Vai al contenuto principale

Radio3 Mondo #FreeAlaa

Radio3 Mondo

#FreeAlaa

Rai Radio 3 aderisce alla campagna di Amnesty International per la liberazione di Alaa Abd El Fattah, attivista egiziano britannico che da aprile fa lo sciopero della fame in un carcere egiziano e, dal 6 novembre, ha iniziato a rifiutare l'acqua. Amnesty International chiede ai leader mondiali presenti alla COP27 di agire per la sua scarcerazione. Alaa è stato uno dei protagonisti della rivoluzione del 25 gennaio 2011, è stato arrestato da tutti i capi di Stato egiziani nel corso della sua vita, è noto per aver fondato un importante aggregatore di blog in arabo. Alcuni dei suoi scritti sono stati raccolti nel libro "Non siete stati ancora sconfitti" (Hopefulmonster,2021). In questa playlist ne ascoltiamo alcuni estratti estratti.

Episodi

15 Nov 2022

1. Ritratto dell'attivista fuori dalla sua prigione - prima parte

Ci siamo confrontati con la realtà, abbiamo cercato di cambiarla e influenzarla, di anticiparla e contribuire a plasmarla. Ovviamente eravamo una delle parti in gioco più deboli, ma c'eravamo. (...) Dopo un decennio di rabbia e di sogni, di lavoro e di studio, di tentativi di riforma e di adattamento a un'esistenza ai margini, di sperimentazioni, richieste e opposizioni, siamo arrivati tutti alla stessa convinzione: che il mondo intero era in crisi e sulla buona strada per un importante cambiamento e che, a meno che non fossimo stati in grado di affrontare le sfide attuali, le nostre società sarebbero state schiacciate. Da questa osservazione siamo arrivati a una conclusione inevitabile: il regime al potere e le sue istituzioni rappresentavano un ostacolo enorme alla possibilità di rinnovamento della società e modernizzare le sue istituzioni per rendere capaci di rispondere alle future sfide. Per questo la rivoluzione non ci ha colti di sorpresa, perché l'avevamo auspicata. Né siamo rimasti sorpresi quando ha ispirato movimenti di protesta in Europa e negli Stati Uniti. Noi non ci eravamo forse ispirati alle proteste di Seattle e di Genova? Non abbiamo protestato insieme contro la guerra in Iraq? Note: Scritto nel carcere di Tora, Pubblicato nel marzo 2017 nella piattaforma egiziana indipendente Mada Masr.
15 Nov 2022

2. Ritratto dell'attivista fuori dalla sua prigione - seconda parte

Schierarsi con il più forte è generalmente improduttivo. Ai potenti servi solo per fare propaganda. I deboli, d'altra parte, spesso causano tanti problemi quanti ne subiscono. I loro argomenti e discorsi sono spesso fragili quanto il loro ruolo nella società (...) Schierarsi dalla loro parte, quindi, anche solo per condurre un esperimento, potrebbe convergere in una riflessione, un'indagine, un'analisi e un'immaginazione più profonde. Siamo stati, e poi siamo stati sconfitti, e il significato è stato sconfitto con noi. Ma non siamo ancora morti, e anche il significato non è stato ucciso. Forse la nostra sconfitta era inevitabile, ma il caos che sta investendo il mondo darà vita, prima o poi, a un mondo nuovo, un mondo che, ovviamente, sarà governato dai vincitori. Nessuno potrà ostacolare i potenti, né riuscirà a definire i margini di libertà e giustizia, né potrà fissare gli spazi di bellezza e la possibilità di una vita comune tranne i deboli, che insistono sul fatto che il significato dovrebbe prevalere, anche dopo la sconfitta. Note: Scritto nel carcere di Tora, Pubblicato il 27 marzo 2017 nella piattaforma egiziana indipendente Mada Masr.
15 Nov 2022

3. Graffiti per due - prima parte

Da mia madre ho avuto in eredità una "torta di pietra". Da mio padre una cella di prigione. E, in linea con le nostre tradizioni, mi è stata riservata un'eredità migliore delle mie sorelle. Loro hanno ereditato gli obitori, le vittime della tortura e l'abbraccio delle madri in lutto. Ho paura persino di chiedere cosa vedano nei loro incubi. Dicono che disperarsi è tradire. Ho capito cosa vuol dire, ma non ne sono convinto. Hanno detto anche: "Fratello, dietro le sbarre sei libero". Ed eccomi dietro le sbarre, privato della mia volontà e dei miei sogni. Hanno detto: "Non puoi uccidere un'idea". Ma non hanno detto nulla sull'utilità delle idee immortali rimaste inascoltate tra il fragore degli spari? Perché abbiamo paura di ammettere le nostre debolezze? Ammettere che siamo umani, che i blindati possono schiacciarci, che le prigioni ci deprimono e le pallottole sfregiano i nostri pensieri e i nostri sogni. Siamo umani che subiscono sconfitte, veniamo delusi dai nostri corpi, indeboliti dai nostri stessi sussurri, bruciati dai nostri sogni e paralizzati dai nostri incubi. Siamo umani che cercano amore e conforto contro la disperazione. Note: Alaa si trova in prigione da due mesi quando questo testo esce su due testate egiziane. È il terzo anniversario della rivoluzione, il 25 gennaio 2014. Scritto nel carcere di Tora, Alaa unisce la sua prosa ai versi di un altro prigioniero politico, Ahmed Douma.Il testo, prodotto dalle menti di entrambi, è stato scritto con carta e matita, con il poeta e il blogger che hanno discusso il loro testo urlando durante le notti da una cella all'altra. *La "torta di pietra" è la base del monumento nel centro di piazza Tahrir, un luogo centrale sia per gli studenti che scesero in piazza nel 1972, tra cui anche Laila Sueif (madre di Alaa) sia per i rivoluzionari del 2011.
15 Nov 2022

4. Graffiti per due - seconda parte

L'esercito, il popolo, le dita di una stessa mano. Lo Stato rispettoso della legge. La Costituzione prima di tutto. Il popolo. Le istituzioni elette. I compagni di ieri. I combattenti veterani. La magistratura che teme solo Dio. Le masse. I guardiani della piazza. La coalizione. L'organizzazione. La festa. I media indipendenti. L'ala patriottica. Il consiglio nazionale. L'onore degli ufficiali... C'è tradimento peggiore di sperare in alcune, o in tutte, o in una qualsiasi delle cose elencate? C'è tradimento peggiore di sperare che le cose andranno meglio dopo la ratifica di una Costituzione che infrange la promessa stessa che sta alla sua base: cioè che non sarebbe stata completata fino a quando non fosse stato rilasciato l'ultimo prigioniero? C'è tradimento peggiore di sperare in uno Stato le cui istituzioni non fanno altro che uccidere, torturare e tradire? C'è tradimento peggiore di sperare nelle masse che marciano sotto le immagini di assassini e torturatori? (...) Qui, nella mia cella, lotto con i miei sogni e i miei incubi, e non so cosa mi fa più male. A volte mi lascio andare alla disperazione, talvolta mi abbandono alla speranza, ma non mi sento mai un traditore. Note: Alaa si trova in prigione da due mesi quando questo testo esce su due testate egiziane. È il terzo anniversario della rivoluzione, il 25 gennaio 2014. Scritto nel carcere di Tora, Alaa unisce la sua prosa ai versi di un altro prigioniero politico, Ahmed Douma.Il testo, prodotto dalle menti di entrambi, è stato scritto con carta e matita, con il poeta e il blogger che hanno discusso il loro testo urlando durante le notti da una cella all'altra.
15 Nov 2022

5. Graffiti per due - terza parte

Non siamo liberi, confessiamolo, noi aggrappati al domani. La tragedia della gente: peccare nel desiderare illimitatamente. In una giornata limpida, dopo due scioperi della fame e una tempesta di neve, il cielo si placa e nei nostri cuori c'è calma. Beviamo il tè nel cortile. Abbiamo superato la fase in cui discutiamo per capire cosa farci con la nostra resilienza, e su quante possibilità ci siano che veniamo rilasciati. Dopo un mese di dichiarazioni e revisioni, tutto ciò che ci resta sono i ricordi. Mentre ci raccontiamo storie di carcerazioni passate, quando le celle sembravano più confortevoli e i compagni più fedeli, anche se la rivoluzione, allora, sembrava un "sogno impossibile", torno indietro con la memoria e mi ritrovo lì, nel passato, in metropolitana, con un amico, nella mia uniforme del liceo, a distribuire il rapporto di un'indagine, con tanto di fotografie, sulle torture inflitte a un vecchio "ladro di bestiame" dato alle fiamme con il cherosene nella stazione di polizia di Fayoum. Cambiamo treno velocemente prima che qualcuno si riprenda dallo shock delle fotografie e ci arresti. Non dissi a mio padre che quel giorno ero entrato in possesso della mia eredità. Note: Alaa si trova in prigione da due mesi quando questo testo esce su due testate egiziane. È il terzo anniversario della rivoluzione, il 25 gennaio 2014. Scritto nel carcere di Tora, Alaa unisce la sua prosa ai versi di un altro prigioniero politico, Ahmed Douma.Il testo, prodotto dalle menti di entrambi, è stato scritto con carta e matita, con il poeta e il blogger che hanno discusso il loro testo urlando durante le notti da una cella all'altra.
15 Nov 2022

6. Mezz'ora con khaled

Poi è arrivato Khaled! Il giorno dopo ho ricevuto un messaggio che diceva che lui e Manal stavano bene e in buona salute, il messaggio è arrivato insieme a una foto. Amore a prima vista, amore al primo scatto. La prigione, le sue mura e i suoi gatti erano svaniti, tutto era svanito tranne il mio amore per Khaled e la mia gioia per il suo arrivo. Ero riuscito ad addormentarmi contento. Il terzo giorno, Khaled è venuto a trovarmi. Una bellissima sorpresa. Pensavo che il dottore non lo avrebbe lasciato venire per almeno una settimana. Khaled è stato con me per mezz'ora. L'ho tenuto tra le braccia per dieci minuti. Mio Dio! Come fa ad essere così bello? Amore alla prima carezza! In mezz'ora mi ha dato così tanta gioia da riempire il tempo in carcere per una settimana. In mezz'ora gli ho dato l'amore che speravo lo avrebbe tenuto abbracciato per una settimana. In mezz'ora sono cambiato e il mondo attorno a me è cambiato. Adesso capisco perché sono in prigione: vogliono privarmi della gioia. Ora capisco perché resisterò: il carcere non fermerà il mio amore, la mia felicità è resistenza, tenere in braccio Khaled è continuare la lotta. Note: Mentre Alaa è in prigione, nelle strade infuria una intensa battaglia tra rivoluzionari e forze di sicurezza che dura diversi giorni. Gli scontri avvengono lungo via Mohamed Mahmoud, che da piazza Tahrir conduce verso il Ministero dell'Interno. Iniziano il 19 novembre e raggiungono l'apice il 23 novembre 2011. Cinque giorni dopo, il 28 novembre, Alaa viene condotto davanti alla Procura per la Sicurezza dello Stato, che ha aggiunto ulteriori accuse al suo fascicolo, tra cui "omicidio con l'intento di commettere un atto di terrorismo". La Procura per la Sicurezza dello Stato è un ramo speciale della pubblica accusa responsabile delle indagini sulle minacce alla sicurezza nazionale. Opera come un ramo extra-ordinario del sistema giudiziario ed è spesso utilizzata per perseguire gli oppositori politici.
15 Nov 2022

7. Sulla libertà vigilata

La prigione è un'aggressione al proprio io. Dall'insistere nel farti indossare un'uniforme al controllo assoluto di dettagli come capelli e barba, fino all'assunto che qualsiasi cosa sia proibita per principio. Così ogni cosa in più viene considerata dal funzionario come una grande concessione. Ma il prigioniero politico è diverso. E questa differenza è sia una maledizione sia una benedizione. Perché la prigione, ovviamente, non cancella l'io politico. Quanto è facile per i compagni persuaderti,convincerti, che questa è una vittoria. Ma cosa ci faccio con un io politico strappato dal suo normale contesto corporeo/fisico e umano? Come faccio a vivere in quanto simbolo, per quanto iconico possa essere (letteralmente: per quanto alto possa essere il mio status) Faccio le mie apparizioni come un fantasma, ma non divento mai corporeo. Mi muovo nel vostro tempo ma sono sospeso nel passato. Ero Alaa Seif, Alaa Abd el-Fattah era il ruolo che interpretavo nella sfera pubblica. Ora... non lo so più. Note: La mattina del 31 marzo, Alaa esce dalla sua prima notte di "libertà vigilata". Dopo aver scontato cinque anni di carcere, ed è condannato a trascorrere tutte le notti nella stazione della polizia locale per ulteriori cinque anni. Poco dopo Alaa verrà di nuovo accusato di spargere notizie false, con accuse fabbricate, ed entrerà di nuovo in prigione. Verrà condannato ad altri 5 anni di detenzione.