Radio3 Scienza Due gradi di separazione… che inquietano
Due gradi di separazione… che inquietano
Venerdì scorso, 17 novembre, la temperatura media giornaliera del nostro pianeta ha superato di 2 °C i valori che si raggiungevano, in quello stesso giorno, in epoca pre-industriale, ovvero tra il 1850 e il 1900. A rilevare questo dato è stato il programma Copernicus dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), come ci dice Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine. Alla COP21, la Conferenza mondiale sul clima della Nazioni Unite che si tenne a Parigi nel 2015, si decise di contenere l'innalzamento delle temperature globali ben al di sotto di 2 gradi, possibilmente non oltre gli 1,5 °C, perché quel mezzo grado in più farebbe la differenza tra una scenario già difficile ed uno devastante. Come precisa Marina Baldi, climatologa del CNR, lo sforamento di quella soglia di 2 °C va considerato, al momento, solo come un'anomalia rispetto ad una media sul lungo periodo, che si mantiene ancora al di sotto di quel valore. Però è un campanello d'allarme, perché quanto accaduto il 17 novembre potrebbe ripetersi con maggiore frequenza in futuro, ma soprattutto perché le temperature medie mensili globali da gennaio a ottobre di quest'anno sono già di 1,43 °C più alte rispetto a quelle dell'era pre-industriale, al punto che il 2023, benché non ancora terminato, sembra già delinearsi come l'anno più caldo di sempre. Al microfono Paolo Conte
22 Nov 2023