È un modello sociale e politico unico al mondo, in cui agli amministratori umani viene affiancato il GovTech, il grande sistema di intelligenza artificiale capace di misurare e migliorare ogni tipo di scelta, dalle soluzioni quotidiane alla programmazione negli anni. Singapore, isola asiatica grande quasi la metà di Roma e con circa il doppio degli abitanti, priva di risorse interne ed esposta ai danni climatici, ha trasformato un povero villaggio di pescatori in una delle più potenti e dinamiche economie del mondo. L'ha fatto, nel giro di pochi decenni, grazie a un massiccio innesto di tecnologie: creando gemelli digitali di persone, animali, piante, oggetti e infrastrutture su cui testare le decisioni, simulare scenari, automatizzare gli interventi e anticipare i problemi. Sono i codici, nella città stato asiatica, a gestire i flussi di traffico, gli interventi sanitari, gli adempimenti amministrativi o l'istruzione, tramite sensori piazzati ovunque, per acquisire dati in tempo reale, insieme ad app nei cellulari di ogni cittadino, per ricevere all'istante qualsiasi servizio. E poi robot per pattugliare le strade e assistere gli anziani, progetti per portare al cinquanta per cento la superficie di verde foderando di vegetazione e ortaggi gli onnipresenti grattacieli, edifici stampati in 3D, piani per far circolare migliaia di taxi volanti e auto a guida autonoma. Insomma, un laboratorio di futuro che, per diversi aspetti, potrebbe fare da apripista anche a noi italiani: se sapremo raggiungere questo livello di modernità, potremo affrontare meglio anche i nostri problemi. Perché, in fondo, Singapore è – già oggi - il nostro futuro anteriore, un tempo che dà per scontata la realizzazione di qualcosa che ancora non c'è, come condizione per qualcosa che auspicabilmente verrà. In questo podcast il viaggio con il racconto di Massimo Cerofolini nell'isola asiatica. L'audio di Monica Gambino, la regia di Leonardo Patanè. Con un'analisi del filosofo Luciano Floridi (Università di Yale).
Singapore - Futuro anteriore
È un modello sociale e politico unico al mondo, in cui agli amministratori umani viene affiancato il GovTech, il grande sistema di intelligenza artificiale capace di misurare e migliorare ogni tipo di scelta, dalle soluzioni quotidiane alla programmazione negli anni. Singapore, isola asiatica grande quasi la metà di Roma e con circa il doppio degli abitanti, priva di risorse interne ed esposta ai danni climatici, ha trasformato un povero villaggio di pescatori in una delle più potenti e dinamiche economie del mondo. L'ha fatto, nel giro di pochi decenni, grazie a un massiccio innesto di tecnologie: creando gemelli digitali di persone, animali, piante, oggetti e infrastrutture su cui testare le decisioni, simulare scenari, automatizzare gli interventi e anticipare i problemi. Sono i codici, nella città stato asiatica, a gestire i flussi di traffico, gli interventi sanitari, gli adempimenti amministrativi o l'istruzione, tramite sensori piazzati ovunque, per acquisire dati in tempo reale, insieme ad app nei cellulari di ogni cittadino, per ricevere all'istante qualsiasi servizio. E poi robot per pattugliare le strade e assistere gli anziani, progetti per portare al cinquanta per cento la superficie di verde foderando di vegetazione e ortaggi gli onnipresenti grattacieli, edifici stampati in 3D, piani per far circolare migliaia di taxi volanti e auto a guida autonoma. Insomma, un laboratorio di futuro che, per diversi aspetti, potrebbe fare da apripista anche a noi italiani: se sapremo raggiungere questo livello di modernità, potremo affrontare meglio anche i nostri problemi. Perché, in fondo, Singapore è – già oggi - il nostro futuro anteriore, un tempo che dà per scontata la realizzazione di qualcosa che ancora non c'è, come condizione per qualcosa che auspicabilmente verrà. In questo podcast il viaggio con il racconto di Massimo Cerofolini nell'isola asiatica. L'audio di Monica Gambino, la regia di Leonardo Patanè. Con un'analisi del filosofo Luciano Floridi (Università di Yale).