate su un volo per gli Stati Uniti. Ti chiami Tani, hai sette anni, vai a scuola e vivi in un rifugio per senzatetto a Manhattan.

28 Lug 2022