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Le meraviglie - Episodi - 2017

Sabato e domenica alle 13.00

Le meraviglie è un viaggio in cammino per l'Italia attraverso i luoghi "meravigliosi", insoliti e stupefacenti del nostro paese, scelti e raccontati di volta in volta da narratori d'eccezione: scrittori, registi, attori, storici dell'arte, archeologi. Ogni puntata è una tappa del viaggio registrata sul posto, dal vivo, ricca di musica, suoni e voci tratti dall'archivio della Rai. A cura di Federica Barozzi e Diego Marras.

Lista episodi

30 Ott 2017

Parco archeologico di Ercolano raccontato da Paolo Carafa

Con  Paolo Carafa "scendiamo" nell'area archeologica di Ercolano, scavata per oltre 40 metri nella roccia vulcanica che l'ha ricoperta fino all'età moderna da quando il 24 agosto del 79 d.C. il Vesuvio esplose e la travolse con una coltre molto spessa di fango e lava incandescente. Oggi è visibile solo un fazzoletto di terra dell'Ercolano antica, tanto piccolo quanto godibile in breve tempo: 7 strade ortogonali e poche insule. Ma la peculiarità di questo sito archeologico rispetto ad altri qui intorno, Pompei compresa, è che solo ad Ercolano si può cogliere un' istantanea della vita quotidiana di un villaggio romano del primo secolo d.C. attraverso i dettagli dell'architettura ma anche dell'artigianato, delle decorazioni e delle suppellettili di uso comune, perfettamente conservati proprio perché il grande calore che improvvisamente invase l'area carbonizzò ogni cosa lasciandola al suo posto. Al flusso di lava e cenere si aggiunse un maremoto, perché Ercolano era molto vicina alla costa e quindi, al momento dell'esplosione, si trovò attaccata da fuoco e acqua insieme; questo segnò anche la sorte degli abitanti del villaggio romano dei quali oggi vediamo gli scheletri – e non i calchi di gesso come a Pompei – che furono rinvenuti sull'antica spiaggia, colti probabilmente nel loro estremo tentativo di fuga dalla morte. Il fascino di questo luogo, ci racconta Carafa, dipende dal fatto che lo abbracci con uno sguardo ma non lo capisci subito: Ercolano sembra un taglio nel paese moderno, ha dei limiti che non sono reali e forse proprio per questo ti fa venir voglia di superarli con l'immaginazione.
29 min
30 Set 2017

Parco Trotter a Milano raccontato da Gianni Biondillo

Gianni Biondillo, scrittore e architetto, ci porta a scoprire il Parco Trotter, luogo sconosciuto e magico nel quartiere Turro, a nord-est di Milano, tra Via Monza e Via Padova, la cui storia racconta tanto della vocazione europea della città agli inizi del Novecento. Era una Milano che dava lavoro ai tanti immigrati che arrivavano e, al tempo stesso, non perdeva di vista gli ultimi, elaborando progetti e strategie di convivenza a partire dai bisogni primari, come quello della scuola. Il parco prende il nome dalla Società del Trotter, come veniva chiamata a Milano la Società Nazionale del Trotto, che costruì in quest'area un ippodromo rimasto in attività dal 1906 al 1924, quando fu spostato presso San Siro, vicino al nuovo galoppatoio dove si trova tuttora.  Il  Comune di Milano acquistò l'area  e vi costruì una scuola per bambini rachitici, gracili e poveri, che venne chiamata Casa del Sole. La scuola, per i metodi sperimentali adottati con le lezioni all'aria aperta, rappresentò uno straordinario sogno sociale e pedagogico, studiato e  imitato in tutto il mondo. Ancora oggi nel parco è presente una scuola che ospita ragazzi di circa 24 nazionalità diverse ed è uno degli esempi più riusciti di integrazione urbana. A un certo punto di questa passeggiata tra tigli e platani secolari, edifici liberty, un orto urbano e alcune voliere arrugginite, Gianni Biondillo dichiara che Milanesi non si nasce ma si decide di esserlo; e non è difficile capire la sua scelta in questo racconto, che è un vero e proprio inno d'amore alla sua città.
29 min
23 Set 2017

Cattedrale di Matera raccontata da Marta Ragozzino

Con Marta Ragozzino, storica dell'arte, direttrice del Polo museale della Basilicata e materana d'adozione dal 2010 visitiamo la Cattedrale di Matera, riaperta al pubblico nel 2016 dopo ben 13 anni di restauri. Questo maestoso tempio edificato in stile romanico pugliese fra il 1230 e il 1270 che sorgeva sul punto più alto della città di allora, in modo da svettare sui Sassi Barisano e Caveoso, ci permette oggi di leggere la storia artistica e culturale di Matera nelle sue molte stratificazioni e sfaccettature. Il viaggio in quella che sarà la capitale della cultura nel 2019 non può che partire da qui, dalla potenza visiva straordinaria di questa meraviglia "ritrovata" e restituita ai materani prima ancora che ai tanti turisti che affollano la città. Quella che scopriamo attraverso il racconto suggestivo di Marta Ragozzino è una chiesa enorme, del tutto fuori scala rispetto alle architetture tipiche del resto della città, con una severa facciata romanica di pietra chiara, semplice e maestosa e un interno che brilla di dorature barocche e sfavillanti. La Cattedrale è intitolata alla Madonna della Bruna, patrona della città  e proprio sulla piazza davanti al suo ingresso il 2 luglio ha inizio e si conclude il trionfale corteo del carro di cartapesta della Festa della Bruna, un appuntamento che da secoli, è il rito popolare per eccellenza,  sacro e profano insieme, molto sentito e partecipato da tutta la città.
28 min
25 Giu 2017

Oratorio del Gonfalone di Roma raccontato da Claudio Strinati

All'Oratorio del Gonfalone (in via della Scimia, tra il Lungotevere e Via Giulia), nel cuore di Roma, arriviamo con Claudio Strinati, che ci guida alla scoperta di questa meraviglia non così conosciuta – un vero e proprio approdo di quiete e di bellezza per chi ama l'arte e la musica. Abbiamo così occasione di fare davvero un'esperienza a tutto tondo, tra arte, storia, urbanistica e religione, a cominciare dalla descrizione degli affreschi nella vera e propria Sala del Gonfalone dove, per la prima volta nella storia dell'arte religiosa, venne illustrata la Via Crucis. Lo fecero pittori poco noti, e forse il più famoso è Federico Zuccari, che mette la data su uno degli affreschi: 1573, due anni dopo la battaglia di Lepanto, uno dei momenti di massimo scontro tra mondo islamico e cristiano. Non a caso, Strinati alcuni anni fa, con altri storici dell'arte appassionati di questo luogo, ha sostenuto che l'Oratorio potrebbe essere inteso come la La Cappella Sistina della Controriforma, perché quella è l'epoca in cui fu creato, e qui si respira lo spirito della Controriforma, vale a dire l'unità del popolo cristiano dopo la vittoriosa Battaglia di Lepanto, come se i pittori avessero voluto suggerire il concetto della concordia. Da grande appassionato anche di musica, Strinati ama molto frequentare questo luogo, che oggi è soprattutto una sala da concerti, con un'acustica formidabile, da anni residenza del Coro Polifonico Romano.
29 min
17 Giu 2017

Ex Canapificio di Cavazzale raccontato da Vitaliano Trevisan

Lo scrittore Vitaliano Trevisan ci porta a condividere la storia di un ex canapificio nel vicentino. Una importante struttura dismessa, rende possibile un discorso sul carattere di un territorio molto legato all'industria tessile. Alla fine dell'ottocento vicino  all'Astichello, sorge per opera di Giuseppe Roi, un canapificio che produceva prodotti per la nautica, per la casa, teloni per autocarri e durante la guerra tessuto per paracadute. Il modello di sviluppo imprenditoriale era quello sociale: nei primi del novecento la famiglia Roi edificava le case per gli operai costruendo nel 1929 un teatro sede di una filodrammatica. Nello stabilimento lavoravano soprattutto donne tra le quali la madre di Vitaliano Trevisan. Dalla fine della seconda guerra mondiale inizia una lunga crisi del settore della canapa che ha portato nel 1957 alla fine della avventura della famiglia Roi. La fabbrica diventa proprietà della SIVI (Società Industriale Vicentina Illuminazione) per poi venir acquisita da una multinazionale che avrebbe prima trasformato le strutture in centro logistico dislocando la produzione per poi, secondo un copione già visto, chiuderla definitivamente. La vegetazione abbraccia oggi le mura e le strutture della fabbrica creando un effetto alla Piranesi e mostrando la fine di un modello di sviluppo ad oggi sostituito da nulla e come ci suggerisce Trevisan se i centri storici diventano scenografie gli edifici industriali diventano semplicemente altre scenografie.
27 min
03 Giu 2017

Canale Cavour raccontato da Lucilla Giagnoni

L'attrice Lucilla Giagnoni ci porta in prossimità di Garbagna, nel novarese, davanti a una risaia appena allagata e ad uno dei tanti accessi al Canale Cavour, una straordinaria opera di ingegneria idraulica la cui  storia è strettamente intrecciata a quella della nascita del nostro Stato nazionale. È un paesaggio essenziale e quasi metafisico quello che scopriamo oggi, una strada d'acqua placida e controllata, costruita artificialmente a metà nel XIX secolo che scorre diritta per quasi 83 km e taglia a metà la pianura padana, irrigandola,  traendo origine dal Po a Chivasso (TO) per finire poi nel Ticino, nel comune di Galliate (NO).  Con Lucilla scopriamo la poesia del vocabolario dell'acquaiolo e  le incredibili intuizioni e infinite  misurazioni dell'agrimensore Francesco Rossi e poi dell'ingegnere Carlo Noè che  idearono la realizzazione del Canale con l'appoggio niente di meno che di Camillo Benso Conte di Cavour, grande appassionato di agricoltura. E' un opera che ancora oggi desta meraviglia, sia per la rapidità di costruzione, avvenuta in meno di 1000 giorni tra il 1863 e il 1866, sia per la perfezione costruttiva, ottenuta impiegando solo mattoni e pietre. Questo imponente reticolo d'acqua che è il Canale Cavour rende vivo il paesaggio, generando ricchezza agricola nei campi e producendo continuamente energia invece di assorbirla. Oggi è un bene comune amministrato dalla Coutenza Canale Cavour  formata dai consorzi agricoli Est Sesia (provincia di Novara) e Ovest Sesia (provincia di Vercelli). Grazie a un progetto Europeo già in corso d'opera,  il Canale Cavour sarà ulteriormente valorizzato attraverso la costruzione di una via percorribile dal Po al mare, a piedi o in bicicletta, per una camminata lenta che permetterà di attraversare, lungo il fiume e tra gli alberi, luoghi incredibilmente belli, quasi fuori dal tempo.
30 min
07 Mag 2017

Basilica di Superga raccontata da Carlo Pestelli

Sulla collina dove sorge la Basilica di Superga, Carlo Pestelli arriva a bordo della storica tranvia a dentiera Sassi-Superga, trenino in uso dal 1884 e recentemente restituito alla città. All'arrivo, nel piazzale davanti alla Basilica si può ammirare una vista spettacolare su Torino e sull'intero arco alpino, panorama che Jean Jaques Rousseau aveva descritto addirittura come "il meglio che l'occhio umano potesse vedere". Con Pestelli visitiamo l'interno della Basilica per toccare con mano la storia del piccolo ducato piemontese che iniziò la sua ascesa con Vittorio Amedeo II, primo Re di Casa Savoia. Fu proprio lui, in seguito a un voto fatto alla Madonna delle Grazie nel 1706, durante l'assedio dei Franco-Spagnoli in Piemonte, che commissionò la Basilica all'architetto messinese Filippo Juvarra, le cui opere nel settecento cambiarono il volto e l'architettura di Torino. Ma ci sono luoghi in cui l'aria che si respira ha una consistenza diversa, forse perché si percepiscono con più intensità gli eventi che lì sono avvenuti. Questo capita, secondo Carlo Pestelli, anche a Superga, proprio dietro alla Basilica dove, il 4 maggio del 1949, contro il terrapieno della collina andò a schiantarsi l'aereo con a bordo la squadra del Grande Torino; e il famedio con la lapide che ricorda le vittime non ha mai smesso, in quasi settant'anni, di essere meta di un pellegrinaggio laico, diventando un grimaldello della memoria non solo per gli appassionati di calcio e di sport.
30 min
23 Apr 2017

Arte Sella in Trentino raccontata da Mario Brunello

Arte Sella, incredibile «museo all'aperto», da trent'anni ospita creazioni di artisti provenienti da tutto il mondo. Posta nel cuore del Trentino, a poco più di 1000 metri sopra Borgo Valsugana,  la zona montuosa ora abitata da sculture e installazioni è stata una dei teatri della Grande Guerra, i cui segni sono ancora visibili sul terreno. Ma la sensazione che la Val di Sella oggi offre al visitatore è, al contrario, quella di un'oasi di pace e bellezza, dove l'uomo stabilisce una complicità davvero eccezionale con la natura. Le oltre trecento opere realizzate dal 1986 ad oggi sono infatti completamente biodegradabili, perché costruite soltanto con materiali naturali: legno, pietra, acqua. Con il passare degli anni, infatti, a poco a poco svaniscono, per lasciare posto ad altre, diverse testimonianze artistiche che interpretano in modo sempre nuovo il dialogo tra creatività umana e mondo naturale.  Nel corso della passeggiata con Mario Brunello ci avviciniamo a diverse opere d'arte che abitano oggi il paesaggio arricchendolo di vere e proprie meraviglie; tra tutte la "Cattedrale Vegetale" dell'artista lombardo Giuliano Mauri è forse la più maestosa:  ideata nel 2001, ha le dimensioni di una vera cattedrale gotica composta da tre navate formate da ottanta colonne di rami intrecciati, alte dodici metri e con un un metro di diametro; all'interno di ognuna e' stato messo a dimora un giovane carpino. Le piante crescono di circa 50 centimetri all'anno e, con tagli e potature, saranno via via adattate sino a formare, fra qualche anno, la cattedrale definitiva. La struttura, che cambia colore in ogni stagione passando dal verde al giallo oro, dal rosso al bianco della neve, si estende in un' area di 1.230 metri quadrati, pari a quella di  Notre Dame! Brunello ci racconta che i visitatori di solito abbassano la voce quando la attraversano, come se si trovassero in un luogo sacro.
31 min
08 Apr 2017

Casacalenda in Molise raccontata da Federico Pommier Vincelli

Con Federico Pommier Vincelli siamo a Casacalenda, nel cuore del basso Molise, a metà strada tra Campobasso e Termoli. La meraviglia di Casacalenda, oggi abitata da meno di 3000 anime, è data dalla sorprendente commistione tra storia e contemporaneità, radicata qui, più che altrove, proprio all'interno del paesaggio urbano. Nella nostra passeggiata incontriamo infatti, disseminate qua e là nel paese, le opere di Kalenarte, progetto nato nel 1990 con l'installazione di sculture permanenti nel contesto urbano e naturalistico che oggi costituiscono  –  esperienza unica in Molise – un vero e proprio Museo all'aperto, con più di 20 opere di artisti italiani e stranieri. Ma Pommier ci racconta anche del Festival Molise Cinema, che dirige dal 2003 e che, grazie a un crescente successo, ha permesso di riaprire la sala cinematografica del paese, in controtendenza rispetto a quello che accade nel resto d'Italia dove i cinema, come si sa, ormai chiudono. Casacalenda è tuttavia un luogo speciale anche per la storia: Annibale si fermò proprio qui durante la seconda guerra punica (tanti sono i resti di archeologie romane nei dintorni) e sempre qui, nel 1799, fu istituita l'effimera repubblica antifeudale di cui parla anche Benedetto Croce. Dalla storica stazione dei treni del paese, evocata con disincantata ironia da Francesco Jovine nel suo Viaggio in Molise, sono invece partiti, nel Novecento, i soldati coinvolti nelle guerre mondiali e migliaia di emigranti in cerca di fortuna.
31 min